La programmazione di Fuori Orario dal 13 al 19 febbraio

Proseguono gli omaggi a Valerio Zurlini e Luigi Di Gianni. Venerdì notte serata sulla ‘possessione’ con Liberami e Il demonio

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CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

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Domenica 13 febbraio dalle 2.10 alle 6.00

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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Luciani Turigliatto

presenta

SENTINELLE DEL NULLA –IL CINEMA ANTROPOCENTRICO DI LUIGI DI GIANNI (4)

a cura di Simona Fina

 UN MEDICO DI CAMPAGNA

(Italia, 2012, col., dur., 38′)

Regia: Luigi Di Gianni

Con: Renato Scarpa, Davide Borettaz, Elvezia Balducelli, Raffaele Braia, Gaetano Gesmundo, Teresa Sciarretta, Teresa Di Leone

“Ero in grande imbarazzo; c’era un viaggio urgente da fare: un malato grave mi attendeva in un villaggio distante dieci miglia (…)” Così comincia Un medico di campagna, racconto scritto da Franz Kafka fra il 1916 e il 1917 e che Di Gianni ambienta in una Puglia lunare e visionaria.

APPUNTI PER UN FILM SU KAFKA  (Nella colonia penale)

(Italia,  2013, col., dur., 83′)

Regia Luigi Di Gianni

Con: Renato Scarpa Pietro Faiella Raffaele Braia Antonio Scalici Piergiuseppe Francione

Elvezia Balducelli Gaetano Gesmundo

Nella colonia penale è un racconto di Franz Kafka scritto nel 1914, in cui si narra il preludio di una condanna a morte. È la fredda descrizione dell’imminente esecuzione capitale di un soldato, reo di insubordinazione e oltraggio a un superiore.

La sua colpa è di essersi addormentato durante il turno di guardia dinanzi alla porta del capitano e di non aver quindi eseguito l’ordine del saluto militare allo scoccare delle ore. All’esecuzione sono presenti un soldato, il quale controlla il condannato con una pesante catena, l’ufficiale che dovrà eseguire la condanna e un esploratore straniero. L’esecuzione vera e propria sarà condotta con uno strano macchinario, “un apparecchio singolare”, come lo chiama lo stesso ufficiale all’inizio del racconto. Questa macchina, infatti, è programmata per uccidere lentamente incidendo più e più volte, con tanti aghi di vetro, sulla pelle del condannato l’ordine non rispettato (in questo caso “ONORA IL TUO SUPERIORE”!), passando e ripassando sulle ferite con una sempre maggiore profondità… Dalla visionaria opera di Kafka prende spunto la riflessione di Luigi Di Gianni, in un viaggio onirico e letterario a cavallo tra fiction e docufiction, tra le nebbie e gli inquietanti scenari del Delta del Po.

ENCICLOPEDIA AUDIOVISIVA – KAFKA                                     

(Italia-Francia-UK, 1992, col., durata 53’)

Regia: Zbigniew Rybczynski

Con: Birgit Bofarull, Peter Lucas

Girato per il progetto internazionale Enciclopedia Audiovisiva, con vari segmenti dedicati ad artisti di diverse discipline per altrettanti registi tra cui spicca anche il Gershwin di Resnais, Kafka è il film in cui Rybczynski sperimenta la tecnologia HDTV. Il cineasta polacco trova nel digitale la possibilità di movimenti di macchina impossibili con il 35mm, lavora sul colore e gli attori per raggiungere un’altra dimensione e una surrealtà straniata che incontra le opere di Kafka.

