La mia amica Zoe, di Kyle Hausmann-Stokes

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Uno sguardo gentile e minimalista sulla vita dei reduci, anche se non evita la ripetitività. Non ricerca “il grande momento”, bensì la forza empatica del silenzio. Con una grande prova di Ed Harris.

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La mia amica Zoe parte da un cortometraggio d’impostazione interamente, o quasi, documentaristica, intitolato Merit x Zoe ed è parzialmente tratto da una storia vera. Il veterano di guerra e regista Kyle Hausmann-Stokes esordisce al lungometraggio, ripercorrendo pressoché dichiaratamente le tracce del cinema di Clint Eastwood, John Avnet, Paul Haggis e Jason Dean Hall. D’altronde, il film aderisce a uno dei racconti americani per eccellenza, che — sospesi tra patriottismo e riflessione logorante sull’universalità del dolore — indagano meticolosamente i traumi della guerra.

Lo sguardo, infatti, non arresta la sua corsa di fronte agli effetti e alle conseguenze del PTSD (Disturbo da stress post-traumatico), interessandosi molto più a ciò che realmente significa continuare a vivere da veterano, in una comunità che sembra dimenticare, giorno dopo giorno, il peso effettivo di quelle guerre lontane, eppure estremamente vicine. Le domande che Hausmann-Stokes si pone sono diverse. Tra queste: “La guerra, tra perdita e rifiuto, strappa un pezzo di vita a ciascun soldato. L’animo resterà sempre mutilato, oppure riuscirà a ricostruirsi?”. E ancora: “Chi mai vorrebbe trascorrere il resto della vita con un individuo dilaniato dai sensi di colpa e da ciò che ha visto, ma che non potrà mai più raccontare — né a sé stesso, né tantomeno agli altri?”.

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Se lo chiede anche Merit Charles (Sonequa Martin-Green), meccanica specializzata dell’esercito statunitense nonché reduce dalla guerra in Afghanistan, costretta — nonostante la sua testardaggine e ritrosia — a partecipare alle riunioni di terapia del Dr. Cole (Morgan Freeman), colui che vorrebbe salvarla, pur non potendolo fare. A stravolgere ulteriormente i fragili equilibri di vita di Merit è il peggioramento dell’Alzheimer, che da qualche tempo ha colpito il vecchio Dale (Ed Harris), ex tenente colonnello e nonno di Merit. Dale non vuole andarsene dalla sua baita nell’Oregon, così come Merit vorrebbe potersi nascondere dalla società, senza più averci a che fare.

La mia amica Zoe, di Kyle Hausmann-Stokes

È vero che talvolta ci si ritrova nel dolore? I due non tardano a rispondere. Tutt’attorno, Zoe (Natalie Morales): la presenza che resta, impreca e osserva. Amica e dolore di una vita, che un giorno svanirà… oppure no. A differenza di Eastwood, Avnet e Haggis, l’impronta di Kyle Hausmann-Stokes è radicata molto più nel cinema dramedy, che sembra cogliere al meglio la lezione di Brett Goldstein, Bill Lawrence e Jason Segel, autori della recente e premiata serie targata Apple TV+, Shrinking. Si può sorridere del dolore, perfino prendendolo tremendamente sul serio.

Da qui l’efficacia del titolo originale My Dead Friend Zoe, che gioca fin da subito con l’elemento della morte, conducendolo altrove rispetto alla tragedia e all’attesa e dolorosa parabola sull’elaborazione e accettazione del lutto. Nonostante ciò, lo sguardo di Hausmann-Stokes sul corpo e la psicologia degli uomini e delle donne al centro del racconto — segnati, o ancor meglio rassegnati di fronte al peso delle colpe — è maturo ed elegante. Non vi è alcuna pornografia del dolore, piuttosto una presa di coscienza solida, capace per questo di mostrare tanto l’ascesa — altrimenti detta “raggiungimento del sollievo” — quanto la caduta, coincidente suo malgrado, e nei casi peggiori, con l’abbandono e il suicidio.

Un film gentile e minimalista, che non ricerca mai “il grande momento”, bensì lo sguardo, il dettaglio, il silenzio. Anche a scapito di una ripetitività talvolta inopportuna. La prova di Ed Harris, però, lo risolleva sempre.

Titolo originale: My Dead Friend Zoe
Regia: Kyle Hausmann-Stokes
Interpreti: Sonequa Martin-Green, Natalie Morales, Ed Harris, Morgan Freeman, Utkarsh Ambudkar, Gloria Reuben, Rich Paul, Drew Rausch, Assia Lau’ren, Alicia Borja, Thom Tran, Zeke Alton
Distribuzione: Europictures
Durata: 101′
Origine: USA, 2025

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
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Il voto dei lettori
1 (1 voto)

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