"La mummia: La tomba dell'Imperatore Dragone", di Rob Cohen

La mummia: La tomba dell'Imperatore DragoneL’uomo giusto al posto sbagliato, Rob Cohen non riesce a piegare il suo sguardo al format dell’avventura, che mette in scena con piglio da action movie cercando di ossequiare la natura ibrida del prodotto, ma regalandoci un film privo di baricentro

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La mummia: La tomba dell'Imperatore DragoneLe strategie del film d’avventura contemporaneo appaiono impregnate di un agire volenteroso ma anche parecchio confuso: se è facile trovare nell’ingombrante paragone con Indiana Jones un chiaro sintomo dell’empasse che impedisce alle vene creative e agli autori di dotarsi del necessario slancio per rivitalizzare un genere e plasmare figure iconiche al passo con i tempi, è anche vero che sembra prevalere soprattutto una scarsa convinzione, una inerzia endemica in chi si accosta al copione. Ecco dunque che la terza Mummia, sebbene possa vantare il non trascurabile vantaggio di non avere dietro la macchina da presa il pessimo Stephen Sommers, ma il ben più dotato Rob Cohen, appare come un film privo di baricentro.

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Non che le potenzialità non mancassero, ma appare alquanto evidente che quanto potrebbe essere figlio di una generosa commistione di elementi è invece il frutto di un mix alquanto povero di incertezza e false prospettive. Uno script di matrice classica, firmato non casualmente dal bravo Alfred Gough (Spider-Man 2, Smallville, Arma letale 4), cerca infatti di costruire una storia lineare e dagli echi classicheggianti, con tanto di coppia d’azione che fra una pistolettata e l’altra riesce a infilare battute degne di una screwball comedy, e si unisce con una certa agilità alle figure retoriche del wuxiapian, ibridate a loro volta con un’iconografia da fantasy anni Sessanta (l’armata dei morti come evidente rielaborazione degli scheletri di Ray Harryhausen).

Anche il digitale è usato in maniera intelligente, per dare credibilità agli esseri più straordinari (spiccano i sorprendenti Yeti), piuttosto che per cercare di falsare eccessivamente le performance degli attori in carne e ossa: la regia però rema in senso opposto e anziché raccontare predilige l’atto spettacolare fine a se stesso, tipico di un cinema d’azione più ingordo e dispersivo, rivelando l’inadeguatezza di un Cohen smanioso di riscattarsi dopo il flop del precedente Stealth (come da lui stesso dichiarato) ma che non ha saputo prendere le misure al nuovo progetto, e si ripiega quindi in uno scimmiottamento dello stesso Sommers.

Si attua quindi una curiosa smaterializzazione del testo, sfruttato come mero canovaccio di cui non sono approfonditi gli snodi, e si crea una perfetta sovrapposizione con l’ibrida figura della nuova mummia, curioso esempio di super-eroe sovrannaturale (retaggio dei trascorsi di Gough nel cinecomic?), inseguito e bramato peraltro da una eroina scrittrice che deve scrivere un terzo romanzo sulla creatura ma che è afflitta dalla classica sindrome della pagina bianca: divertente esercizio di auto-assoluzione per un Cohen coscientemente a disagio.

 

Titolo originale: The Mummy: Tomb of the Dragon Emperor

Regia: Rob Cohen

Interpreti: Brendan Fraser, Maria Bello, Jet Li, Michelle Yeoh, John Hannah, Anthony Wong, Luke Ford, Isabella Leong

Distribuzione: Universal

Durata: 112’

Origine: Usa, 2008

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