La programmazione di Fuori Orario dal 23 al 29 aprile

Le tracce della musica tra Jim Jarmush e Pietro Marcello, binomio Charles Chaplin e Leo McCarey e omaggio ad Aleksandr Sokurov.

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CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

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Domenica 23 aprile dalle 2.30 alle 6.00

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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Luciani Turigliatto

presenta

CANTAMI ANCORA. SEGUENDO LE TRACCE DELLA MUS(IC)A

a cura di Fulvio Baglivi e Roberto Turigliatto

GIMME DANGER                         

(Id., USA, 2016, col. e b/n, dur.,106’, v.o. sott.italiano)

Di: Jim Jarmusch

Con: Jim Osterberg/Iggy Pop, Ron Asheton, Scott Asheton, Dave Alexander

Jim Osterberg as Iggy Pop, l’uomo (e) il mito, davanti a Jim Jarmusch. L’enfant terrible del rock ’n’ roll, il corpo scatenato e nudo offerto in sacrificio in un rituale dionisiaco, orgiastico e diabolico che da Detroit, con gli Stooges, spazza via la Summer of love in pochi anni e tre album. Jim, il ragazzo cresciuto in una roulotte nei sobborghi dell’America operaia, quella degli Asheton, e Iggy l’icona che sventola sul punk londinese del ’77. Come in un dipinto di una chiesa di campagna, a Jarmusch non interessa qui l’arte o la forma, il fine è evidentemente didattico. Egli è un sacerdote laico che offre il corpo e la voce del suo (e nostro) dio, senza trascendere mai, Gimme Danger è un’ostia di carne ed ossa, nuda e cruda.

PER LUCIO

(Italia, 2021, col. e b/n, dur.,80)

Di: Pietro Marcello

Con: Umberto Righi, Stefano Bonaga

Realizzato per gli 80 anni di Lucio Dalla, il film di Pietro Marcello è un viaggio personale alla scoperta di aspetti meno conosciuti e intimi del grande cantautore bolognese. Il regista di Bella e perduta e La bocca del lupo utilizza immagini d’archivio per ritornare sulle diverse vite di Lucio Dalla che accompagnano e fanno da controcanto e controcampo alla disgraziata storia d’Italia degli ultimi decenni.

 

Venerdì 28 aprile dalle 1.40 alle 6.00

FANTASMAGORIE DEL POTERE: UN RACCONTO PARALLELO

1: CHARLIE CHAPLIN, LEO McCAREY

a cura di Roberto Turigliatto

IL GRANDE DITTATORE

(The Great Dictator, USA, 1940, b/n, dur.,  123′, v.o. sott., it.)

Regia: Charlie Chaplin

Con: Charlie Chaplin (Adenoid Hynkel/il barbiere), Paulette Goddard (Hannah), Jack Oakie (Benzino Napaloni), Henry Daniell (Garbitsch), Reginald Gardiner (Schultz), Billy Gilbert (Herring), Maurice Moskovitch (Mr. Jaeckel).  

Nuova versione restaurata da Criterion Collection in collaborazione con Cineteca di Bologna.

Nell’autunno del 1938, Charlie Chaplin sta scrivendo in gran segreto il suo primo film parlato (lo si era già sentito cantare, in Tempi moderni, ma parlare mai) e il personaggio che andrà a interpretare è ispirato nientemeno che ad Adolf Hitler. Il grande dittatore, storia dello scambio di persona tra un umile barbiere ebreo e uno spietato tiranno, è presentato a New York nell’ottobre del 1940, ma in due anni lo scenario politico mondiale è mutato drammaticamente: nel 1939 è scoppiata la Seconda guerra mondiale. Ci sono film che possono essere compresi senza conoscerne il contesto storico e la genesi artistica, ma non si può apprezzare la grandezza di Il grande dittatore se si ignora che era stato concepito un anno prima del conflitto, se non si conoscono le pressioni che Chaplin subì da parte dai governi di mezzo mondo. Ma il regista era deciso a ‘dichiarare guerra’ al dittatore tedesco, a tutte le dittature (…) Le copie della sceneggiatura furono distribuite il 3 settembre 1939, giorno in cui l’Inghilterra dichiarò guerra alla Germania. La mattina del 9 settembre 1939, otto giorni dopo lo scoppio del secondo conflitto mondiale, fu battuto il primo ciak sul set del ghetto. (dal catalogo Cinema ritrovato, Cineteca di Bologna)

