La poltrona del padre, di Antonio Tibaldi e Alex Lora

L’accumulo compulsivo e la lotta al vuoto esistenziale: sette capitoli di pulizia intima e reale che portano alla luce le piaghe di dolori mai risolti in due fratelli gemelli ebrei ortodossi

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Abraham e Shagra, gemelli ebrei ortodossi, come conseguenza della morte dei genitori hanno sviluppato un’ossessione verso l’accumulo di oggetti. La loro esistenza appartata nella casa di famiglia sta per subire un brusco contraccolpo: costretti a ripulire il locale infestato da cimici e cattivi odori dovuti all’eccessiva sporcizia, devono fare i conti con l’invasione traumatica da parte di soggetti esterni al fine di riportare l’appartamento al decoro. Una decisione imposta dagli affittuari del piano di sopra, stanchi del degrado sottostante.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Antonio Tibaldi e Alex Lora con il film documentario La poltrona del padre affrontano il delicato tema dell’abbandono e della sofferenza che, nel loro insorgere in particolari stati psichici, possono scatenare disturbi di natura ossessiva. Nel caso in oggetto Abraham e Shagra hanno sviluppato una patologia accumulatrice meglio nota come disposofobia, un morbo che porta al bisogno compulsivo di conservare e acquisire quanti più beni possibili, anche se di totale inutilità. Un’ossessione che genera forti impedimenti per una buona qualità della vita e che può portare a diversi pericoli per la stessa salute dell’individuo.
Se Abraham ha il corpo ricoperto di punture di cimice, Shagra deve anche affrontare un serio problema di alcolismo. Le rispettive condizioni rivelano fragilità emotive covate e mai realmente affrontate, dolori esacerbati e spinti alla colonizzazione materiale del loro riparo abitativo, come un recipiente da colmare senza fine e in cui ogni possibile spazio vuoto può generare una nuova frattura in un animo già corrotto da numerose lesioni.
Lo sconforto pervade i loro occhi nel trovarsi in condizione di dover sottoporre ogni oggetto ad un’analisi accurata e nel vedersi spogliati anche della minima cosa seppur inequivocabilmente spazzatura. L’accumulo che saturava ferite lacerate nel tempo si mostra come realtà prevaricatrice del loro status, eppure non vi è specchio che non generi insicurezza e dubbio. Perfino la religione, pietra della stessa esistenza e salvaguardata dalla famiglia con ogni mezzo, è un elemento che destabilizza: credenti e praticanti da sempre, vacillare di fronte all’esistenza effettiva di un Dio ha pervaso Abraham in molti istanti della sua vita.
Una vecchia poltrona lacera e consumata culla la loro tristezza nei confronti di un’esistenza che ha perso ogni certezza, che vaga tra infiniti ricordi e intimità consumate dal turbamento. Ma ora è il presente a prender parte della scena e con esso l’idea di una nuova vita.

 

Regia: Antonio Tibaldi, Alex Lora
Distribuzione: Lab80
Origine: Italia, USA, 2015
Durata: 76′

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array