La principessa e il guerriero






Titolo originale: Der Krieger Und Die Kaiserin
Regia: Tom Tykwer
Sceneggiatura: Tom Tykwer
Fotografia: Frank Griebe
Montaggio: Mathilde Bonnefoy
Musica: Tom Tykwer, Johnny Klimek, Reinhold Heil
Scenografia: Uli Hanisch
Costumi: Monika Jacobs
Interpreti: Franka Potente (Sissi), Benno Furmann (Bodo), Joachim Krol (Walter), Jürgen Tarrach (Schmatt), Lars Rudolph (steini), Malchior Beslon (Otto), Ludger Pistor (Werner), Sybille Jacqueline Schedwill (Maria)
Produzione: Stefan Arndt, Maria Köpf per X-Filme Creative Production
Distribuzione: BIM
Durata: 132'
Origine: Germania, 2000


Torna sui luoghi di partenza Der Krieger Und Die Kaiserin, nello spazio aperto di una scogliera con una sola abitazione. Perché il film di Tom Tykwer ha continuamente bisogno di aria, ha la necessità di distruggere i suoi spazi opprimenti già dati(il manicomio, la casa isolata in montagna, la banca), per correre, per volare, con la stessa frenesia di Lola corre, con lo stesso straniamento del miglior Kaurismäki. L'opera sembra come intrappolata dentro se stessa evidenziandone i suoi segni di frattura. In effetti la storia tra Sissi, infermiera in uno studio psichiatrico e il malinconico Bodo, non è soltanto una storia d'amore. E' soprattutto la storia di un contrasto. Un contrasto di chi vuole uscire dalla propria memoria (Sissi dal manicomio e dal rapporto con il padre) e Bodo (rintanato invece dentro un passato che si è definitivamente bloccato nel momento in cui la moglie ha perso la vita nei pressi di un distributore di benzina).
Der Krieger Und Die Kaiserin si squarcia davvero, con la violenza di una secolare favola teutonica, ma anche con la tenerezza di uno sguardo sempre complice nei confronti dei suoi due protagonisti. Come in Lola corre Tom Tykwer – uno dei cineasti tedeschi del momento dotati di maggiore talento che si è evidenziato con Der Winterschläfer e ha fondato una casa di produzione, la X-Filme, assieme ad altri cineasti tedeschi – innesca visivamente giochi di casualità, di raccordi del destino – Bobo che soccorre Sissi dopo che la ragazza è stata investita da un'auto – senza però quell'ossessività frenetica del film precedente e senza soprattutto la pesantezza intellettualistica di un Kieslowski; il percorso iniziale della lettera, il momento di stand-by di un atto comunicativo che sta per compiersi, non ha quella cerebralità dei cavi telefonici di Film rosso ma quella libertà del viaggio postale di François Truffaut e Kevin Costner (ricordate Baci rubati e L'uomo del giorno dopo?). E' un film pieno di affetti cercati quello di Tom Tykwer, magari a volte con una leggera ridondanza che è solo sospetto di esibizione, ma che spesso appare sentito, fluido (il finale in cui sembra restare sospeso sull'immagine della scogliera, con un movimento di macchina lento che non ne vuole sapere d'interrompersi) e con il volto di Franka Potente capace davvero di bucare lo schermo.
Simone Emiliani

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