Il Dittatore così come appare sullo schermo assomiglia abbastanza a ciò che volevo realizzare. Avevo una storia da raccontare e qualcosa da dire. L’ho detta. Mi ha dato molta soddisfazione. Credo che il film sia comico quando voleva essere comico […]. Il grande dittatore non è un film di propaganda. È la storia del piccolo barbiere ebreo e del potente dittatore a cui, per caso, assomiglia. È la storia dell’ometto di sempre che ho raccontato per tutta la vita. (…) Se avessi conosciuto gli orrori dei campi di concentramento tedeschi non avrei potuto fare Il Dittatore; non avrei certo potuto prendermi gioco della follia omicida dei nazisti. Ma ero ben deciso a mettere in ridicolo le loro mistiche scemenze sulla purezza del sangue e della razza…”. (Charlie Chaplin)

FUGGIAMO INSIEME                          

(Once Upon a Honeymoon, USA, 1942, b/n, dur., 117’, v.o. sott.it.)

Regia: Leo McCarey

Con: Cary Grant (Pat O’ Toole), Ginger Rogers (Katie O’ Hara), Walter Slezak (Barone Von Luber), Albert Bassermann (Generale Borelski), Ferike Boros (Elsa)

Uscito negli Stati Uniti il 2 novembre 1942. A Vienna, poco prima dell’annessione alla Germania, una ballerina americana, Miss Catherine, malgrado gli avvertimenti del giornalista americano Patrick O’ Toole, sposa il barone von Luber. Nel frattempo, l’Austria viene occupata dai nazisti: von Luber, che è un agente di Hitler, viene inviato ovunque si rivolgano le brame del dittatore, per preparare il terreno alla conquista. Così la moglie deve seguirlo attraverso mezza Europa e Patrick che si è inna morato della donna li segue entrambi. McCarey spingendo la commedia degli equivoci fino al “fuori campo” – A Varsavia – dei campi di concentramento, forse per la prima volta evocati in un film (1942).

“L’attualità del soggetto, che McCarey sentì come un ostacolo alla rappresentazione dei contrasti sentimentali che egli prediligeva, conferiscono al film una violenza insolita, che risuona per la prima volta in un contesto di commedia, e che si ritroverà successivamente in My Son John e Satan Never Sleeps” (Jacques Lourcelles).

 

Sabato 29 aprile dalle 1.40 alle 7.00

FANTASMAGORIE DEL POTERE:  UN RACCONTO PARALLELO

2: ALEKSANDR SOKUROV

a cura di Roberto Turigliatto

FAIRYTALE – UNA FIABA                            PRIMA VISIONE TV

(Skazka, Russia-Belgio, 2022, col., dur., 77’, v.o. sott., it.)

Scritto, immaginato e diretto da: Aleksandr Sokurov

Voci: Igor Gromov, Lothar Deeg, Tim Ettelt, Vakhtang Kuchava, Fabio Mastrangelo, Alexander Sagabashi, Michael Gibson, Pascal Slivansky

Per questo film sono stati utilizzati esclusivamente materiali di archivio –  immagini vere di repertorio – senza l’uso di deep fake o altri mezzi di intelligenza artificiale.

