La notte brucia, di Angelica Gallo

Inserito tra i cortometraggi del Torino Film Festival, racconta di tre ragazzi volgari, maleducati e ladri. Carnefici di una società che si è dimenticata di loro o gli ha venduto qualcosa di sbagliato

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La notte del cuore. Angelica Gallo gira un ritratto nerissimo, in una periferia geografica ed umana. Il degrado è profondo e favorisce il disagio ed ed un seguito di violenza e rapine. Una short story potente, urlata, con una linea in crescendo, il margine dello sballo su un confine in escandescenza. Cattive maniere, maleducazione, il linguaggio sboccato come primo indizio per indagare un mondo in fiamme. Tutto sembra in rotta, le amicizie, la famiglia, l’amore, tutto sacrificato ad inseguire un piacere effimero e un riscatto soltanto momentaneo. Al centro della pista finisce l’adolescenza di tre ragazzi, complici nei reati di rapina, nei furti in discoteca o in uno spogliatoio incustodito. Protagonista è uno di loro, Massimo, audace, coraggioso, tutte qualità declinate in negativo, con un’esibizione della forza come unico mezzo di rispetto. Una bugia della coscienza, lo sporco inganno da recitare per camminare a testa alta prima di scoprire una crepa, e diventare vulnerabile nello stesso istante in cui appare un rimorso.

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Le vie di uscita sono danneggiate ed impercorribili, i toni sono cupi, neanche l’alba in riva al mare toglie l’amaro di bocca, resta la prepotenza del buio in primo piano e restano gli occhi sbarrati dalla droga e quel sapore di onnipotenza giovanile. Ai giovani interpreti sono affiancati Abel Ferrara e Marcello Fonte, uno nel ruolo del ricettatore l’altro di autista, ma il palcoscenico è soprattutto per i loro tatuaggi e gli atteggiamenti arroganti, e l’incapacità di considerare una prospettiva al di là di un momento. Lo sguardo di Angelica  Gallo cattura un piccolo intervallo di tempo, ma nel dettaglio, nel particolare, racchiude la mancanza di alternative e la disperazione di una madre, altro modello sconfitto da uno scontro generazionale senza sconti per nessuno. Per concludere una consapevolezza sgradevole sulle conseguenze di una mancata attenzione verso territori limitrofi eppure lontanissimi, costruiti su esempi sbagliati da imitare , e diventate banali macchine distruttive, estranee ai sentimenti.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.3
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Il voto dei lettori
4.24 (17 voti)
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