"La misma luna" di Patricia Riggen

la misma luna

Girato nel 2007, ma giunto in Italia solo ora, il film della Riggen, mostra tutti i difetti di un progetto dalle sicure buone intenzioni, ma dall’esagerata voglia di dire più del necessario; le metafore e la simbologia di cui spesso si avvale il cinema non riescono a sedimentarsi nella mente di chi guarda per poter compiere quel lavorio interiore che spesso ci assale una volta usciti dalla sala, ma vengono subito spazzati da una storia che teme la propria complessità e per questo dice senza raccontare, mostra senza far immaginare

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la misma lunaAlla morte della nonna, Carlitos (Adrian Alonso), decide di partire alla ricerca della madre (Kate Del Castillo, già vista in Borderland) che lavora clandestinamente da quattro anni a Los Angeles per dare una vita migliore al figlio. Sorpassata la frontiera, il bambino dovrà affrontare numerose avversità e difficoltà, prima di poter raggiungere la propria meta.
Piccolo bildungsroman, La misma luna è un film popolato da macchiette e personaggi ai limiti della caratterizzazione: per stemperare la pesantezza di un argomento come la clandestinità e l’immigrazione, Patricia Riggen inserisce momenti ed episodi che strizzano l’occhio alla commedia nera, forzando spesso la mano sui rimandi e sulle fortunose casualità. Come l’ultimo Costa-Gavras per ovviare ad un realismo che rischia di diventare stereotipo, la regista si vede costretta ad utilizzare espedienti che rimandano al magico e al fantastico; ma se nell’ “Eden greco-francese”, grande fascino aveva il villaggio vacanze al di fuori del tempo, ne La misma luna il feroce contrasto tra chi dorme in un garage e chi in una villa dall’improbabile architettura e dai ridicoli – “borghesi” – problemi (l’ennesima ricca signora tradita dal marito che scarica la propria rabbia sulla colf straniera) non funziona e non riesce ad infastidire visivamente – semmai narrativamente -, anzi risulta fuori luogo ed estremo: alla povera Rosario (la madre di Carlitos) succede ogni disgrazia possibile, da un passato (quale?) dall’ombra oscura e dolorosa che spesso ritorna a parole all’avvocato che le ha rubato i soldi per poter diventare “regolare”. Come un biblico Giobbe, Rosario subisce con orgoglio e umiltà ogni angheria, riuscendo a realizzare il sogno – che è poi una versione edulcorata dell’american dream – di riabbracciare il figlio smarrito per le highways statunitensi: più che un road movie o una critica al sistema americano, La misma luna si rivela – soprattutto nel finale – una sorta di telenovela televisiva, in cui gli allontanamenti, gli impedimenti, le casualità forzano la – non biblica – pazienza dello spettatore che attende solo l’abbraccio finale tra una madre e un figlio.
Girato nel 2007, ma giunto in Italia solo ora, il film della Riggen, mostra tutti i difetti di un progetto dalle sicure buone intenzioni, ma dall’esagerata voglia di dire più del necessario; le metafore e la simbologia di cui spesso si avvale il cinema non riescono a sedimentarsi nella mente di chi guarda per poter compiere quel lavorio interiore che spesso ci assale una volta usciti dalla sala, ma vengono subito spazzati da una storia che teme la propria complessità e per questo dice senza raccontare, mostra senza far immaginare.
 
Titolo: id.
Regia: Patricia Riggen
Interpreti: Adrian Alonso, Kate Del Castillo, Eugenio Derbez, Maya Zapata, Carmen Salinas
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 107’
Origine: Messico/Usa 2007
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