La programmazione di Fuori Orario dal 12 al 18 giugno

Su Fuori Orario da stanotte a sabato 18, saranno riproposte le prime due puntate di Diario di un maestro e inizia un ciclo sul cinema di Marco Bellocchio.

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CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

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Domenica 12 giugno dalle 4.00 alle 6.00

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Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Luciani Turigliatto

presenta

LA SCUOLA PARLA, LA SCUOLA MUTA (1970-1980) (2) 

A cura di Fulvio Baglivi e Roberto Turigliatto

Fuori Orario presenta per tre domeniche consecutive film girati all’interno delle scuole in Italia nel decennio 1970-1980. Dopo I bambini e noi di Luigi Comencini andato in onda con Ultimo giorno di scuola di Thomas Harlan, domenica 12 giugno va in onda, per problemi di durata soltanto le prime due puntate, Diario di un maestro (1973), film eccezionale di un grande cineasta come Vittorio De Seta autore anche di Quando la scuola cambia, inchiesta del 1978, che sarà trasmessa domenica 19 giugno in contemporanea con il Festival Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro. 

DIARIO DI UN MAESTRO (puntate 1, 2)

(Italia, 1972, col., durata totale 136’ca)

Puntata 1 durata 70’

Puntata 2 durata 66′

Regia: Vittorio De Seta

Tratto dal libro autobiografico Un anno a Pietralata di Albino Bernardini.

Con Bruno Cirino e i ragazzi di una scuola della periferia romana.

Trasmesso la domenica sera su Raiuno in quattro puntate, dall’11 febbraio al 4 marzo 1973.

In una scuola della estrema periferia romana un giovane insegnante, nuovo dell’ambiente, invece di disinteressarsi della sua aula semivuota, decide di affrontare il problema del mancato rispetto dell’obbligo scolastico non in maniera burocratica, ma cercando per il quartiere i bambini che non frequentano le lezioni e dando a queste un assetto assolutamente atipico, quasi rivoluzionario per i programmi dell’epoca. Ne nasce un’esperienza di arricchimento reciproco tra i piccoli alunni e il maestro il quale, agli occhi dei telespettatori, rappresenta la persona che pratica quegli ideali da tanti altri solo predicati.

Dallo sceneggiato televisivo di oltre quattro ore venne tratta un’edizione della durata di poco più di due ore che uscì nelle sale cinematografiche due anni dopo.

L’intero film di Vittorio De Seta è disponibile su RaiPlay: https://www.raiplay.it/programmi/diariodiunmaestro

 

Venerdì 17 giugno dalle 1.15 alle 6.00

SOGNI DELLA FARFALLA

IL CINEMA DI MARCO BELLOCCHIO 

(seconda parte: FARE CINEMA A BOBBIO) 

a cura di Roberto Turigliatto

LA LOTTA                                    PRIMA VISIONE TV

(Italia, 2018, col., dur., 14’)

Regia e sceneggiatura: Marco Bellocchio

Con: Fabrizio Falco, Barbara Ronchi, Ione Bertola

Realizzato all’interno del progetto “Fare Cinema”

Il fiume Trebbia in una giornata d’estate. Sulla riva opposta, in lontananza, una pattuglia di soldati nazisti, le armi in pugno, sono all’inseguimento di qualcuno. Tonino è il fuggiasco, un partigiano al quale non resta che tuffarsi nel fiume. Un fiume che però lo riporterà alla sua vita reale.

PAGLIACCI

(Italia, 2016, col., dur., 19’)

Regia e sceneggiatura: Marco Bellocchio

Con: Lucia Ragni, Luca Micheletti, Federica Fracassi, , Rebecca Liberati, Corrado Invernizzi, Mino Manni

Realizzato all’interno del progetto “Fare Cinema”.

In un teatro di paese si stanno svolgendo le prove di uno spettacolo tratto dall’opera I Pagliacci. Non c’è orchestra ma solo un pianoforte e i cantanti. Tra i pochi nel pubblico c’è la madre del cantante, una ricca signora del luogo e finanziatrice del progetto, la sorella e poche altre persone coinvolte nello spettacolo. Nel corso di una serata a cena in casa della ricca signora durante una seduta di ipnosi vengono fuori i rancori ed i dolori dei due figli nei confronti della loro madre e l’impossibilità da parte loro di liberarsene.