Adolf Hitler, Benito Mussolini, Iosif Stalin, Winston Churchill, si trovano in un -o spazio dantesco,   davanti alla Porta, in attesa di ascendere al paradiso o precipitare nell’inferno. Le loro figure si moltiplicano, i discorsi si alternano e si sovrappongono, si sentono milioni di urla e di gemiti. Gesù giace a terra agonizzante in attesa di una chiamata del Pare…

Per Sokurov, dopo cento e più anni di storia, il cinema ancora non è codificato, «ciò che noi . chiamiamo “cinema” è un’entità in continuo movimento. È la natura stessa del cinema che muta in continuazione» (così egli scrive nel suo libro Il mio posto nel cinema). Dopo Arca russa Fairytale è una nuova, stupefacente pietra miliare nel divenire del cinema, che prolunga e rilancia quella riflessione sul potere che percorre l’opera di Sokurov fin dall’epoca sovietica, da Sonata per Hitler (1979), alle Elegie, fino alla cosiddetta Tetralogia del potere (coi film-ritratti di Lenin, Hitler, Hirohito e Faust). E oltre…

“Questo è un momento difficile e non aggiungo altro. Un tempo immerso in tragedie, sventure, nel crollo della civiltà (…) Come autore cercherò di guardare i miei eroi con umorismo leggero e anche con tono sarcastico. Come farò? Non lo so. Guarderò i cinegiornali in cui si muovono quelli che abbiamo designato come eroi e cercherò di rimuovere il pathos e la maestosa grandezza da persone conosciute nel mondo come esempi di potenza o malvagità. Proverò a costruire il film in forma di racconto parallelo, un tempo in cui saremo immersi nel mondo dei monologhi interiori dei nostri “eroi”, che non riporteranno le loro idee politiche quanto piuttosto le loro reazioni alle piccole cose della vita quotidiana, i loro capricciosi cambiamenti di umore il parlarsi addosso sulla loro grandezza e il loro potere illimitato Sorridiamo, ridiamo, cerchiamo di capire attraverso una prospettiva paradossale il punto di vista dei personaggi al potere nelle cui mani c’era il destino della Storia (…)”. (Aleksandr Sokurov)

CONVERSAZIONE CON ALEKSANDR SOKUROV

(col., dur., 55’ ca)

A cura di: Alëna Shumakova e Roberto Turigliatto, Roma, 10 dicembre 2022.

Conversazione su Fairytale: la riflessione sul potere e il ruolo del comico, le suggestioni di Dante e della Commedia, il cinema come arte in evoluzione, il rapporto con la letteratura e la musica, i progetti futuri in un’ora buia della storia europea, quando “la seconda guerra mondiale non è ancora finita”.

LECTURA DANTIS

(Id., Italia, 1997, col., dur., 44′)

Nel primo anniversario della strage alla stazione di Bologna del 1980 Carmelo Bene viene chiamato

Per leggere passi della Divina Commedia dall’alto delle Due Torri.

DIARIO DI SAN PIETROBURGO: MOZART REQUIEM

(Mozart Requiem, Russia, 2004, col., dur., 73′)

Regia: Aleksandr Sokurov

Con: Soliste del teatro Mariinskij (Olga Kondina, Zlata Bulycheva, Jevgenij Akimov, Gennadij Bezubenkov), coro da camera Rossika (direttore Valentina Kopylova-Panchenko), Valentin Nesterov

Aleksandr Sokurov ha ripreso con cinque telecamere la messa in scena del Requiem di Mozart realizzata dallo stesso regista nella sala Piccola della Filarmonica di San Pietroburgo il 3 febbraio 2004. «La caratteristica principale dell’interpretazione è che il coro non è fermo, ma si sposta sulla scena. Gli spostamenti non sono dettati dalla partitura; le coriste si muovono in maniera caotica, si riuniscono sul proscenio, si posizionano al fondo del palcoscenico. Allo stesso modo, i solisti si muovono liberamente. Grazie al lavoro d’illuminazione, questi spostamenti creano giochi di chiaroscuro. Il montaggio del film non è tradizionale. Non abbiamo cercato di rispettare la successione abituale dei valori dell’inquadratura, né di seguire i solisti, né di sostenere il ritmo dell’opera musicale attraverso il montaggio. Il ritmo del film è mutevole, non coincide sempre con quello della musica. Lo spettatore segue i cambiamenti della luce, i movimenti degli interpreti, i loro volti, le loro emozioni. I pietroburghesi venuti ad assistere allo spettacolo sono anche i personaggi del film». (A. Sokurov).

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