«Quando ho realizzato il mio ultimo film, Kafka, dieci anni fa, ho capito che era tempo per me di mettermi a studiare. E ho cominciato a lavorare alla programmazione dei computer. È il linguaggio del futuro, dalle implicazioni anche superiori a quelle della scrittura perché comprende un elemento affascinante, la capacità di costruire un’immagine e catturarla con un metodo scientifico. Non è difficile che in un futuro prossimo potremo sostituire alla lente ottica una «lente intellettuale», capace di una visione che attraversi il tempo e sia capace di vedere il passato e prevedere il futuro. Scopriremo che l’immagine contiene una sorta di mistero divino, che sarà testimoniato dall’ immagine multitemporale capace di penetrare in altre regioni dello spettro visivo, esattamente come oggi siamo capaci di vedere dentro ai corpi o attraverso i corpi grazie alle tecnologie specifiche». [Zbigniew Rybczynski da un incontro alla Milanesiana con enrico ghezzi e Umberto Eco nel 2003]

SETTIMO GIORNO: FRANZ KAFKA

(Italia, 1974, b/n)

Lorenzo Mondo intervista in studio il critico letterario Angelo Maria Ripellino sul suo libro Praga Magica, i contenuti, lo stile linguistico e letterario, la fortuna dell’ opera di Franz Kafka. Seguono testimonianze degli scrittori Giorgio Manganelli, Franco Fortini e il germanista Giorgio Zampa sulla figura e l’ opera di Kafka, di studenti e insegnanti sull’eredità culturale e letteraria dello scrittore boemo.

 

Venerdì 18 febbraio dalle 1.20 alle 6.00

EVIL/LIVE

Il corpo della possessione

a cura di Fulvio Baglivi e Roberto Turigliatto

LIBERAMI

(Italia, 2016, col., dur., 92′)

Di: Federica Di Giacomo

Un film sul ritorno dell’esorcismo nel mondo contemporaneo. Ogni anno sempre più persone chiamano “possessione” il loro malessere. In Italia, in Europa, nel mondo. La Chiesa risponde all’emergenza spirituale nominando un numero crescente di preti esorcisti e organizzando corsi di formazione.

Il film è frutto di un lungo lavoro di ricerca. Nella mia mente ha iniziato a comporsi uno strano puzzle postmoderno in cui l’esorcista è un nuovo guaritore, spesso l’ultima spiaggia dopo una via crucis di maghi, psichiatri e rimedi alternativi, metafora di una società in cui l’importante è trovare una cura, rapida e risolutoria.” [Federica Di Giacomo]

IL DEMONIO

(Italia 1963, b/n., dur., 94’)

Regia: Brunello Rondi

Con: Daliah Lavi, Frank Wolff, Anna Maria Aveta, Tiziana Casetti, Dario Dolci Purif

In un villaggio della campagna lucana, Purificata comincia a comportarsi come un’indemoniata dopo che l’uomo che ama ha deciso di sposare un’altra donna. Creduta da tutti una strega, sottoposta a diversi esorcismi, verrà uccisa dall’uomo cui lei ha lanciato il malocchio.

Ispirato alle ricerche dell’antropologo Ernesto De Martino.

FUORI ORARIO – NEL SUD DI ERNESTO DE MARTINO

(Italia, 2022, b/n. e col., dur., 60’ca)

Montaggio a cura della redazione di Fuori Orario con trasmissioni e servizi RAI basati sulle opere e sul pensiero di Ernesto De Martino.

 

Sabato 19 febbraio dalle 1.15  alle 6.30

COMMIATO ETERNO- IL CINEMA DI VALERIO ZURLINI  (2)

a cura di Fulvio Baglivi, Simona Fina e Roberto Turigliatto

ESTATE VIOLENTA

(Italia 1959, b/n, dur., 94′)

Regia e sceneggiatura: Valerio Zurlini

Con: Eleonora Rossi Drago, Jean-Louis Trintignant, Jacqueline Sassard, Enrico Maria Salerno, Lilla Brignone, Giampiero Littera, Tina Gloriani, Federica Ranchi, Cathia Caro, Raf Mattioli, Bruno Carotenuto

Riccione, luglio 1943. Carlo, figlio di un gerarca fascista bolognese, esonerato dal servizio militare, raggiunge i propri amici in vacanza, dove conosce Roberta, vedova di guerra e madre di una bambina. Tra i due nasce una intensa relazione che provoca la gelosia della giovane Rossana, a sua volta innamorata di Carlo. Il precipitare degli avvenimenti seguito all’11 settembre e alla caduta del fascismo costringe il padre di Carlo alla fuga e mette Carlo e Roberta davanti alle scelte drammatiche che impone la guerra e che li porteranno a una dolorosa separazione.

