La luna e il tele-teatro: "Anplagghed al cinema" di Aldo Giovanni e Giacomo

Prodotto più o meno dichiaratamente realizzato per meri scopi di lucro, il nuovo lavoro di Aldo Giovanni e Giacomo sorprende per la sua capacità di assumere un'identità fuori dal tempo e dallo spazio-film. Quasi fosse una proiezione documentaria dove non c'è un prima e un dopo, ma solo un "durante" cristallizzato, un presente tele-teatrale.

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All'interno della filmografia di Aldo Giovanni e Giacomo, Anplagghed al cinema si rivela essere l'esito più anticinematografico e sorprendente. Rispetto all'involuzione che la loro comicità aveva lasciato trapelare in Tu devi essere Claudia, pellicola troppo preoccupata di raggiungere una propria legittimità drammaturgica, in quest'ultima operazione i tre attori sembrano ormai consapevoli di possedere una formazione troppo specificamente teatrale e televisiva per riuscire a fondersi nel Cinema. Il risultato della loro ultima fatica è così un lavoro più onesto e clamorosamente complesso.

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Elogio del primo piano e del campo medio, lo spettacolo filmato dal vivo parte dalla performance teatrale per arrivare a una riformulazione di stampo televisivo, che fonde questa doppia natura in una sorta di tele-teatro che è risultato "altro" e straniante, vicino più al documentario-performance che  allo spettacolo comico convenzionale. Non che le gag del trio non siano divertenti o efficaci (su tutte emerge quella della fila al bancomat), ma nella "realtà" della sala cinematografica diventano oggetto artistico "nuovo", spiazzante e molto poco comico. E in tal senso Anplagghed al cinema rischia di scontentare un po' tutti (dai puristi cinefili ai fan sfegatati del surreale trio – qui coadiuvato dalla brava e simpatica Silvana Fallisi.)


Il film, girato in presa diretta durante le loro performance pubbliche, si avvale costantemente del supporto sonoro degli spettatori presenti in teatro. Ogni sketch e battuta vengono accompagnati dalle loro reazioni e risate, che durante la visione cinematografica danno ad Anplagghed una dimensione ora contagiosa ora alienante e spaventosamente scomoda. Come se al fruitore venisse preclusa la possibilità del libero arbitrio ricettivo in favore di una passività complice e sottratta (e chissà cosa ne penserebbe il Woody Allen di Io e Annie, così etico ed esilarante nell'abbandonare disgustato la sala di missaggio dove in un serial televisivo vengono inserite risatine preregistrate). Certo è che per tutta la sua durata Anplagghed al cinema, grazie anche alla presenza comico-surreale dei tre attori, sembra proprio un film su extraterrestri, girato su un mondo finto (il palco) all'interno di un universo a sé stante (il teatro). Così quando alla fine Aldo scende dal palco pedinato dalla macchina da presa, cantando My Way e interagendo con il pubblico, la "quarta parete" viene definitivamente sfondata e lo scavalcamento di campo inquadra spettatori che si fanno anch'essi presenza aliena verso un epilogo che è liturgico e "lunare" allo stesso tempo.


Prodotto più o meno dichiaratamente realizzato per meri scopi di lucro, il nuovo lavoro di Aldo Giovanni e Giacomo sorprende per la sua capacità di assumere un'identità fuori dal tempo e dallo spazio-film. Quasi fosse una proiezione documentaria dove non c'è un prima e un dopo, ma solo un "durante" cristallizzato, un presente tele-teatrale. Che è forse l'unica strada percorribile dal cinema italiano di oggi, orfano allattato da una società-fiction.


 


Regia: Arturo Brachetti, Rinaldo Gaspari


Interpreti: Aldo, Giovanni, Giacomo, Silvana Fallisi


Distribuzione: Medusa


Durata: 100'


Origine: Italia, 2006

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