La musica dice più di qualunque dialogo. Pappi Corsicato a Sentieri Selvaggi

I giovani registi devono essere più originali, mettere in moto la creatività in modo più sfrenato. Ecco il resoconto dell’incontro con il regista Pappi Corsicato dello scorso 10 febbraio a Roma

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Dopo dieci anni, il regista napoletano Pappi Corsicato torna al cinema con Perfetta Illusione, un film noir che, in un certo senso, rovescia i canoni del genere, ci sono due dark lady e tutti ne escono vincenti, “nessuno dei tre ama né si amano, ognuno usa l’altra persona e tutti hanno un tornaconto. Ognuno segue il proprio obiettivo, quindi tutti si salvano”, ci racconta il regista nel corso del suo incontro con il pubblico, gli studenti e la redazione di Sentieri Selvaggi dello scorso 10 febbraio.
Ma Perfetta illusione è anche un film metafisico, sia per i personaggi che per i paesaggi. Ricorda il modo in cui il regista racconta Napoli, una città che non è come lo spettatore la immagina al cinema, “è più un teatro dove succedono le cose, è tutto molto astratto. In Perfetta illusione ti suggerisco che sei in quella città, ma non ti dico che a Milano si vive così.”

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Riprese e montaggio di Mary Torluccio, Fabio Lipari, Diego Drago

La musica è sempre molto presente nella cinematografia del regista che ha sempre avuto un amore per i musical, “Il seme della discordia è molto montato sulle musiche già esistenti, nel Il volto di un’altra c’è un lavoro di tessitura musicale. Sembra davvero costruito come un musical perché l’azione è molto coreografata”, sostiene il regista. “Quando ero ragazzino adoravo mettere la musica e immaginare delle scene, il parlato non c’era. La musica per me quasi sostituisce anche le parole. In Perfetta illusione, in alcune scene dove immagini un dialogo, io ho pensato di sostituirlo con una musica e delle immagini fuori fuoco, per suggerire allo spettatore quello che sta succedendo. La musica per me è molto importante.”

Rispetto ai primi film di Corsicato, soprattutto in Perfetta illusione, si può notare un’influenza maggiore del cinema classico, “nei film muti vedo molta ispirazione, in quel cinema, specialmente nel periodo del codice Hays, si inventavano delle cose meravigliose. Se tu li rielabori nell’era contemporanea ti aprono delle percezioni e delle intuizioni che sono inaspettate ma che funzionano. Il cinema classico, per me è fondamentale.

Il regista lascia un consiglio a tutti i ragazzi che stanno per intraprendere la strada del cinema: “lasciati andare a quello che può capitare e sii meno rigido possibile, è il miglior consiglio che ho imparato e che voglio lasciare ai giovani. Ho iniziato a fare le cose da solo, consiglio sempre di autoprodursi almeno all’inizio, perché c’è un elemento che ti forza ad un certo punto a trovare delle soluzioni a mettere in moto la creatività in modo più sfrenato. Bisogna essere originali.”

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