La programmazione di Fuori Orario dal 14 al 20 marzo

Su Fuori Orario tra stanotte e sabato 20 omaggio a Sergio Citti con Il minestrone e il 6° episodio di Sogni e bisogni. Poi Truffaut, Zulawski, Dumont e Ciprì e Maresco.

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Domenica 14 marzo dalle 2.45 alle 6.00

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Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

presenta

STORIE SCELLERATE

PASSO DOPO PASSO NEL NERO PIU’ NERO (3)

a cura di Fulvio Baglivi e Roberto Turigliatto

IL MINESTRONE

(Italia, 1981, col., durata 1° e 2° parte 116’35”)

Sceneggiatura: Sergio Citti, Vincenzo Cerami

Musiche: Nicola Piovani

Scenografia: Dante Ferretti

Con: Roberto Benigni, Ninetto Davoli, Franco Citti, Fabio Traversa, Giorgio Gaber, Olimpia Carlisi, Daria Nicolodi

All’inizio ci sono due “morti di fame” che rovistano nell’immondizia per procurarsi qualcosa da mangiare. Poi, attraverso molteplici traversie, il gruppo si infoltisce, i tentativi di cibarsi pure, ma gli esiti sono sempre all’insegna dell’insuccesso e della frustrazione. Si finirà, al seguito di una specie di santone, tra vette innevate, ad ascoltare musica da banda, ma con la fame ancora insaziata. Una “parabola” (buñueliana) sulla fame dei miseri.

BLOB CINICO TV

(Italia, 1992, b/n, dur., 40’)

Regia: Daniele Ciprì, Franco Maresco

Il bianco e nero contrastato, l’umanità mostruosa, i rutti e i peti mandati in prime time scompaginarono le certezze dell’intellighenzia e sconvolsero la visione sonnolenta del pubblico. A distanza di quasi trenta anni il mondo del ciclista Francesco Tirone, del petomane GiuseppePaviglianiti, del cantante fallito Giovanni Lo Giudice, delle ‘schifezze umane’ Carlo e Pietro Giordano, dell’afasico uomo in mutande Miranda, dell’occhialuto Giuseppe Filangeri resta una delle vette critiche ed estetiche mai immaginate in Italia, che chiudono e rilanciano un secolo di cinema. “Non urlo o risata fragorosa: urli muti, subito troncati, senza eco, e risate a freddo. Comicità minima e iperbolica.”

 

Venerdì 19 marzo dalle 1.10 alle 6.00

DETECTIVE SELVAGGI ovvero L’arte del romanticismo secondo François Truffaut e Andrzej Zulawski

a cura di Lorenzo Esposito

BACI RUBATI

(Baisers volés., Francia 1968, col., dur. 89’33’’, v.o. con sottotitoli in italiano)

Regia e sceneggiatura: François Truffaut

Con: Jean-Pierre Léaud, Claude Jade, Delphine Seyrig, Michel Lonsdale, Daniel Ceccaldi, Claire Duhamel, Harry-Max, André Falcon

Terzo capitolo della saga dedicata al personaggio di Antoine Doinel, Baci rubati si è aggiudicato il Premio Louis-Delluc 1968. Il film è dedicato a Henri Langlois che, proprio nei giorni delle riprese, era stato destituito dal governo francese. Truffaut dichiara: “Da quel momento ho condotto una doppia vita di regista e di militante, facendo telefonate tra una ripresa e l’altra […]”.

Il giovane Antoine Doinel, riformato dal servizio militare per instabilità di carattere, ritorna dalla sua fidanzata, Christine Darbon. Le cose però tra i due giovani non vanno bene. Nel frattempo Antoine, che lavora come portiere di notte in un albergo, viene licenziato perché aiuta involontariamente un detective a cogliere in flagrante un’adultera. A questo punto viene assunto dall’agenzia investigativa dove lavora lo stesso detective ed è incaricato di sorvegliare le commesse del negozio di scarpe del signor Tabard. Antoine si innamora perdutamente della moglie dello stesso Tabard con la quale avrà un incontro amoroso. Viene nuovamente licenziato e diventa tecnico riparatore di televisori. Un giorno Christine, che non lo ha mai dimenticato, rompe il suo apparecchio televisivo e chiama Antoine per ripararlo. Antoine, ormai maturo, fa l’amore con lei e le chiede di sposarlo. I due fidanzatini siedono tranquilli su una panchina, quando un signore misterioso, che da tempo pedinava Christine, si fa avanti e rivela alla ragazza il proprio amore assoluto e si dice certo che lei saprà abbandonare il mondo del provvisorio per unirsi a lui. E si allontana.

