La programmazione di Fuori Orario dal 15 al 21 gennaio

Da stanotte a sabato 21, tre puntate di Le affinità elettive di Gianni Amico. E poi Antonioni (Il mistero di Oberwald), Puiu (Malmkrog) e Machaty (Ballerine)

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Domenica 15 gennaio dalle 2.30 alle 6.00

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Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Luciani Turigliatto

presenta

LE AFFINITÀ ELETTIVE         

(Italia, 1979, col., durata totale 209′) 1, 2 e 3 puntata

Regia: Gianni Amico

Interpreti: Francesca Archibugi (Ottilia), Nino Castelnuovo (il Capitano), Paolo Graziosi (Edoardo), Veronica Lazar (Carlotta), Edoardo Torricella, Federico pacifici, Lucia Poli

La teoria delle affinità chimiche applicata alla dinamica dell’amore. Una coppia sposata a contatto di due ospiti va incontro al disfacimento, due nuove coppie si formano e si dividono a loro volta tragicamente. Andato in onda in tre puntate, il romanzo di Johann Wolfgang Goethe (pubblicato nel 1809) nella rilettura di Gianni Amico è una delle migliori reinterpretazioni di un classico della letteratura nella storia delle produzioni RAI. Marco Melani e Italo Alighiero Chiusano hanno collaborato con Amico alla sceneggiatura. “Le affinità elettive appartiene a un genere letterario molto moderno, quello del romanzo-saggio. Mi ha colpito soprattutto l’intuizione della psicanalisi, sia come problematica che come scienza. Un’intuizione che ha dell’incredibile se si pensa che il romanzo è stato scritto cent’anni prima di Freud. Oggi solo i classici sono veramente moderni. Parlando genericamente possiamo dire che il romanzo comincia come una commedia mondana in un clima illuminista e termina come una tragedia romantica” (Gianni Amico)

 

Venerdì 20 gennaio dalle 1.30 alle 6.00

EUROPA 2023 –  L’ETERNO RITORNO. OMAGGIO AL TRIESTE FILM FESTIVAL (1)

a cura di Roberto Turigliatto

Fuori Orario dedica due notti al Trieste Film Festival, ideato da Anna Maria Percavassi nel 1987 col nome di Alpe Adria, e diretto attualmente da Nicoletta Romeo, un Festival  che si è affermato negli anni come la manifestazione italiana più ricca e  articolata dedicata alle cinematografie dell’Europa Centro-Orientale e oltre. Un’attenzione che è stata propria anche di Fuori Orario, di cui molti degli autori di predilezione appartengono a quelle aree geografiche e culturali, da Béla Tarr a Andrei Ujica a tanti altri. Nella seconda notte, venerdì 27 gennaio,  Fuori Orario presenterà film di Andrzej Zulawski (cui il festival ha dedicato una retrospettiva  nel 2003) e Jerzy Skolimowski.  Il Trieste Film Festival si svolge dal 17 al 28 gennaio 2023.

MALMKROG             

(Malmkrog, Ungheria-Francia-Russia-Germania, 2020, col., dur., 201’, v. o sott. it.)

Regia: Cristi Puiu

Con: Frédéric Schulz-Richard; Agathe Bosch, Marina Palii, Diana Sakalauskaité, Ugo Broussot, István Téglás, Zoe Puiu

Presentato alla Berlinale nel 2020 nella sezione Encounters dove ha vinto il premio per la miglior regia e al Festival di Trieste in prima italiana.

L’ultimo film del grande regista rumeno, di cui tutti i film sono stati presentati al Trieste Film Festival e spesso mostrato anche a Fuori Orario,  è tratto dall’opera I tre dialoghie il racconto dell’Anticristo,(conosciuto anche come Dialoghi sulla guerra, la morale e la religione) dello scrittore russo Vladimir Sergeevič Soloviev (1853-1900),  pubblicata nel 1899. Autore di numerose opere, Solovievè stato filosofo, teologo, poeta, critico letterario, amico di Dostoevskij, e forse perfino ispiratore del personaggio di Ivan Karamazov.

