La programmazione di Fuori Orario dal 21 al 27 agosto

Fuori Orario prosegue con il ciclo su Edward Dmytryk (+ Richard Wallace e Orson Welles) e dedica due corpose nottate a Mario Soldati.

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CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

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Domenica 21 agosto dalle 0.50 alle 6.00

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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Luciani Turigliatto

presenta

FIUME ROSSO – Inquisizione ed anticomunismo ad Hollywood (5): Edward Dmytryk, le catene della colpa 

a cura di Paolo Luciani

La fine dell’alleanza antinazista tra Stati Uniti e Unione Sovietica dette il via al lungo inverno della “guerra fredda”.  La paura del comunismo, di sabotatori e spie avvolse come una cappa plumbea l’intero paese. Questa condizione di paranoia collettiva, identificata con il termine maccartismo ( dal senatore Joseph McCarthy), per il suo evidente riscontro mediatico, si abbatté anche e soprattutto sul mondo del cinema, tra i registi, gli attori, gli sceneggiatori, le maestranze tutte, prima alla ricerca di iscritti o simpatizzanti del Partito Comunista, subito dopo allargando una vera e propria persecuzione anche a quanti, negli anni precedenti compresi quelli dell’alleanza antinazista tra l’Urss e l’occidente,  avessero fatto parte di comitati di appoggio o solidarietà con i movimenti antifascisti, come con i repubblicani di Spagna, ovvero con gli intellettuali schierati a fianco dei movimenti europei di resistenza antinazista. Da un giorno all’altro centinaia di protagonisti e lavoratori del mondo dello spettacolo americano si trovarono inseriti in una lista nera di proscrizione, che rese impossibile loro di continuare a lavorare. Molti emigrarono in Europa, altri si mascherarono sotto pseudonimi o nomi falsi per continuare ad operare nel mondo del cinema. Quasi tutti si dovettero misurare con un vero e proprio tribunale, quello per le attività antiamericane, che con metodi degni dell’Inquisizione li poneva di fronte ad un dilemma: ripudiare pubblicamente le proprie idee, assumersi anche colpe non vere e, soprattutto, denunciare amici e colleghi. I produttori delle majors furono in prima fila nella caccia al comunista nel cinema; questa era anche la loro personale vendetta nei confronti del movimento di sindacalizzazione che, in particolare tra gli sceneggiatori e le maestranze, li aveva messi in difficoltà a partire dalla metà degli anni trenta. Naturalmente vi furono anche clamorosi casi di resistenza e denuncia: una delle prime liste di proscrizione stilata, quella dei “dieci di Hollywood”, suscitò un movimento di denuncia e condanna. Ma la forza del sistema fu tale che pochi mantennero la propria posizione iniziale di denuncia di anticostituzionalità dei processi e dei licenziamenti; amicizie e convinzioni infrante segnarono in qualche modo tutti gli anni ’50 del cinema americano. La lista fu formalmente abolita nel 1960, quando allo sceneggiatore Dalton Trumbo fu pubblicamente riconosciuto il suo contributo al film Exodus di Otto Preminger e Spartacus di Kubrick; ma soprattutto quando il processo di ristrutturazione industriale dell’industria dell’intrattenimento (cinema, tv, teatro, ecc. ) americano ebbe fine, con la presenza non più eludibile dei grandi network televisivi. In qualche modo la realtà reclamava i suoi diritti anche al cinema, sapeva scegliere con più discernimento le nuove streghe ed i nuovi mostri: la nuova Hollywood era alle porte.

Edward Dmytryk è una figura emblematica di questo periodo storico. Canadese di origine ucraina, Dmytryk svolge tutta la possibile gavetta cinematografica: alla metà degli anni ’30 risalgono le sue prime regie. Ben presto alla Rko si specializza in film di propaganda e di appoggio allo sforzo bellico Usa, il tutto declinato secondo il noir, il melodramma, il film bellico. Viene da subito inserito, unico regista, nella lista dei “dieci di Hollywood”, avendo rifiutato di rispondere alla Commissione per le attività antiamericane; incarcerato,  la sua carriera si blocca, come quella degli altri suoi compagni. In successivi interrogatori, decide invece di autodenunciarsi come ex iscritto al partito comunista e fa i nomi di tanti suoi colleghi, indicandoli come iscritti o simpatizzanti… Riprende a lavorare, firmando negli anni anche importanti successi commerciali. In alcuni di questi una critica attenta ha individuato elementi i narrativi che certamente si ricollegano alla sua drammatica esperienza.

FUORI ORARIO, con il titolo FIUME ROSSO,  ha deciso di ritornare su questo periodo del cinema americano,  presentando una scelta di film di Dmytryk, insieme con titoli ascrivibili a quel particolare momento, ad alcuni dei suoi protagonisti, siano essi registi, attori, sceneggiatori, e ad una scelta di materiali di archivio.

