La programmazione di Fuori Orario dal 1° al 7 novembre

Nellaa programmazione di Fuori Orario di questa settimana, il Portogallo di Raul Ruiz, l’ultimo Godard e i fantasmi di Auschwitz di Losnitza

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CORSO SCENEGGIATURA CINEMA E TV, in presenza o online, NUOVA DATA DAL 27 MARZO
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Domenica 1° novembre 2020 dalle 2:45 alle 6:00

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Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

presenta

I Poteri Magici Del Cinema: Una Psicopatologia

7 – La ronde

A cura di Lorenzo Esposito

I MISTERI DI LISBONA –  Episodi 1-3

(Mistérios de Lisboa, Portogallo/Francia/Brasile, col., v. o. sott. it.)

Episodio 1: Il Bambino Senza Nome, dur. 52’58”;

Episodio 2: Il Conte di S. Barbara, dur. 53’31”;

Episodio 3: L’Enigma di Padre Dinis, dur. 53’44”

Regia: Raúl Ruiz

Con: Adriano Luz, Melvil Poupaud, Joana de Verona, Albano Jeronimo, Léa

Seydoux, Alfonso Pimentel, Ricardo Pereira, Maria João Bastos, Malik Zidi.

Il penultimo film del grande maestro cileno, realizzato due anni prima della morte, è anche una affascinante e geniale serie televisiva in sei puntate. Tratto dal romanzo omonimo (1854), delgrande scrittore portoghese Camilo Castelo Branco, racconta le disavventure di un giovane orfano fra Portogallo, Francia, Italia e Brasile, tra nobildonne infelici, misteriosi religiosi e facoltosi avventurieri, identità nascoste e intrighi inesplicabili.

Venerdì 6 novembre 2020 dalle 01:15 alle 06:00

L’Origine Del XXI Secolo

1 – Il tempo ritrovato

A cura di Lorenzo Esposito

HEIMAT È UNO SPAZIO NEL TEMPO   PRIMA VISIONE TV

(Heimat ist ein Raum aus Zeit, Germania, 2019, b/n, dur., 218’, v.o.sott.in it.)

Regia: Thomas Heise

Presentato nella sezione Forum del 69° Festival Internazionale del Film di Berlino (Berlinale).

Vincitore di molti premi internazionali tra cui ricordiamo miglior film al Festival di Nyon, premio Chantal Akerman al Festival di Gerusalemme e premio speciale della giuria al Festival di Montreal.

Nato nel 1955 nella Repubblica Democratica Tedesca, Thomas Heise, dopo aver studiato cinema e lavorato come assistente, comincia fin dai primi anni Ottanta a scrivere opere teatrali e radiofoniche e a realizzare documentari che, fino alla caduta del Muro nel 1989, vengono tutti sistematicamente censurati e vietati. Dopo la riunificazione, il suo lavoro sulla cultura dell’Est e la sua attenzione per i temi più critici della storia e della società contemporanea tedesca, vengono definitivamente recuperati e riconosciuti. Heimat è uno spazio nel tempo si pone come la summa di questo percorso filmico e di vita. A partire dall’archivio personale – diari, lettere, fotografie, saggi e temi di gioventù – Heise, che legge ad alta voce e filma i materiali, viaggia lungo l’immenso territorio tedesco inseguendo le tracce della corrispondenza (treni, ferrovie abbandonate, strade bucate da voragini, paesaggi a perdita d’occhio, il campo di lavoro di Zerbst, le architetture di Mainz) e ripercorre la storia di quattro generazioni della propria famiglia mostrandone il legame indissolubile e la conversazione ininterrotta con la Storia nazionale e l’Europa. Il Tempo, così ritrovato, condensa memoria e movimento in uno spazio che parla delle nostre origini e profetizza il secolo successivo.

Sabato 7 novembre dalle 02:00 alle 7:30

Le Origini Del XXI Secolo

2 – Le mille e una notte

A cura di Lorenzo Esposito

Le LIVRE D’IMAGE

(Francia-Svizzera, 2018, col., dur., 86’35”, v.o. sott. italiano)

Di: Jean-Luc Godard

Palma d’oro speciale al Festival di Cannes del 2018, l’ultimo capolavoro di Jean-Luc Godard, realizzato con la collaborazione di Jean Paul Battaggia, Fabrice Aragno, Nicole Brenez, è il frutto di un lavoro incessante durato ormai sessant´anni: il corpo a corpo col cinema, il movimento della mano nella pratica del montaggio (che ha definito”mon beau souci”), la perenne infanzia dell’arte come rinnovata cosmogonia  e “ardente speranza”.

