"La mia mamma suona il rock", di Massimo Ceccherini

massimo ceccherini in la mia mamma suona il rock

E' uscito in dvd da ieri il quinto film del comico toscano come regista che nel corso della proiezione, in un eccesso di simpatia alcolica ha improvvisato uno show a base di insulti diretti un po’ a tutto il pubblico. Qualche sorriso si accenna, qua e là, ma la sensazione è quella di un regista e attore che ha già abbondantemente imboccato il viale del tramonto.

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massimo ceccherini in la mia mamma suona il rockMassimo Ceccherini torna ad aver l’occasione di dirigere un film, a dieci anni da La mia vita a stelle e strisce e a undici da La brutta copia, peraltro mai distribuito e uscito proprio poco fa su Sky. Stesso destino anche per La mia mamma suona il rock, che dopo un’uscita tecnica in qualche sala, esce in dvd, disponibile da ieri. Vale la pena comprarlo? Fate voi. Noi lo abbiamo visto. O meglio, non siamo riusciti a finirlo. Proiezione alla presenza dello stesso regista e protagonista, che in un eccesso di simpatia alcolica ha improvvisato uno show a base di insulti diretti un po’ a tutto il pubblico, e ha reso di fatto impossibile proseguire la proiezione. Quasi un 'finale di stagione', per un attore che per un bagliore di stagione è stato considerato un comico.

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Comunque, siamo cronisti di quello che abbiamo visto.  Qualche sorriso si accenna, qua e là. Una scena in particolare, in cui Carlo Monni in veste di prete con sandali doc – quelli che usa quotidianamente nelle sue camminate chilometriche, nella città di Firenze – affronta il problema dei matrimoni gay in chiave comica. Carlo Monni meriterebbe palcoscenici migliori. Il suo talento sanguigno, forte e venato di asprezza potrebbe davvero trovare miglior luce, una sistemazione degna della sua arte. Era il partner di Roberto Benigni. Ora quello di Ceccherini.

Protagonista è una coppia di gay corpulenti, molto molto overweight: uno dei due vorrebbe tantissimo un figlio. “Perché in Spagna sì, perché in Svezia sì, e in Italia no?”. La domanda in effetti può essere legittima. I due provano a farcela con surrogati filiali: un camaleonte, e poi un minuscolo cagnolino. Ma non bastano. E allora, ecco entrare in scena Ceccherini. Cantante di un gruppo rock che fa le prove in uno squallido garage, ubriaco e malvisto anche dagli stessi compagni di musica. Poi, il colpo di scena: mentre lui si accascia a terra dopo aver urinato, viene raccolto da uno dei due gay, quello con l’istinto materno. Che lo rapisce, lo lega sul letto di casa sua e lo trasforma nel figlio che non ha mai avuto…

Vedere Ceccherini che, a cinquant’anni, finge di fare il bambino con una specie di grembiulino, mentre il gay di centotrenta chili si prova le parrucche da donna e prepara la pappa potrebbe essere sulla carta una gag deviante degna di Psycho. Nella realtà, è una gag infantile, che non stupisce e non diverte, e suscita semmai un po’ di mestizia. Apparizioni del decolleté di Cristina del Gf e di Valeriona Marini, e il piatto è pronto. La sensazione è quella di un regista e attore che ha già abbondantemente imboccato il viale del tramonto.

 

Regia: Massimo Ceccherini

Interpreti: Alessandro Paci, Massimo Ceccherini, Cristina Del Basso, Antonio Fiorillo, Lallo Circosta

Origine: Italia, 2013

Distribuzione: Al Entertainement

Durata: 98’

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    5 commenti

    • ..e quante volte lo imbocca sto viale del tramonto?

    • "un attore che per un bagliore di stagione è stato considerato un comico" è veramente un giudizio gratuitamente ingrato. "Faccia di Picasso" è un film comico e anche aggraziato, sicuramente assai migliore di un qualunque film di Pieraccioni. Un critico cinematografico come è Bogani dovrebbe dare giudizi un po' più equilibrati.

    • Brava Sabrina, forse ci sono dei personalismi in questa recensione. Che il Bogani sia stato preso di mira da Cecco lo sanno tutti, ma usare la recensione come vendetta lo trovo poco professionale. Strano che sentieri selvaggi che sulle commediaccia 'è sempre molto attenta faccia questo scivolone

    • Questo film è veramente una cosa insulsa, tanto che definirlo film è veramente troppo. Ma chi paga per quasta roba? Chi finanzia? In certi passaggi ci sono dei riempitivi di parolacce buttate lì senza ne capo ne coda…un film comico? No, per niente, un film assolutamente grottesco che rattrista per l'inutile dispendio di uomini, donne, animali e cose.

    • Vorrei spezzare una lancia a favore di questo film, che tratta l'attualissimo argomento delle adozioni gay negate in Italia da molti enti. Questo è un film con una regia surreale, degna di film anni'70 come "Berlinguer ti voglio bene" e, badate bene, non commettiamo l'errore di considerarlo comico ma "drammaticamente grottesco" (basti solo pensare allo sguardo stralunato della mamma gay). Ceccherini ha capito che è in grado di trasmettere un messaggio serio tramite i suoi film surreali, quindi penso che andrebbe visto secondo quest'ottica. Poco importa se la recitazione è scarsa da parte di alcuni "attori", vi invito a guardarlo senza preconcetti.