MISSIONE DI MORTE             

(Cornered, Usa, 1945,  b/n, dur., 98′)

Regia: Edward Dmytryk

Con: Dick Powell, Walter Slezak, Micheline Cheirel, Nina Vale, Jack La Rue, Luther Adler

Un militare dell’aeronautica canadese alla fine della guerra fa ritorno a Parigi per ricongiungersi finalmente con la giovane moglie. Qui scopre invece come sia stata uccisa, in quanto appartenente alla Resistenza, al seguito di una spiata di collaboratore della repubblica di Vichy. Risale alla identità della spia che, per far perdere le sue tracce, ha fatto in modo di essere dichiarato morto, espatriando in realtà in Argentina, coperto dalla numerosa comunità di rifugiati nazisti…Ancora una volta Dmytryk torna sul tema del tradimento e della vendetta, delle conseguenze della guerra e delle difficoltà a ritrovare una dimensione di vita pacificata. 

IL PASSO DEL CARNEFICE

(The Fallen Sparrow, Usa, 1943, b/n, dur., 89’)      

Regia: Richard Wallace

Con: John Garfield, Maureen O’ Hara, Walter Slezak, Patricia Morison, Marta O’ Driscoll

Noir che risente in maniera evidente delle contaminazioni ideologiche che fornirono ad Hollywood di schierarsi in favore dello sforzo antinazista.  Il protagonista è un americano che ha partecipato alla guerra di Spagna in difesa della repubblica; preso prigioniero e torturato, ha quasi completamente rimosso la drammatica esperienza che gli ha lasciato però profondi traumi…Tornato negli Stati Uniti. Decide di tornare a New York per indagare sulla morte di un suo amico con cui ha diviso l’esperienza spagnola…si troverà invischiato in un gioco di spie che ha per posta dei documenti segreti in suo possesso…la memoria tornerà drammaticamente. L’attore John Garfield viene ricordato come una delle vittime più illustri della caccia alle streghe hollywoodiana: rifiutatosi di rispondere alla Commissione per le attività antiamericane, sicuro che gli avrebbero rinfacciato la sua attività di attore con il Theater Group degli anni trenta, così come la sua amicizia con diversi attenzionati della Commissione – Elia Kazan, Clifford Odets, Robert Rossen, Abraham Polonsky – Garfield si rese irreperibile alla vigilia della sua deposizione; fu ritrovato solo alcuni giorni dopo, stroncato da un attacco cardiaco. 

LO STRANIERO

(The Stranger, Usa 1946, b/n, dur. 90′)

Regia: Orson Welles

Con: Edward G. Robinson, Loretta Young, Orson Welles, Richard Long.

Sulle tracce di un criminale nazista fuggito in America, l’ispettore Wilson (Robinson) sospetta del professor Rankin (Welles), novello sposo della figlia di un giudice: una serie di indizi e soprattutto la passione di Rankin per l’orologeria convincono l’ispettore dei suoi sospetti che troveranno conferma definitiva in un drammatico scontro all’interno del gigantesco orologio di un campanile.

Il film, premiato col Leone d’oro alla Mostra di Venezia, era considerato da Welles il meno buono dei suoi film, “L’ho girato per mostrare all’industria che potevo fare un film normale hollywoodiano, nei limiti di tempo e di budget, e essere allo stesso tempo un buon regista, come tanti altri”. (Orson Welles)

 

Venerdì 26 agosto dalle 0.40 alle 6.00

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Luciani Turigliatto

presenta

IL ROMANZO DEL CINEMA

Mario Soldati viaggiatore tra due città (5)

a cura di Fulvio Baglivi e Roberto Turigliatto

QUEL BANDITO SONO IO               

(Her Favorite Husband, Italia/Regno Unito, 1950, b/n, dur., 85’)

Regia: Mario Soldati

Con: Robert Beatty; Jean Kent; Gordon Harker; Margaret Rutherford; Rona Anderson; Norman Shelley; Tamara Lees; Max Adrian; Cristopher Kennard; Michael Balfour; Jack McNaughton; Peter Hilling; Walter Chrisham; Joss Ambler; Mary Hinton; Danny Green; Giulio Marchetti

L’americano Leo, capo di una banda di spacciatori di banconote, sfrutta la propria sorprendente rassomiglianza col cassiere Antonio per sostituirsi a lui e sottrarre un’ingente somma alla sua banca. Inoltre, lo ricatta a nome di un suo rivale attualmente in carcere, costringendolo a rifugiarsi con moglie e figlio presso la villa del suo avvocato, mentre il rivale evade per vendicarsi. Infine una domestica, ex-amante del bandito, rivela la verità e fa arrestare i due malfattori e i loro complici.