SANGUE DEL MIO SANGUE

(Italia, 2015, col., dur., 107’)

Regia e sceneggiatura: Marco Bellocchio

Con: Roberto Herlitzka, Pier Giorgio Bellocchio, Lidiya Liberman, Fausto Russo Alesi, Alba Rohrwacher, Federica Fracassi, Alberto Cracco, Filippo Timi, Ivan Franek

Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Federico, un giovane uomo d’armi, viene sedotto come il suo gemello prete da suor Benedetta che verrà condannata ad essere murata viva nelle antiche prigioni di Bobbio. Nello stesso luogo, secoli dopo, tornerà un altro Federico, sedicente ispettore ministeriale, che scoprirà che l’edificio è ancora abitato da un misterioso Conte, che vive solo di notte.

“Il film nasce per caso, dalla scoperta delle antiche prigioni di Bobbio, chiuse e abbandonate. Questa scoperta ha ispirato il primo episodio del film che narra di Benedetta, una monaca murata viva nella prigione-convento di Santa Chiara a Bobbio. Il riferimento alla monaca di Monza era esplicito. Da La monaca nasce Sangue del mio sangue, che è la storia del processo di Benedetta e delle prove a cui è sottoposta perché confessi la sua alleanza con Satana, con l’immuratio finale. Questa storia così remota mi ha suggerito infine un ritorno al presente, all’Italia di oggi, un’Italia paesana garantita e protetta dal sistema consociativo e corruttivo di partiti e dei sindacati che la globalizzazione sta radicalmente ‘trasformando’ (non si capisce ancora se in meglio o i n peggio “ (Marco Bellocchio)

ADDIO DEL PASSATO

(Italia, 2002, col., dur., 47’)

Regia: Marco Bellocchio

Sulle tracce de luoghi in cui visse il musicista, Bellocchio si riaccosta a Verdi (citato in I pugni in tasca) e alla natia Piacenza. Il leitmotiv è costituito da La traviata, con le sue tante interpretazioni e le sue tante Violette Valéry. Tra i vecchi coristi ai tavoli di una cooperativa, tra i musicisti e i cantanti che s’interrogano sull’opera e i personaggi, si insinuano nel film le vecchie immagini dell’adolescenza di Bellocchio e dei suoi fratelli.

 

Sabato 18 giugno dalle 1.40 alle 6.30

SOGNI DELLA FARFALLA

IL CINEMA DI MARCO BELLOCCHIO

(seconda parte: FARE CINEMA A BOBBIO)

a cura di Roberto Turigliatto

NEL NOME DEL PADRE      director’s cut del 2011

(Italia, 1972-2011, col., dur., 85’)

Regia: Marco Bellocchio

Con: Yves Beneyton, Renato Scarpa, Laura Betti, Lou Castel, Piero Vida, Aldo Sassi, Gisella Burinato

“Non si tratta di un restauro, ma di una nuova opera inedita e attuale: un singolare director’s cut che, per la prima volta, invece di durare più a lungo rispetto all’originale, risulta più corto: 90 minuti per questa nuova versione contro i 105’ del film uscito in sala nel 1971” (Marco Bellocchio)

“Il motivo per cui riprendo in mano Nel nome del padre con questa nuova versione – racconta Bellocchio – non è per aggiungere, ma per sottrarre […] Ho voluto liberare le immagini cercando di privilegiare quanto di lieve, di caldo, di paradossale, di surreale anche di crudele – senza essere gratuitamente sadico – di sarcastico, di raramente affettivo c’era nel film…Nei quarant’anni successivi mi è tornata in mente, a intervalli vari, anche lunghissimi, l’idea, la convinzione che Nel nome del padre non avesse ancora trovato la sua forma definitiva”.

