La Mummia, di Alex Kurtzman

La Mummia di Kurtzman, sceneggiatore decisivo della Hollywood mainstream, ha l’onore (e l’onere) di aprire lo sguardo su un nuovo mondo cinematografico costruito su i classic monsters dell’Universal

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Tre anni fa, in occasione dell’uscita del dimenticabile Dracula Untold, ci eravamo ritrovati a parlare dei progetti dell’Universal, dei suoi tentativi di entrare nel rimunerativo business dei super-franchise con i propri Mostri storici e di un sistema che stava degenerazione verso una standardizzazione concettuale e visiva tale da rendere ogni saga nell’ennesimo cinecomic. Il film dell’esordiente Gary Shore, pur raggiungendo un onesto successo di pubblico, si è rivelato, però, una falsa partenza. Nonostante ciò, la pellicola ha aperto la strada a un progetto più ambizioso che solo ora sta prendendo definitivamente forma con il nome di Dark Universe. La Mummia di Alex Kurtzman, sceneggiatore decisivo della Hollywood mainstream, ha in qualche modo l’onore (e l’onere) di aprire lo sguardo su questo nuovo mondo cinematografico che vedrà attori come Johnny Depp, Russell Crowe e Javier Bardem vestire i panni dei classic monsters (il prossimo The Bride of Frankenstein dovrebbe introdurci nuovi eroi-freak) . Come avevamo già notato nella pellicola su Dracula, nel rimodernare una narrazione figlia diretta dei capolavori degli anni trenta (il film con Boris Karloff nei panni della terribile mummia Imhotep è del 1932) per renderla adatta ai gusti “pacificati” di un pubblico medio, sceglie la via più semplice confezionando un lineare film d’azione, perfetto per spettatori ormai assuefatti a stereotipi visivi e narrativi ben codificati.
Il ritorno della regina d’Egitto Ahmanet, punita dai sacerdoti per i suoi peccati e ricomparsa nella Londra moderna per scatenare la sua maledizione, diventa, infatti, la scusa perfetta per orchestrare una narrazione orizzontale fatta di società governative segrete, (super) eroi per caso e missioni per salvare l’umanità dalla catastrofe, trame che non si allontanano da quelle già viste in una qualsiasi pellicola Marvel o Warner-DC. La scelta di Tom Cruise, attore sempre disposto, con ammirevole abnegazione, a mettere il proprio colpo al centro dell’azione ma chiaramente in difficoltà con il proprio personaggio, è il chiaro segnale d’intrattenimento facile, senza alcuna spinta coraggiosa. Gli unici colpi per spingere La mummia verso territori, non diciamo sperimentali, ma almeno interessanti vengono solo da Kurtzman. Il regista-sceneggiatore, sapendo che l’obiettivo dei produttori è di creare una saga dal facile smercio e dall’alta digeribilità, mette in piedi un’opera semplice, dove il suo indiscutibile senso dell’entertainment è fuso a una naïveté comica che molto ricorda quella delle precedenti mummie di Sommers, ma, allo stesso tempo prova a inserire agenti disturbatori nell’intreccio. I suoi colpi, infatti, sono le scelte e i momenti più felici della pellicola come la trovata del cambio di sesso del villain (concentrandosi, così, sulla prova della meravigliosa Sofia Boutella) e la divertita semina di riferimenti al genere horror, scomodando Lupo mannaro americano a Londra, Dario Argento e gli zombie movie.

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Titolo originale: The Mummy

Regia: Alex Kurtzman

Interpreti: Sofia Boutella, Tom Cruise, Annabelle Wallis, Russell Crowe, Jake Johnson, Chasty Ballesteros, Courtney B. Vance, Javier Botet, Marwan Kenzari

Origine: USA, 2017

Distribuzione: Universal Pictures

Durata: 110’

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