DONNE E BRIGANTI         

(Italia, 1951, b/n, dur.,91′)

Regia: Mario Soldati

Con: Enrico Viarisio; Virgilio Riento; Giulio Tomasini, Gianni Luda;; Felice Minotti; Dupont, Augusto Di Giovanni; Rina Franchetti; Enrico Luzi; Nino Vingelli; Anna Canali; Giuseppe Porelli; Jean Chevrier; Nando Bruno; Jacqueline Pierreux; Paolo Stoppa; Amedeo Nazzari; Ada Dondini

Marietta, la figlia naturale del re Ferdinando I, è affidata dal cardinale Ruffo all’oste Luciani, che viene obbligato a farla passare per sua figlia in cambio di una ricca dote di cui gli fa versare ogni mese un congruo anticipo fino a che la ragazza è maggiorenne. Prima di morire, l’oste rivela la verità al figlio vero Peppino, e lo induce a sposare Marietta, ma lei è innamorata del coetaneo Michele, un bracconiere che all’arrivo dei rivoluzionari francesi a Napoli si dà alla macchia e diventa il mitico Fra Diavolo. Tradito e poi ferito dall’invidioso rivale –  che giunge a spacciarsi egli stesso per Fra Diavolo – Michele è alla fine riabilitato e ottiene dal re la mano di Marietta.

A CARTE SCOPERTE CON HAILÉ SELASSIÉ

(Italia, 1974, col., dur., 59’)

Il 18 giugno 1974, il programma Rai A carte scoperte, ideato dal produttore Carlo Ponti, propone un’interessante intervista all’imperatore dell’Etiopia Hailé Selassié. La struttura della trasmissione prevede una breve scheda introduttiva sulla situazione etiopica in generale, seguita dal dialogo tra gli autori del programma, Mario Soldati e Cesare Carboli, durante la preparazione dell’intervista e il loro arrivo ad Addis Abeba. L’intervista vera e propria a Selassié è intervallata da altre interviste a italiani che vivono in Etiopia e che raccontano la loro vita nel paese africano. Gli autori del programma e due esperti della storia etiope, Isaac Kifle e Alessandro Triulzi, aiutano lo spettatore a cogliere i punti salienti dell’intervista. Soldati conclude la puntata mostrando la sua visione del paese africano attraverso un racconto altamente emotivo, aiutato da un sapiente utilizzo delle immagini a colori. A carte scoperte segna il congedo di Soldati come autore per il piccolo schermo.

 

Sabato 27 agosto dalle 0.50 alle 6.30

IL ROMANZO DEL CINEMA Mario Soldati viaggiatore tra due città (6)

a cura di Fulvio Baglivi e Roberto Turigliatto

I TRE CORSARI                 

(Italia, 1952, b/n, dur., 82′)

Regia: Mario Soldati

Con: Ettore Manni; Cesare Danova; Renato Salvatori; Marc Lawrence; Barbara Florian; Gualtiero Tumiati; Ignazio Balsamo; Ubaldo Lay; Amedeo Dejana; Joop van Hulsen; Alberto Sorrentino; Lilli Cerasoli; Manoela; Mimmo Poli; Mimmo Billi; Tiberio Mitri;  Fernando Jannilli; Amedeo Deiana;  Mimo Billi;  Gianni Luda; Felice Minotti;  Gianni De Montero

Durante la guerra tra i franco-piemontesi e gli spagnoli, il castello del conte di Ventimiglia è assediato ed espugnato grazie al tradimento del capitano Van Gould, che uccide il vecchio conte e provoca l’arresto dei suoi tre figli, Enrico, Rolando e Carlo. Trasportati alle Antille su un galeone spagnolo, i tre vengono liberati allorché i corsari lo assaltano, e fatti sbarcare all’isola della Tortuga. Essi decidono di vendicarsi e si alleano ai filibustieri, assumendo i nomi rispettivamente di corsaro Nero, Rosso e Verde; in tale veste diventano famosi, riuscendo infine a riconquistare titoli e patrimonio dopo che Enrico è stato catturato e impiccato dal crudele Van Gould.

JOLANDA LA FIGLIA DEL CORSARO NERO      

(Italia, 1953, b/n, dur., 91′)

Regia: Mario Soldati

Con: May Britt; Marc Lawrence; Renato Salvatori; Barbara Florian; Umberto Spadaro; Guido Celano; Ignazio Balsamo; Joop van Hulsen; Domenico Serra; Marga Cella; Amedeo Deiana; Gianni De Montero; Alberto Sorrentino; Gianni Luda;  Pina Piovani; Ettore Jannetti – Felice Minotti – Vecchio corsaro di Morgan, Ubaldo Lay, Silvio Bagolini, Umberto Aquilino, Piero Capanna

Jolanda, figlia orfana di enrico di Ventimiglia (il corsaro Nero), viene allevata come un maschio da uno zingaro, e solo da adulta apprende la verità e decide di fare giustizia del perfido Van Gould, ora governatore spagnolo di Maracaibo e conte di Medina. Raduna alcuni ex-compagni del Corsaro Nero e ottiene dal capitano Morgan una nave comandata da suo figlio Ralph. Col suo aiuto riuscirà a sconfiggere e costringere alla fuga l’usurpatore, rientrando in possesso del tesoro del proprio leggendario padre.

A CARTE SCOPERTE CON SOICHIRO HONDA

(Italia, 1974, col., dur., 51’)

La seconda intervista di Mario Soldati per il programma A carte scoperte, è dedicata a Soichiro Honda. Una conversazione sul miracolo industriale nipponico con il fondatore e primo presidente della Honda.

 

 

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