“La mia profonda formazione tolstoiana si rivela in questa piccola equazione: una storia privata è ingrandita e diventa straordinaria, cioè necessaria, se si presenta sullo sfondo di un grande avvenimento storico (…) Per me la coppia è sempre impossibile e non soltanto quando c’è una differenza sociale o una barriera esterna. La fusione della copia è una cosa assolutamente effimera, destinata a morire.  Ma io non credo assolutamente che un sentimento intenso non possa diluirsi e restare forte sul lungo periodo. Nei mei film, parlo sempre della fine dei sentimenti (…) Se nei miei film io creo situazioni fatte per rendere impossibile la coppia a priori, questo è solo il riflesso romanzato e drammatico di una convinzione più profonda: la fatale impossibilità della coppia”. (Valerio Zurlini)

LA RAGAZZA CON LA VALIGIA               

(Italia,1960, b/n, dur., 117′)

Regia: Valerio Zurlini

Con: Claudia Cardinale, Jacques Perrin, Romolo Valli, Corrado Pani, Gian Maria Volonté, Renato Baldini, Luciana Angiolillo

Un’estate in provincia, tra Parma e la Riviera romagnola. Aida Zepponi, una ballerina alla deriva, ha una relazione con Marcello, che ha conosciuto a Riccione, un dongiovanni che le ha fatto false promesse e ora vuole disfarsi di lei. Aida è rimasta sola e Marcello le procura un appuntamento con suo fratello sedicenne, Lorenzo, convinto di farle uno scherzo. Il ragazzo, dapprima impietosito, ben presto si innamora della ragazza. Nonostante la loro unione sembri impossibile, Lorenzo decide di invitare Aida a raggiungerlo a Parma. Il professore di matematica di Lorenzo, un sacerdote, convince Aida della rovina a cui questo amore porterà inevitabilmente il ragazzo. Aida decide di andarsene. Uno dei più bei film d’amore del cinema italiano.

“Erano due personaggi stranamente assortiti, appartenenti a mondi differenti, due solitari che esprimono nel loro incontro la volontà di aiutarsi reciprocamente. Questo cocktail, non mescolato a freddo con ingredienti sconosciuti, rivela subito tutta la sua potenzialità esplosiva.” (Valerio Zurlini)

LA PIETÀ DI NOVEMBRE (seconda parte)                                                     

(Italia, 1968, dur., 60’ circa)

Dramma: Franco Brusati

Regia: Valerio Zurlini

Regia televisiva: Lino Procacci

Musica: Ivan Vandor

Interpreti: Giorgio Albertazzi, Anna Proclemer, Diana Torrieri, Augusto Mastrantoni, Carlo Sabatini

Zurlini fu il regista teatrale del dramma di Franco Brusati che ebbe la prima Roma al Teatro Eliseo il 21 marzo 1966. La Rai ne realizzò la versione televisiva, con la regia televisiva di Lino Procacci, che andò in onda il 28 dicembre 1968 sul Secondo programma RAI. Mai più andato in onda successivamente, la versione televisiva di La pietà di novembre fu poi riscoperta da Fuori Orario. È la storia di Luca, un giovane dalle ambizioni sbagliate, che vuole dimostrare con una grande impresa, con un gesto tragico, le sue capacità. Qui la vicenda si inserisce e si dissolve in quella di Lee Oswald che uccide il presidente Kennedy per entrare nella storia. Brusati vuole rappresentare una gioventù sbandata spinta da falsi ideali eroici.

 

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