La programmazione di Fuori Orario dal 19 al 25 gennaio

Hamaguchi, Ozu/Cukor e D’Anolfi-Parenti, tra memoria, illusioni e desideri. Da stanotte.

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Domenica 19 gennaio dalle 2.30 alle 6.00

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Esposito Fina Francia Luciani Turigliatto

presenta

DRIVE MY CAR                                   

(Doraibu mai kā, Giappone, 2021, col., dur., 172’, v.o. sott., it.)

Regia: Ryusuke Hamaguchi

Con: Hidetoshi Nishijima, Toko Miura, Masaki Okada, Reika Kirishima

Pur essendo attivo come regista e sceneggiatore fin dal 2008 (ha lavorato anche con Kiyoshi Kurosawa, di cui è stato allievo), è stato scoperto in Italia molto tardivamente, a seguito dei premi ottenuti proprio dal film di questa notte, a Cannes e agli Oscar, una vera e propria rivelazione che ha consacrato Hamaguchi come un nuovo maestro.  In realtà Hamaguchi era considerato internazionalmente uno dei nomi più importanti almeno da Happy Hour e Asako I e II. Hamaguchi, che è anche scrittore di cinema, dialoga nei suoi film coi grandi cineasti giapponesi classici, Ozu e Naruse, ma soprattutto con Rohmer. Fuori Orario, che ha presentato recentemente uno dei suoi primi film, Passion, continuerà a esplorare l’opera del regista.

In Drive My Car Yusuke Kafuku, attore e regista teatrale, sta cercando di riprendersi dopo una terribile tragedia familiare che due anni prima ha sconvolto la sua vita. Accetta di allestire un proprio adattamento di Zio Vanja di Anton Čechov all’interno di un festival che si svolge a Hiroshima. Il metodo di lavoro per cui è famoso prevede una troupe di attori internazionali in cui ciascuno recita nella sua lingua. A Hiroshima fa la conoscenza di Misaki, una ragazza che il festival gli assegna come chauffeur per tutto il periodo in cui lavorerà alla messa in scena dello spettacolo. Anche Misaki ha dei conti in sospeso con il proprio passato…

“…. Non è tanto il teatro a interessarmi, quanto la recitazione, il fatto di appropriarsi di un testo, di interpretarlo… Il caso sconvolge l’ordine delle cose, le certezze, la vita quotidiana, e a partire di lì due opzioni sono offerte al personaggio: o ritrovare l’ordine che esisteva precedentemente, oppure creare un ordine nuovo. Il caso provoca una rimessa in questione che conduce a una definizione più precisa di quello a cui vogliono tendere i personaggi…La mia grande influenza per quanto riguarda il sentimento amoroso è Eric Rohmer, nel quale la questione del desiderio e dei sentimenti – condivisi oppure no – è resa percettibile attraverso gli spostamenti degli attori, la distanza che egli stabilisce – o non stabilisce – tra di loro, il modo in cui uno si avvicina o si allontana dall’altro”. (Ryusuke Hamaguchi) 

CONVERSAZIONE CON RYUSUKE HAMAGUCHI           

di Roberto Turigliatto, 2023, durata 33’, v.o. sottotitoli italiani

La conversazione è stata realizzata in due tempi, prima a Venezia in occasione della presentazione in concorso di Il male non esiste, il secondo a Lisbona, durante il Leffest.  Il regista parla del suo metodo di lavoro con gli attori, del rapporto tra la parola e la messa in scena dello spazio, del ruolo del tempo nella costruzione dei suoi film, e infine dell’apparizione di un nuovo personaggio, la natura, con il Male non esiste, anche in rapporto alla sua collaborazione con la musicista Eiko Ishibashi. Nella parte di Lisbona si esamina la nascita del suo primo lungometraggio “ufficiale”, Passion, dopo il tirocinio all’Università delle Arti di Tokyo sotto la guida di Kiyoshi Kurosawa. Infine la conversazione verte sulle influenze sul suo cinema di Cassavetes, Rohmer e Edward Yang, così come dei tre grandi maestri classici giapponesi, Ozu, Mizoguchi, Naruse, influenze queste ultime che costituiscono la base del suo approccio al cinema.

 

Venerdì 24 gennaio dalle 1.40 alle 6.00

ILLUSIONE E DESIDERIO

(SATIRE DELLA SOCIETÀ DEL NON-ESSERE)

a cura di Lorenzo Esposito

FIORI D’EQUINOZIO   VERSIONE RESTAURATA

(Higanbana, Giappone, 1958, col.,  dur. 113’21’’, v.o. sott. it.,)

Regia: Yasujirō Ozu

Con: Saburi Shin, Fujiko Yamamoto, Yoshiko Kuga, Tanaka Kinuyo, Arima Ineko, Chishū Ryū, Sada Keiji 

Primo film a colori di Ozu, versione restaurata.

Wataru Hirayama, a parole padre moderno di due giovani figlie, va in crisi quando una delle due rivela di avere una relazione da molto tempo e di volersi sposare. Le donne della famiglia si uniscono per sbloccare la situazione.

