La programmazione di Fuori Orario dal 21 al 27 giugno
Da domani e sabato 27 su Fuori Orario, cineasti viaggiatori e democrazia in America. Protagonisti: Herzog, Griffith, Bigelow, Straub-Huillet, Ford, Cromwell, Gianikian-Ricci Lucchi
Domenica 21 giugno 2020
Fuori Orario cose (mai) viste
di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto
presenta
WALK THE WALK
STORIE DI CINEASTI VIAGGIATORI (9)
Hearts of Darkness
a cura di Fulvio Baglivi e Roberto Turigliatto
LO AND BEHOLD – INTERNET: IL FUTURO È OGGI
(Lo and Behold. Reveries of the Connected World, Usa 2016, col. dur., 92’52”, previsto DOPPIO AUDIO, mix italiano e mix originale)
Regia: Werner Herzog
Leonard Kleinrock ci guida nella stanza 3420 alla UCLA di Los Angeles, il luogo a cui si fa risalire la nascita della Rete Internet. Kevin Mitnick racconta la sua vita di hacker. Elon Musk, co-fondatore di PayPal, spiega il progetto SpaceX che studia come rendere possibile viaggi e vita su Marte. Ted Nelson, colui che ha coniato il termine “ipertesto”, spiega perché il linguaggio HTML ha tradito la concezione originaria della rete… E così via. Herzog si addentra nel rapporto fra Internet e relazioni umane, profetizzando, con l’ironia che gli è propria, la fine della civiltà umana. O forse solo ipotizzando un mondo di nuovo libero da connessione e controllo.
“Con questo Lo & Behold -‘fantasticando del mondo connesso’, Herzog invia via internet -ma ci sarà anche qualche piccione viaggiatore- con piglio che ricorda la sprezzatura del Rossellini geniale e decisivo dei non-viaggi in India, un manuale del dubbio in rete, che si e ci ricorda senza ideologia che quando ce ne accorgiamo (del cinema della televisione della rete) la catastrofe è già avvenuta” (enrico ghezzi).
(Trop tôt/Trop tard, Francia, Egitto, 1981, col., durata 100’22”)
Regia: Jean-Marie Straub, Danièle Huillet
Nella prima parte sulle immagini attuali della campagna bretone, una voce fuori campo legge alcune pagine di Friedrich Engels dedicate alla condizione miserevole dei contadini di quei luoghi alla fine del Settecento. La seconda parte prevede immagini dell’Egitto dei giorni nostri con, nel sonoro, un testo dello storico Mahmoud Hussein sulla lotta di classe da Napoleone fino a Sadat e su come tutti i movimenti di liberazione in quella terra siano sempre stati stroncati dagli inglesi o recuperati dalle caste dirigenti locali.
FRAMMENTI ELETTRICI N. 4 – ASIA
(Italia, 2005, col., 32’22”)
Regia: Yervant Gianikian, Angela Ricci Lucchi
Con la “Frammenti elettrici”, prodotta da Fuori Orario, Gianikian e Ricci Lucchi esaminano “l’incontro con l’altro”. Nel numero 4 ripercorrono continenti e popolazioni attraverso film di privati che viaggiano in Asia nei primi anni ‘70. Un lavoro per smontare le propagande folcloristiche dello “sviluppo” del turismo in paesi che subiscono devastazioni, guerre, massacri.
Venerdì 26 giugno
DEMOCRAZIA IN AMERICA (1)
a cura di Lorenzo Esposito
(Id., USA 2008, col, durata 126’, previsto DOPPIO AUDIO, mix italiano e mix originale)
Regia: Kathryn Bigelow
Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2008, si aggiudica sei Oscar nel 2010 (miglior sceneggiatura, miglior montaggio, miglior sonoro, miglior regista, miglior film, miglior montaggio sonoro).
Iraq. Una squadra di artificieri dell’esercito americano, composta dal caposquadra sergente Will James, dal sergente Sanborn e dal soldato Eldridge, e specializzata nel neutralizzare ogni tipo di ordigno esplosivo, si avventura in una delle tante città irachene colpite dalla guerrache prima era comandata dal collega Thompson, morto in seguito all’esplosione di un ordigno iracheno. A pochi giorni dal congedo, Sanborn e James salvano Eldridge da due guerriglieri iracheni che lo avevano stordito e rapito, ma nel salvataggio James lo ferisce per errore ad una gamba. Il giovane soldato tornerà negli Stati Uniti per ricevere le cure necessarie colmo di rancore verso il suo caposquadra, reo secondo lui di non aver pensato all’incolumità della sua squadra e di aver voluto assecondare la sua sete di adrenalina.
A loro volta, due giorni prima della fine del turno, Sanborn e James si salvano per miracolo dall’esplosione di un ordigno e riflettono sulle loro vite e sul fatto che quello che separa la vita dalla morte è un filo invisibile. Una volta tornato a casa il sergente James ritrova la moglie e il figlio di pochi mesi, ma la vita quotidiana non fa più per lui: si rende conto di essere inadatto alla vita civile.
ABRAMO LINCOLN
(Abe Lincoln in Illinois, USA 1940, b/n, 105’16”)
Regia: John Cromwell
Soggetto: dal lavoro teatrale Abe Lincoln in Illinois di Robert E. Sherwood
Fotografia: James Wong Howe
Con: Raymond Massey, Gene Lockhart, Ruth Gordon,
Tratto dalla fortunata pièce Abe Lincoln in Illinois di Robert E. Sherwood, fotografato in bianco e nero dal grande James Wong Howe (che fu un ammiratore di Cromwell), il film riprende lo stesso attore della messa in scena di Broadway nel ruolo principale (Raymond Massey). Il film racconta la vita di Abraham Lincoln senza retorica a e agiografia, come uomo che si è fatto da solo, dalle modeste origini in Illinois fino alla Casa Bianca, un percorso scandito dagli incontri con la moglie Ann Rutledge (morta prematuramente) e poi con l’ambiziosa Mary Todd, che lo spingerà alla carriera politica portandolo a Washington.
Sabato 27 giugno 2020
DEMOCRAZIA IN AMERICA (2)
a cura di Lorenzo Esposito
IL MASSACRO DI FORT APACHE
(Fort Apache, Usa 1948, b/n, dur., 123’)
Regia John Ford
Il colonnello Thursday prende il comando di un forte in territorio Apache e si porta con sé la figlia. La sua concezione della disciplina e i pregiudizi lo mettono in conflitto con il capitano York; la sua testardaggine lo porta a uno scontro con i pellerossa di Cochise e alla sconfitta. Primo western fordiano a occuparsi della Cavalleria, con evidenti allusioni a Custer e alla disfatta di Little Big Horn.
IL CAVALIERE DELLA LIBERTÀ
(Abraham Lincoln, Usa 1930, b/n, dur., 91’01”)
Regia: David W. Griffith
Primo film sonoro di Griffith, tutto dedicato alla vita di Abramo Lincoln. Griffith si concentra sul Lincoln di guerra, dove la conquista dello spazio coincide con il compattarsi della nazione attorno a un’idea epica di popolo. Scenografie di William Cameron Menzies.