Anni cinquanta, un collegio dei preti dall’atmosfera oppressiva, un universo chiuso e repressivo che riproduce grottescamente quello della società con le sue schiavitù e le sue rimozioni. L’arrivo di un allievo ribelle e anticonformista scatena le tensioni latenti nel collegio sfociando in una inutile rivolta.  Ispirato a ricordi personali di Bellocchio, “il film più caotico del suo autore, fatto di bagliori improvvisi, di invenzioni assolute, di frenesia incontrollabile, ma anche di una bellezza visiva quasi pittorica che ne compensa il dolore lacerante”. (Adriano Aprà)

SORELLE MAI

(Italia, 2010, col., dur., 104’)

Regia: Marco Bellocchio

Con: Pier Giorgio Bellocchio, Elena Bellocchio, Maria Luisa Bellocchio, Letizia Bellocchio, Gianni Schicchi Gabrieli, Donatella Finocchiaro, Alba Rohrwacher Valentina Bardi, Irene Baratta, Alberto Bellocchio, Anna Bianchi

Il film, presentato Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia,, è composto da sei segmenti girati a Bobbio tra il 1999 e il 2008 nell’ambito del corso “Fare Cinema” tenuto da Marco Bellocchio. I primi tre segmenti erano già presenti nel film Sorelle del 2006.“Ho accettato l’idea di tenere il laboratorio di regia Fare Cinema, a Bobbio, mettendo dentro all’esperienza qualcosa di personale che mi consentisse un atteggiamento non teorico ma di partecipazione e personale divertimento. Si vede infatti nel film una bambina, mia figlia, crescere dai quattro ai quattordici anni. E l’altro figlio, di vent’anni più grande, in continui travestimenti, come se fosse inseguito da vari fantasmi… Nella mia storia giovanile c’è stata la ribellione e anche il coraggio del distacco, che non ha lasciato in me rimpianti o sensi di colpa, se non l’inevitabile confronto tra il mio destino e quello delle mie sorelle che invece sono rimaste in paese. Mai (“Sorelle Mai”) è un cognome di fantasia, ma anche allude a quella trappola che per le due sorelle è stata la famiglia. Senza aver avuto la possibilità di una vita autonoma (nel senso che sono sempre state scoraggiate ad averla), sono rimaste sempre in casa come certe signorine dell’Ottocento, in un mondo gozzaniano o pascoliano, o cecoviano. Io che sono più giovane non ho responsabilità oggettive di questa loro “prigionia”, ma sento ugualmente una certa tristezza per la loro vita di confortevoli rinunce. E tanto affetto. Sorelle Mai è dedicato a loro. Il film racconta la crescita di una ragazza e le trasformazioni dell’ambiente intorno a lei. Avendo girato nel corso di dieci anni e senza alcuna idea di raccogliere gli episodi in un film, abbiamo lavorato in maniera libera, spontanea. Gli episodi nascevano uno dall’altro, da un anno all’altro. È il tempo il vero protagonista del film, ciò che ne regge l’intero senso, al di là di ogni valutazione estetica che gli si può dare. Che si conclude definitivamente nel tempo presente.  Ho inserito dei piccoli frammenti de I pugni in tasca non per una citazione intellettualistica, ma perché essendo gli stessi luoghi, gli stessi ambienti, mi piaceva inabissare improvvisamente e rapidamente la storia di Sorelle Mai in un’altra storia lontanissima nel tempo. Vissuta e rappresentata cinquant’anni prima. La casa del mio primo film da allora non è molto cambiata. Ma, almeno per me, non è più popolata di fantasmi”. (Marco Belloccchio)

VACANZE IN VAL TREBBIA      

(Italia, 1980, col., dur., 45’)

Regia: Marco Bellocchio

Con: Marco Bellocchio, Gisella Burinato, Piergiorgio Bellocchio, Gianni Schicchi, Beppe Ciavatta, Gionata Cella

In compagnia della moglie Gisella Burinato e del figlio Pier Giorgio il regista si reca in vacanza nella sua casa di Bobbio, nell’Appennino piacentino. Si tratta di un film quasi sperimentale, a metà tra documentario e finzione, girato in due momenti diversi, in cui Bellocchio mette in scena i propri conflitti familiari, i ricordi d’infanzia, il traumatico distacco dal passato, un personale ritratto di famiglia che diventa una più ampia riflessione sulla fine delle illusioni della generazione degli anni Sessanta.

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