Sulla soglia dei 90 anni Godard procede con un incessante “aller et retour” nella sterminata selva di lacerti letterari e cinematografici (di ogni formato e provenienza), nella polifonia delle voci, nello scontro di costellazioni da cui emergono il romanzo di Cossery, Une ambition dans le desert e l’evocazione dell’Arabia felice di Dumas.

Negli ultimi anni Godard ha ripetuto spesso la frase paolina “L’immagine verrà al tempo della resurrezione”. Dopo l’adieau au language, nella sua battaglia contro il Logos, il Libro, la Legge, con Le livre d’Image si può forse cominciare a pensare come le immagini – anche nella catastrofe contemporanea dello spettacolo – possono ancora essere il contrario della legge e della rappresentazione, e come anzi possano contrastarle.

Verso la fine di Le livre d’image la voce cavernosa di Godard, nel nero dello schermo, come proveniente dall’oltre tomba, riprende e distorna le frasi di Peter Weiss: “Anche se nulla doveva essere come lo avevamo sperato, questo non cambierebbe nulla alle nostre speranze, esse resterebbero un’utopia necessaria, il campo delle speranze è più vasto di quello del nostro tempo, e così come il passato era immutabile, allo stesso modo le speranze resterebbero immutabili”.

I PONTI DI SARAJEVO

(Film collettivo, Le ponts de Sarajevo, Francia/Italia/Svizzera/Bosnia-Herzegovina/Bulgaria/Germania/Portogallo, 2014, b/n e col.)

Les ponts de Sarajevo è una risposta caleidoscopica che ragiona su questa città circondata dalle montagne e attraversata dalla Miljacka, su cui si alzano i ponti del titolo e il Ponte Latino, dove l’arciduca fu ucciso. Uno sguardo polifonico su Sarajevo, dalla prima guerra mondiale ai nostri giorni, passando per il suo assedio, episodio centrale della guerra civile in Jugoslavia, che durò quattro anni (1992-96). Tredici film infine raccolti a farne uno solo e separati dall’animazione di François Schuiten, che disegna mani che si cercano al di sopra di un fiume, allacciandosi e formando un ponte che brucia e risorge di nuovo.

Se Sarajevo è l’orizzonte comune alle opere, ciascun segmento esprime la singolarità del proprio autore e della cultura di provenienza. Il film è stato presentato fuori concorso a Cannes 2014. Gli altri episodi sono diretti da: Ursula Meier, Aida Begic, Leonardo Di Costanzo, Jean-Luc Godard, Kamen Kalev, Isild le Besco, Sergei Loznitsa, Vincenzo Marra, Vladimir Perisic, Marc Recha, Teresa Villaverde

GAVRILO PRINCIP, ULTIME LETTERE

(Princip, text)

Regia: Angela Schanelec

Una giovane coppia legge alcuni estratti da un’intervista dell’epoca a Gavrilo Princip.

VIGILIA

(Das Spektrum Europas)

Regia: Cristi Puiu

Prigioniero delle proprie illusioni, Mr. Popescu fa a sua moglie una lezione notturna di storia cercando, attraverso le pagine del libro di Hermann von Keyserling (“Das Spektrum Europas”), di assemblare i pezzi discordanti di un puzzle ancora oggi incompleto.

AUSTERLITZ                                    

(Id., Germania, 2016, b/n, dur. 90’ 34”, v.o. sott. italiano)

Regia: Sergei Loznitsa

Ci sono luoghi in Europa che sono rimasti come ricordi dolorosi del passato, fabbriche dove gli esseri umani erano trasformati in cenere. Questi luoghi sono ora luoghi della Memoria, aperti al pubblico sono visitati da migliaia di turisti ogni anno. Il titolo del film si riferisce al romanzo omonimo scritto da W.G. Sebald, dedicato alla memoria della Shoah. Questo film è una osservazione dei visitatori di un sito per il ricordo, nato negli spazi di un ex campo di concentramento. Perché le persone ci vanno? Che cosa stanno cercando?

 

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