La nostra terra, di DK Walchman e Hugh Welchman
Un film che traduce in pittura uno dei romanzi più importanti della letteratura polacca, portando sullo schermo una vivida epopea che dialoga con il presente. In sala da oggi al 5 dicembre
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In un villaggio polacco di fine ‘800, la giovane Jagna (Kamila Urzędowska) è destinata a sottostare alle regole della comunità. Costretta a sposare l’anziano e ricco contadino Boryna, Jagna trova l’amore nel figlio maggiore di questi, Antek (Miroslaw Baka). Ma non sono gli unici a posare gli occhi sulla ragazza, che presto viene fatta oggetto di pettegolezzi, invidie e rovinose faide famigliari.
Dagli autori di Loving Vincent, Dk Walchman e Hugh Welchman, arriva l’adattamento di uno dei romanzi caposaldo della letteratura polacca, The Peasants (Chłopi) dello scrittore Władysław Reymont, pubblicato in origine in quattro parti tra il 1904 e il 1909; ciascuna di esse, legata a una stagione, sottolinea il rapporto simbiotico tra la vita dei personaggi e la natura, in particolare la terra che dà loro sostentamento ma che può facilmente diventare anche motivo di scontri per il suo possesso.
Ed è proprio partendo da questo elemento vitale, da cui secondo il racconto biblico discende l’uomo stesso, che viene messa in scena un’epopea che lega le storie personali a quella universale, che non è solo la Storia tout court, ma è un tempo ciclico che regola i ritmi di un microcosmo mettendo il luce gli elementi culturali e spirituali, il sistema di valori alla base e la lotta per provare a incrinare un meccanismo che da secoli funziona alla perfezione.
La narrazione, tradizionale nel suo svolgersi, si forgia di un grandioso apparato figurativo che combina riprese con attori, animazione digitale e pittura fotogramma per fotogramma (sotto la direzione di Piotr Dominiak). Una tecnica innovativa che in Loving Vincent trovava piena espressione attraverso i quadri di van Gogh che prendevano vita riproducendo con il loro stile caratteristico la tormentata vicenda dell’artista. Qui il rapporto tra il soggetto e la materia è meno evidente; si prende spunto da opere a olio di pittori polacchi di fine XIX – inizi XX secolo che vanno a costruire un quadro barocco, fatto di pennellate dense e pastose, movimenti rapidi della macchina da presa, un iperrealismo nella rappresentazione. Si mette l’accento in questo modo su alcuni aspetti di quella cultura, di quel modo di vivere – particolarmente riusciti i momenti conviviali di ballo, così come le scene più violente che tentano di proiettare in un contesto odierno questioni quasi ancestrali che scandiscono il rapporto uomo-donna.
Titolo originale: Chlopi
Regia: DK Welchman e Hugh Welchman
Interpreti: Kamila Urzędowska, Robert Gulaczyk, Miroslaw Baka, Sonia Mietielica, Ewa Kasprzyk, Mateusz Rusin
Distribuzione: Wanted Cinema
Durata: 114’
Origine: Polonia, Serbia, Lituania, 2023