Puiu, che aveva già messo in scena il  testo in un atelier a Tolosa,  lascia intatta la forma dialogica  –  il confronto di cinque personaggi appartenenti all’aristocrazia o all’alta borghesia  dell’Europa ottocentesca che dialogano in francese all’interno della grande magione di un anziano possidente, in un luogo che potrebbe essere la Transilvania.

I temi dei lunghi dialoghi – cadenzati dai rituali dei pranzi, e delle cene, dei te e dei brandy –  sono la natura del Cristo, il problema del male, la Resurrezione della carne, la libertà e la possibilità di salvezza, l’idea di Europa e  la guerra, la Russia e la religione universale, e, infine “Il racconto dell’Anticristo”, l’Apocalisse. Su tutto sembra già incombere la catastrofe dell’Europa del nuovo secolo che verrà.

Il film è caratterizzato da  un’attenzione formale e un senso della messa in scena non comuni nel cinema contemporaneo, con la macchina da presa che si muove e disegna geometrie seguendo i cambiamenti di visione e “posizione” (storica, politica, morale) dei dialoghi, e creando anche delle discrepanze cronologiche. Fino al di punto di rottura.

CONVERSAZIONE TRA I REGISTI CRISTI PUIU E THANOS ANASTOPOULOS

(2021, v.o. inglese con sott., it., dur., 80’ circa)

Conversazione realizzata per l’anteprima italiana di Malmkrog, svoltasi online a causa del lockdown, in cui i due registi  dialogano  – a partire da Malmkrog – sui rispettivi modi di fare cinema e sulle loro preoccupazioni stilistiche e formali . Il Festival di Trieste ha presentato nel corso degli anni tutti i film di Cristi Puiu.

 

Sabato 21 gennaio dalle 2.35 alle 7.00

DONNE LIBERE (1)

a cura di  Lorenzo Esposito

IL MISTERO DI OBERWALD

(Italia, 1980, col., dur., 123’)

Regia: Michelangelo Antonioni

Con: Monica Vitti, Franco Branciaroli, Luigi Diberti, Elisabetta Pozzi, Paolo Bonacelli, Amad Saha Alan

Dal dramma di Jean Cocteau L’aquila a due teste, già portata sullo schermo dal suo autore nel 1947. Nell’Europa Centrale di fine Ottocento un poeta rivoluzionario, si reca al castello di Oberwald  intenzionato ad uccidere la regina, vedova di un re a sua volta morto in un attentato. Ma la regina vede nel poeta un sosia del re morto, e il poeta vede nella regina una donna prigioniera del suo potere.  Tra i due nasce l’amore. Antonioni si serve della pièce per volgerla a stilizzazione favolistica e sperimentare le nuove possibilità elettroniche del video, soprattutto nella trasformazione e nella ricreazione dei colori. «Per quanto mi riguarda, penso di avere appena incominciato a scalfire la gamma ricchissima di possibilità che l’elettronica offre. Altri potranno fare di più. Una cosa posso dire e cioè che il nastro magnetico ha tutte le carte in regola per sostituire la tradizionale pellicola» (Antonioni).

BALLERINE                            

(Italia, 1936,  b/n, dur., 66’)

Regia: Gustav Machaty

Con: Silvana Jachino, Olivia Fried, Maria Denis, Laura Nucci, Maria Ray, Antonio Centa, Livio Pavanelli, Gino Viotti, Nicola Maldacea

Allieva prediletta di un vecchio maestro di danza, una ballerina si afferma in una pantomima importante. Quando il suo insegnante muore sul palcoscenico, trova nell’affetto di un giornalista l’appoggio per superare il difficile momento. Dopo qualche tempo, il giornalista le propone di sposarlo, cosa sarà del suo lavoro…?

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