La lunga estate calda: Renato Nicolini
L'ideale direttore di Festival, colui che ha fatto vedere insieme Luchino Visconti e Marilyn Monroe, Steven Spielberg e Griffith, Howard Hawks e Totò. Con un Napoléon sotto la pioggia nel 1981, brividi di freddo e di emozioni..
L'eredità di quell'esperienza, la forza dirompente di quell'innovazione non è mai stata del tutto compresa, soprattutto oggi più che ieri. Perché con Nicolini, c'erano menti che non ci sono più come quella di Enzo Ungari, scomparso troppo giovane, che al Festival di Venezia del 1981 riprendeva il principio della contaminazione di Nicolini e della sua Estate Romana nella sezione che curava, "Mezzogiorno/Mezzanotte" con Jean Renoir, Manoel de Oliveira e il cappello volante di Indiana Jones.
Ci sarebbe piaciuto immaginare Renato Nicolini anche dentro al Festival di Roma – su cui si era espresso in questo illuminante intervento su CineClandestino lo scorso 28 aprile – non quello creato da Veltroni nel 2006 ma proprio uno tutto suo, anche prima, con i suoi amici e collaboratori di sempre. Dove alto e basso si mescola e la parola "effimero" conteneva dentro così tante cose che sembrava scoppiare. Per chi volesse ripercorre quella stagione c'è un libro scritto da lui recentemente: Estate romana 1976-85. Un effimero durato 9 anni.
Quella stagione piurtroppo non l'ho vissuta, ma ne ho sempre sentito parlare da mio padre. Che ogni sera andava a vedere un film diverso. E comunque mi portò, mentre io sbuffavo e volevo fare altro, a quella serata del 1981 dove venne proiettato il Napoléon di Abel Gance restaurato. C'era una massa di gente lì, dalle ricerche d'archivio ne risultano oltre 8000. Fino ad allora ne avevo vista soltanto di più un po' di mesi prima, il 29 marzo a Milano, stadio San Siro, Inter-Juventus 1-0, gol di Carletto Muraro al 16° del secondo tempo. Durante la partita iniziò a piovere. Anche lì, venne un forte scroscione d'acqua. Qualcuno se ne andò, ma quasi tutti rimasero, bagnati e incantati. Emozioni da brividi, come la pioggia sulla pelle delle braccia, riprovata soltanto 31 anni dopo, il 10 giugno di quest'anno al concerto di Bruce Springsteen a Firenze. Renato Nicolini aveva già proiettato il suo Dancing in the Dark con gli schermi che si dividevano nell'inquadratura del film di Gance. Molte passioni si sono incrociate tra lui e Sentieri Selvaggi. Tra queste una irrinunciabile: Massimo Troisi. Che lui ricordava a 10 anni della morte, nel 2004, in questo appassionato articolo su L'Unità. Forse ora il rimpianto è che ci sarebbe piaciuto incrociarci molto di più, magari anche direttamente. Un altro dolce rimpianto.