A suo agio anche con la commedia, Ozu non rinuncia ad affinare il suo sguardo morale e la sua riflessione sulla modernità.

“Poiché potevo disporre di Yamamoto Fujiko (grande attrice giapponese) ho pensato di fare una commedia vivace”. “Secondo me basta fare tranquillamente dei film che incassano, senza parlare troppo di arte”. (Y. Ozu, Scritti sul cinema, a c. di F. Picollo e H Yagi, Donzelli 2016).

OUR BETTERS – I NOSTRI SUPERIORI

(Our Betters, Usa, 1933, b/n,  dur. 80’ ca.  v.o. sott. it.)

Regia: George Cukor

Con: Constance Bennet, Anita Louise, Gilbert Roland, Violet Kembler Cooper, Phoebe Foster, Grant Mitchell, Charles Starrett, Minor Watson, Hugh Sinclair

George Cukor gira questa commedia prodotta dalla RKO nello stesso anno del capolavoro Pranzo alle otto e Piccole donne.

Subito dopo il matrimonio, l’ereditiera americana Pearl Saunders sente il marito, Lord George Grayston, dire alla sua amante che l’ha sposata solo per i suoi soldi. Disillusa, diventa dura e cinica.

Cinque anni dopo, mentre con le sue feste si è fatta strada nell’alta società britannica, decide di presentare la sorella minore Bessie all’aristocrazia inglese. Bessie è subito sedotta dalla cerchia sociale della sorella maggiore, e viene invischiata in un intrigo amoroso più grande di lei che porterà le due donne a un difficile confronto.

 

Sabato 25 gennaio dalle 1.15 alle 7.00

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Esposito Fina Francia Luciani Turigliatto

presenta 

ALLA RICERCA DELLA MEMORIA. NEL SOTTOSUOLO CON D’ANOLFI/PARENTI / 1

a cura di Fulvio Baglivi

ALLA RICERCA DELLA MEMORIA – CONVERSAZIONE CON D’ANOLFI/PARENTI (1)

(Italia, 2025, col., dur., 20’ circa)

A cura di: Fulvio Baglivi

Con: Massimo D’Anolfi e Martina Parenti

Massimo D’Anolfi e Martina Parenti presentano il loro ultimo lavoro Un documento, una “strada perduta” del loro Guerra e pace (2020), riemerso e presentato a Filmmaker Festival di Milano e poi al Laceno d’oro ad Avellino. Un film “a senso unico”, che scava nella memoria di chi è arrivato in Italia attraversando deserti e muri reali e invisibili che grazie alla coppia di registi Fuori Orario manda in onda in prima visione.

UN DOCUMENTO                                        prima visioneTV

(Italia, 2025, col., dur., 102’)

Di: Massimo D’Anolfi e Martina Parenti

La voce arriva fuori dall’inquadratura, parla francese, a volte si sovrappone a quella della mediatrice linguistica, ai due medici che ascoltano facendo domande in italiano. E il lavoro per costruire questa comunicazione con la delicatezza necessaria sembra dirci già molto sulla materia di un film che i due autori hanno voluto definire “un documento”. Più che una narrazione, un’esperienza nella quale si concentrano interrogativi attuali che riguardano la cura e l’ascolto verso chi vive una fragilità, uno spaesamento e, molto spesso, non è neppure garantito da un diritto. Siamo al Niguarda, la struttura ospedaliera più importante di Milano che è stata da sempre uno dei riferimenti per le persone senza fissa dimora sul territorio. Oggi la maggioranza dei pazienti sono stranieri, al punto che nel 2000, all’interno del Dipartimento di Salute Mentale è stato creato il servizio di Etnopsichiatria. È qui che chi è privo di un riferimento territoriale trova un sostegno all’interno di percorsi di cura. Spesso si tratta di persone molto vulnerabili, traumatizzate dagli abusi subiti nel viaggio verso l’Europa.

GUERRA E PACE

(Italia, 2020, col., e b/n, dur., 129′)

Regia: Massimo D’Anolfi e Martina Parenti

Presentato nella sezione Orizzonti alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2020, l’ultimo lungometraggio della coppia di registi che Fuori Orario segue da molti anni è un lavoro complesso che indaga il rapporto tra cinema e guerra, iniziato fin dagli albori e sempre più intrecciato, che va dalle riprese in 35mm fino agli smartphone attuali. Il film si articola in quattro movimenti, legati ad altrettante istituzioni, dall’Istituto Luce All’Unità di Crisi del Ministero degli Esteri, l’Archivio del Ministero della Difesa francese e quello della Croce Rosse a Losanna.

“Guerra e pace è una riflessione sulle immagini e, come in un grande romanzo, scandito in quattro capitoli – passato remoto, passato prossimo, presente e futuro -, prova a ricomporre i frammenti della memoria visiva dai primi del ‘900 a oggi e mette in scena la moltiplicazione delle visioni che, come un costante rumore di fondo, accompagnano le nostre attuali esistenze.”


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