"La legge del crimine", di Laurent Tuel

jean reno in la legge del crimine di laurent tuel
La pecca principale del film é
quella di focalizzarsi soprattutto su Anton, figlio del boss armeno del clan Malakian che vuole ad ogni costo svincolarsi dallo stile di vita malavitoso della sua famiglia, e sulla sua storia d'amore malvista dal padre con l'infermiera Elodie. Meglio avrebbe fatto Tuel a dedicare un po' di metraggio in più alla figura dell'ispettore Saunier, a curare in maniera decisamente meno piatta e televisiva le sequenze d'azione, e a dare più spazio al personaggio statuario del capoclan Jean Reno

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jean reno in la legge del crimine di laurent tuelL'irritante immobilità a cui Laurent Tuel costringe le immagini del suo film (soprattutto i primi minuti di ogni sequenza sono talmente inanimi da sembrare frozen frames) fa buon gioco a Jean Reno, che ha sempre fatto dell'impassibilità un marchio di fabbrica attoriale. Lo stesso non si può dire di Gaspard Ulliel (il giovane Lecter di Hannibal Rising), che aggiunge una perfomance di indisponente insolenza ad un personaggio di rara antipatia. La pecca principale di questo Le premier cercle è allora quella di focalizzarsi soprattutto sul suo insipido ruolo, Anton, figlio del boss armeno del clan Malakian che vuole ad ogni costo svincolarsi dallo stile di vita malavitoso della sua famiglia, e sulla sua storia d'amore malvista dal padre con l'infermiera Elodie (la sbiadita Vahina Giocante). Meglio avrebbe fatto Tuel a dedicare un po' di metraggio in più alla figura dell'ispettore Saunier, interpretata da un attore interessante come Sami Bouajila (visto nel potente Nido di Vespe e nell'orrendo L'eletto), e a curare in maniera decisamente meno piatta e televisiva le sequenze d'azione, tra cui lo scontro a fuoco finale in cui la sequenza sulla carta maggiormente drammatica paradossalmente finisce per lo spettatore per essere la più liberatoria. Ma forse non è colpa di una cronica mancanza di fantasia (ancora una volta un'esecuzione tra le viuzze di una ridente cittadina italica finisce con delle arance che rotolano da una sporta della spesa…), o di alcuni risvolti risibili per un plot da gangster movie – forse è solo che non abbiamo prestato la dovuta attenzione alla legenda dei colori che lo stesso Saunier illustra ai suoi allievi poliziotti all'inizio del film, dove il bianco è il colore della situazione senza alcun pericolo, e il rosso quello della situazione a rischio. Ecco, La legge del crimine abbonda lungo i suoi 90 minuti di elementi bianchi (dalla vespa di Elodie all'arredamento e alle colonne delle varie magioni mafiose), e si conclude con una dissolvenza sul bianco sul primissimo piano di un candido neonato: come a dire che per tutta la durata del film, il pericolo che la situazione potesse animarsi e approssimarsi al rosso, non è stato nemmeno sfiorato.

Titolo originale: Le premier cercle
Regia: Laurent Tuel
Interpreti: Jean Reno, Gaspard Ulliel, Vahina Giocante, Sami Bouajila, Isaac Sharry
Distribuzione: Medusa
Durata: 94'
Origine: Francia, 2009

Trailer (in francese):


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