La “guerra” dei meme coin dei coniugi Trump
Il presidente statunitense e la moglie hanno lanciato i rispettivi meme coin poco prima dell’Inauguration Day, sollevando però dubbi sulla liceità di questo intervento nel mercato delle criptovalute

Trump
Tra l’incurvabile voglia di proteggere il confine e quello stantio desiderio di sovranità, nel suo discorso dell’Inauguration Day Donald Trump non ha certo dimenticato le promesse agli elettori: dalla megalomania della bandiera a stelle e strisce su Marte alla riconquista del canale di Panama, passando per la fine del New Green Deal.
Nel giorno del secondo giuramento il quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti ha esibito a chiare lettere tutti i suoi intenti. Tutti, o quasi perché, se c’è un punto su cui Trump ha sorvolato è proprio il tema più caldo dall’elezione: la sua fascinazione verso il mercato delle criptovalute.
Prima, però, bisogna riarrotolare il nastro a venerdì 17, quando il neopresidente lancia Official Trump, il suo nuovo meme coin in un post su Truth Social che recita: “Il mio NUOVO meme ufficiale di Trump è QUI! È tempo di celebrare tutto ciò che rappresentiamo: VINCERE!”. Già due giorni prima dell’Inauguration Day, la criptovaluta vede quindi rialzare il suo prezzo fino a triplicarsi.
È domenica mattina quando Official Trump raggiunge però il suo picco di $15 miliardi; una crescita vertiginosa e senza rivali, almeno fino alle 22.42, orario del lancio di $Melania, il meme coin di Melania Trump. La First Lady lancia sul suo profilo X la sua nuova criptovaluta allegando il link a un manierato sito Web dove poter acquistare $Melania.
The Official Melania Meme is live!
You can buy $MELANIA now. https://t.co/8FXvlMBhVf
FUAfBo2jgks6gB4Z4LfZkqSZgzNucisEHqnNebaRxM1P pic.twitter.com/t2vYiahRn6
— MELANIA TRUMP (@MELANIATRUMP) January 19, 2025
Da quel momento ha inizio una “guerra” coniugale tra meme coin: il token della First Lady fa sprofondare quello di Trump del 40 per cento, scendendo dai 15 agli 8 miliardi di dollari.
Lunedì mattina però, in preda alla febbre dell’Inauguration Day e con l’annuncio dell’app di investimento Robinhood del token “disponibile per il trading” in piattaforma, $Trump colma in piccola parte le perdite, tornando a $10 miliardi.
Ma un meme coin non è altro che il tentato valore di scambio di un fatto culturale come il meme, che dura in Internet il tempo fulmineo del trend. Allora non è difficile immaginare come il neopresidente e la sua First Lady abbiano scelto il cosiddetto “pump and dump” di una valuta giocosa ma pur sempre finanziaria. Questa tecnica consiste infatti nello sfruttare l’euforia dei primi giorni, farne schizzare il valore per poi liberarsene una volta che i pesci piccoli hanno abboccato all’amo: altro che rivali, Official Trump e $Melania sono due intimi alleati nel mercato incostante delle criptovalute.
E la prova di questa sinergia non si è fatta certo aspettare. In seno alla corsa ai meme coin della Casa Bianca, lunedì 20 gennaio, all’alba del secondo giuramento trumpiano, il Bitcoin raggiunge il massimo storico di 109,241 dollari con un aumento del valore del 5,5 per cento.
Ma il mercato delle criptovalute come avrà giudicato l’ascesa politico-imprenditoriale del presidente Trump? Tom Schmidt, che lavora per la società di criptovalute Dragonfly, si è detto rattristato nell’assistere a “una mossa scadente e da arraffoni” ha confessato ad Associated Press. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Nic Carter, membro della società di investimenti Castle Island Ventures. “Chiamatemi vecchio stile ma penso che i presidenti dovrebbero concentrarsi sul governo del paese. Per non parlare dell’ovvio conflitto di interessi, visto che Trump può decidere le norme che regolano il mercato” ha detto al Financial Times.
Di contro, sul sito di Official Trump si rassicura che i ricavi del meme coin servono soltanto per sostenere economicamente il presidente, come “un’espressione di sostegno per, e di interazione con, gli ideali e i valori rappresentati dal simbolo $TRUMP”.
Basterà a rassicurare le società di investimento? Nel frattempo, il governo Trump bis ha iniziato nel segno di una centralizzazione di una valuta che per sua stessa natura non dipende da governi o banche centrali.