La manovra Monti e lo spettacolo
Reazioni caute e perplesse sulla politica del nuovo governo
Sono soprattutto la cautela e la perplessità le sensazioni che il Giornale dello Spettacolo ha raccolto tra gli addetti ai lavori, sulla manovra economica del governo Monti.
Prevale, tra i tanti dubbi, la preoccupazione per la scarsa attenzione dedicata al settore. “Non è stata adottata nessuna delle misure specifiche per lo sviluppo e la crescita delle attività di spettacolo sollecitate dall’Agis, benché molte di tali norme siano a impatto economico zero” commenta il presidente dell’Agis, Paolo Protti, che, sulle liberalizzazioni aggiunge:“Bisognerà vedere cosa comporteranno. Se renderanno meno gravoso il peso delle tante burocrazie sulle industrie del settore saranno le benvenute. Tutt’altro discorso dovrebbe farsi se si traducessero in una falcidia di aziende medio piccole”.
Sull’aumento dell’Iva interviene Lionello Cerri, presidente dell’Anec, associazione esercenti cinema: “Non posso certo giudicarlo positivamente perché lo considero causa di contrazione del mercato a cui peraltro lo Stato sta dando pochissimo. Innalzare l’Iva, di cui abbiamo sempre chiesto la riduzione, significa un danno sia per il cittadino, quindi lo spettatore, sia una perdita secca per tutta l’industria. Mi auguro dunque fortemente che l’aumento non ci sia”.
Forti perplessità anche sulla cancellazione dell’Enpals, l’ente di previdenza dello spettacolo, assorbito dall’Inps. “L’Enpals funzionava bene – dice Francesca Bernabini, presidente di Federdanza – Interpretava le esigenze del mondo dello spettacolo, si era trasformato negli ultimi anni e ci dava un buon servizio informatizzato. Perché il governo lo ha abolito? Doveva far confluire nelle casse dell’Inps il miliardo e mezzo accantonato dall’Enpals? Noi, invece, puntavamo a far sì che quel miliardo e mezzo andasse a costituire un fondo per la disoccupazione”.
Preoccupazioni anche per i tagli ai trasferimenti agli enti locali, “di cui pagheremo le conseguenze, soprattutto nello spettacolo dal vivo e nei festival”, dice Franco Punzi, presidente di Italiafestival.
Chiude con una nota di cauta speranza Maurizio Roi, vicepresidente dell’Agis: “Aspettiamo con ansia il nuovo decreto per lo sviluppo che auspichiamo possa contenere le misure, a costo zero, che l’Agis ha sollecitato”. “Bisogna inoltre – aggiunge – prendere atto positivamente sia del fatto che il Fus (Fondo unico per lo Spettacolo) è rimasto invariato, sia del riconoscimento da parte del ministro Ornaghi della necessità di correggere in positivo, appena possibile, il costante calo della spesa per la politica culturale del governo”.
(l.m.)