La maschera e il volto: Robin Williams

robin williams in hook

A tre giorni dalla scomparsa, un ritratto approfondito dell'attore statunitense che sembra aver avuto piu' carriere. Prima dell'Oscar per Will Hunting. Genio ribelle, il suo nome poteva esere accostato a Dustin Hoffman, Robert De Niro ed Al Pacino. Ma in mezzo a tanti grandi film ci sono anche i molti sbagliati, in una generosità totale verso il cinema non sempre ricambiata.

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robin williams in hookForse ha avuto non una ma tre carriere Robin Williams. La prima comincia alla fine degli anni '70 con l'alieno Mork nella serie tv Mork & Mindy, una delle tante geniali intuizioni di Garry Mashall che ha tenuto incollato milioni di telespettatori in tv e il suo "Na-no Na-no" era diventata la parola d'ordine di molti bambini a scuola che volevano imitarlo e/o raccontarlo.

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La seconda ricomincia dal ruolo di Adrian Cronauer, lo scatenato deejay della radio dell'esercito statunitense in Vietnam in Good Morning, Vietnam (1987) di Barry Levinson dove la sua capacità di ipnotizzare il pubblico non solo con la mimica ma anche con scatti improvvisi anche di voce, come se il set fosse diventato improvvisamente lo spazio di un suo personale 'one man show', fanno scattare quella molla dove il comico e il tragico diventavano due elementi della stessa maschera. Il rivoluzionario professor Keating di L'attimo fuggente (1989) di Peter Weir e l'ex professore di storia diventato un barbone che va alla ricerca del Sacro Graal in La leggenda del Re Pescatore (1991) di Terry Gilliam diventano gli esempi di incredibili multiplicity. Piu' personaggi all'interno dello stesso personaggio. Comico, tragico, scatenato, sotterrato dal dolore. Dove dietro quel sorriso poteva nascondersi chissà quale mondo improvviso. 

robin williams e matt damon in will hunting. genio ribelleLa terza riparte paradossalmente proprio dal suo apice, l'Oscar vinto come miglior attore non protagonista per Will Hunting. Genio ribelle (1998) di Gus Van Sant nei panni del dottor Sean McGuire che riesce a instaurare un rapporto privilegiato col protagonista Will. Da qui quella che doveva essere una consacrazione, è diventata invece una discesa. Molti ruoli sono poi apparsi sbagliati (Al di là dei sogni), ripetitivi (Patch Adams). Soltanto Christopher Nolan in Insomnia e Mark Romanek in One Hour Photo, entrambi del 2002, erano riusciti a far emergere una nuova compinente della sua versatilità, portando a galla il lato oscuro dei suoi personaggi che si nasconde dietro la normalità. Poi pero', tranne che con i fidati Chris Columbus (L'uomo bicentenario, 2000), Danny De Vito (Eliminate Smoochy, 2002) o Barry Levinson (L'uomo dell'anno, 2006) dove era tornato quell'attore che riusciva a mandare avanti da solo il film, che rischiava anche di inghiottire gli altri personaggi oppure invece di trascinarseli dietro, che colmava buchi di sceneggiatura con la sua improvvisazione e forse in questo senso il cinema hollywoodiano non ha saputo sfruttare appieno la sua straripante libertà.

robin williams in mrs. doubtfireEppure, all'inizio degli anni '90, il suo nome iniziava ad essere accostato a quelli di Al Pacino, Dustin Hoffman, Robert De Niro. E cio' avveniva soprattutto da parte di un attore che veniva visto e intrappolato come prevalentemente comico. Quindi era considerato uno degli attori piu' grandi e richiesti. Entrava con un metodo da Actor's Studio nei panni del dottor Malcolm Sayer (dietro il quale si nascondeva invece il prof. Oliver Saks in Risvegli (1990) di Penny Marshall. Diventava un'altra Tootsie con il babbo che si trasforma in governante pur di star vicino ai suoi figli in Mrs. Doubtfire (1994) di Chris Columbus. E' una delle rappresentazioni piu' nitide dell'eterno bambino spielberghiano in Hook. Capitan Uncino (1991) e in una sola figura incarna quella febbrile malinconia del tempo perduto del cinema di Coppola attraverso il bambino di 10 anni intrappolazo nel corpo di uno di 40 in Jack (1996).

Questa è stata la fase migliore della sua filmografia, nell'attesa di un Oscar che nonostante le tre nomination che lo vedevano tra i favoriti (Good Morning, VietnamL'attimo fuggente e La leggenda del Re Pescatore) non arrivava. E, a ritroso, si cominciano a rivalutare i suoi primi ruoli cme quello di Braccio di Ferro in Popeye (1980) di Robert Altman o, ancora di piu', quello di un gioiello nascosto come Il mondo secondo Garp (1982) di George Roy Hill in cui Williams anticipava sia il Forrest Gump di Tom Hanks che il Benjamin Button di Brad Pitt. 

Poi in mezzo ci sono state prove d impeccabile istrionismo come quella di Armand, che vive con un altro uomo e che gestisce un locale con lui ma all'improvviso gli ricompare il figlio che ha avuto da un'altra relazione che gli annuncia che si sta per sposare in Piume di struzzo (1996) di Mike Nichols. E un altra scatenata coppia la dorma con Billy Crystal in Due padri di troppo (1997) di Ivan Reitman.

al pacino e robin williams in insomniaIn una carriera ricchissima, ci sono state altre importanti collaborazioni: Paul Mazursky (Mosca a New York, 1984), Harold Ramis (Club Paradise, 1986), Kenneth Branagh (L'altro delitto, 1991; Hamlet, 1996), Woody Allen (Harry a pezzi, 1997), ancora Barry Levinson (Toys, 1992). E in uno dei suoi piu' recenti travestimenti, c'era quello di Teddy Roosvelt nei due Una notte al museo.

Una carriera ripartita. Come quella di John Travolta. Ha lui stesso ammesso di essere dipendente dall'alcol. E in passato ha fatto uso di cocaina tanto è vero che era presente quella sera del 5 marzo 1982 quando il suo amico John Belushi mori' per overdose. A tre giorni dalla morte emergono altri particolari. L'attore non era solo depresso ma preoccupato per la sua situazione economica. Aveva messo in vendita la sua proprietà in California (che pero' non è riuscito a vendere) anche perché due divorzi sulle spalle gli costavano parecchio. In un'intervista al Telegraph del 2011 aveva detto che divorziare costa "come strappare i genitali di un uomo usando il suo portafoglio". E per far risalire il patrimonio, si trovava davanti a delle scelte artistiche che riteneva mortificanti, compreso il sequel di Mrs. Doubtfire.

Forse è stato troppo generoso Robin Williams con il cinema. E a questa generosità sono dovuti tutti quei film sbagliati che a tratti hanno offuscato invece anche quelli migliori, in una filmografia troppo ondivaga. Forse si era sul punto di cominciare una quarta carriera. E qui non se l'è sentita.

 

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