"La mia vita a Garden State", di Zach Braff
“La mia vita a Garden State” è un acquario dolente e bizzarro di vite, corpi, e stranezze varie, un luogo dove ci si può anche perdere, smarrendosi tra i tornanti di un cammino che non prevede orizzonti, ma al massimo punti di approdo temporanei.

Lo sguardo che apre La mia vita a Garden State danza subito tra sonno e veglia, realtà e incubo, o meglio, allucinazione. Il protagonista Andrew (lo stesso regista Zach Braff) steso a letto, poi l'immagine di un aereo che sta precipitando con lui a bordo, e poi ancora un telefono che squilla, ma stavolta per davvero, un apparecchio reale che registra una insinuante voce di morte, quella del padre di Zach che gli annuncia il decesso della madre. Realtà e fantasia allora, spazzate via da quell'ombra terminale e irrevocabile che spezza il gioco, lanciando una seconda overture (i funerali della donna) ben più mesta e vera della prima. La mia vita a Garden State (opera prima del promettente Braff) è già tutta qui, racchiusa nello sguardo bambino di un giovane che si trascina lungo la strada del ritorno a casa (da Los Angeles a Garden State, nel New Jersey), vagando come un sonnambulo che non vuole essere svegliato. Da nessuno. Né dal ricordo della madre paralitica morta per un incidente nella vasca da bagno, né dall'amico becchino che le ha seppellito la stessa madre, né tantomeno da un padre psicologo che non vuole parlarci col figlio, ma che al massimo lo psicanalizza. Garden State è allora un acquario dolente e bizzarro di vite, corpi, e stranezze varie, un luogo dove ci si può anche perdere, smarrendosi tra i tornanti di un cammino che non prevede orizzonti, ma al massimo punti di approdo temporanei. La vita è sempre in un certo senso sospesa, la morte, curiosa e inusuale come poche altre volte, sembra sempre dietro l'angolo. Ne sa qualcosa Sam (interpretata da Natalie Portman) che un bel giorno decide di svegliare Andrew. Come? Ma semplicemente amandolo, con la franchezza bambina di chi porta il giovane in casa, lo presenta alla madre, introducendolo in una vita di stranezze tutta da gustare.

Stranezze come quella rappresentata dal cimitero di pesci davanti alla sua abitazione, oppure quella annidata nel casco della giovane che all'inizio finge (di avere un fidanzato, di non essere davvero attratta da lui), per poi rendersi conto che con un sonnambulo bisogna essere sinceri e decisi, solo per scuoterlo nel modo giusto, mica per altro. Eccoci allora a La mia vita a Garden State, ovvero traccia progressiva di un dolce risveglio. L'opera, a partire infatti dall'incontro tra Andrew e Sam si apre ad un dolce ed enigmatico buongiorno (la bellissima e chissà perchè commovente sequenza in cui Andrew guarda in televisione una vecchia esibizione di Sam che, vestita da coccodrillo, pattina sul ghiaccio) ritmato da tenere corse con una moto piuttosto vecchiotta e da un desiderio irrefrenabile di rivivere, lasciandosi accarezzare dal vento del nuovo giorno. Di racconto di formazione in fondo si tratta. Uscito dal coma dell'obnubilamento (causato dal rimorso per aver provocato un grande incidente alla madre), Zach, osservato dal regista con una immedesimazione notevole, fa un bagno in piscina, amoreggia davanti al fuoco con Sam e riacquista gli anticorpi necessari per lasciarsi alle spalle la zavorra del suo passato. Si ripresenta insomma ai nostri occhi come un corpo liberato (bella la sequenza in cui, bagnato dalla testa ai piedi da una pioggia torrenziale, grida come un forsennato tutta la sua frustrazione), capace di amare, di sbagliare, di perdonare. Il cinema di Braff è notevole. Tra sbagli, ridondanze inutili e inciampi vari, ha il coraggio di riaprire cicatrici dolorose e di squarciare il realismo della scena con una carica notevole di pazzia (l'amico del protagonista che va in giro vestito con una pesantissima armatura medievale), smorzata poi da quel carrello finale in aeroporto che si accomiata dai protagonisti, suggellando il più giusto dei finali. Un bacio, un abbraccio, una lacrima; uno dei momenti di cinema più belli e sinceri dell'anno.
Titolo originale: Garden State
Regia: Zach Braff
Interpreti: Zach Braff, Ian Holm, Natalie Portman, Peter Sarsgaard, Jean Smart, Method Man
Distribuzione: Buena Vista International Italia
Durata: 109'
Origine: Usa, 2005