“In un film come Baci rubati, i personaggi hanno il sopravvento sulle situazioni, sull’ambiente, sul tema, sono più importanti della composizione stessa, più importanti di tutto il resto […] Ma il perno del film, la sua ragione di essere era ancora una volta Jean-Pierre Léaud. Se da un film da lui interpretato il pubblico di Baci rubati si fosse aspettato una testimonianza sulla gioventù moderna, sarebbe rimasto deluso, perché Jean-Pierre Léaud m’interessa proprio per il suo anacronismo e il suo romanticismo: lui è un giovane del XIX secolo”. (F. Truffaut, Il piacere degli occhi, Marsilio 1988)

COSMOS

(Id., Francia-Portogallo, 2015, col., dur. 97’ 45’’, v.o. con sottotitoli in italiano)

Regia e sceneggiatura: Andrzej Zulawski

Con: Jean-François Balmer, Sabine Azéma, Jonathan Genet, Johan Libéreau, Victoria Guerra, Clémentine Pons

Ultimo film del grande regista polacco, Cosmos è stato presentato in Concorso al Locarno Film Festival dove ha vinto il Premio per la Miglior Regia. Tratto dal capolavoro omonimo di Witold Gombrowicz, Cosmos segue le ‘avventure’ di due giovanotti che partono per la campagna per una breve vacanza e, una volta trovata una piccola pensioncina familiare, vengono assediati da segni misteriosi che sembrano sorgere dai tratti più ovvii del quotidiano: un passero impiccato, un legnetto appeso a un muro… La pensione è abitata da personaggi inquietanti (la padrona, il marito, la figlia) che vanno a intricare l’enigma attorno a una trama cosmico-poliziesca che corre inesorabile verso la catastrofe finale. Se per Zulawski Cosmos, il film, considera Gombrowicz uno scrittore “non spasmodico, ma rapido, breve, estremamente ritmico, in una parola caustico” (Mubi, Interview with Zulawski), per Gombrowicz, come annotò nel suo Diario, Cosmos è “un romanzo sulla formazione della realtà”.

 

Sabato 20 marzo dalle 1.30 alle 6.30

STORIE SCELLERATE

PASSO DOPO PASSO NEL NERO PIU’ NERO (4)

a cura di Fulvio Baglivi e Roberto Turigliatto

SOGNI E BISOGNI – Cuore nero (puntata 6)
(Id., Italia, 1984, colore)

Regia: Sergio Citti

Interpreti: Ugo Tognazzi, Marilù Tolo, Sasà Muccardi
Film TV in 10 episodi più un prologo trasmesso dalla RAI a partire dal 6 ottobre 1985.

Wanda e Matteo De Amicis sono due ricchi proprietari di terreni, case, macchine, barche. Ma non è nulla senza un figlio. Allora decidono di adottarne uno e per dimostrare la propria generosità lo vogliono nero, dell’Africa nera, affamato e malato.

P’TIT QUINQUIN

(Francia, 2014, col., dur., 205’, v.o.sott.it.)

Regia: Bruno Dumont

Con: Alane Delhaye (P’tit Quinquin), Lucy Caron (Eve Terrier), Bernard Pruvost (com Van der Weyden), Philippe Jore (ten/lt. Carpentier), Philippe Peuvion (il padre di/father of Quinquin), Cindy Louguet (la signora/Mme Campin)

Stupefacente serie in 4 puntate (che può anche venire presentata come film lungo). Una detection poliziesca nella campagna francese per scoprire chi ha smembrato una giovane donna: con due maldestri e scaltri poliziotti, il comandante Van der Weyden e Rudy Carpentier, che si muovono come in una comica burlesque sotto gli occhi di un bambino…  Il sorpendente cambio di registro di Bruno Dumont, secondo il quale “la commedia ha lo stesso potere esplosivo del dramma, la capacità di arrivare dritti al cuore delle cose, ed è sempre una possibilità e un rischio”.

BLOB CINICO TV

(Italia, 1992, b/n, dur., 40’)

Regia: Daniele Ciprì, Franco Maresco

 

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