La programmazione di Fuori Orario dal 23 al 29 ottobre

Prosegue il ciclo su Rodolfo Sonego e sarà dedicata una nottata a Pierfrancesco Bargellini. Tra gli altri film, Semina il vento e Il pianeta azzurro.

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CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

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Domenica 23 ottobre dalle 2.10 alle 6.00

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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Luciani Turigliatto

presenta

RODOLFO SONEGO, LA SCENEGGIATURA DI UN PAESE MANCATO

a cura di Paolo Luciani

INTERVISTA CON RODOLFO SONEGO. Seconda parte                                                   

(Italia, 1990, col., dur., 50’)

Regia: Mirco Melanco; riprese: Roberto Bistrot e Redi Fornasier, in collaborazione con Stefano Mori

Realizzata il 14 luglio 1990 nella cascina di Rodolfo Sonego a Santa Maria di Feletto (Treviso)

IL GATTO

(Italia, 1977, col., dur., 106′)

Regia: Luigi Comencini; soggetto: Rodolfo Sonego; sceneggiatura: R. Sonego, Augusto Caminito con la collaborazione di Fulvio Marcolin

Con: Ugo Tognazzi, Mariangela Melato, Michel Galabru, Dalila Di Lazzaro, Aldo Reggiani, Philippe Leroy, Adriana Innocenti, Mario Brega

“Avevo venduto, anni fa, la sceneggiatura de IL GATTO a De Laurentiis. Raccontava la storia di un fratello e di una sorella il cui gatto viene ucciso da uno dei locatori dell’immobile di cui sono proprietari. Poiché gli affitti sono bloccati da trent’anni, i due proprietari vivono molto miseramente. La ricerca dell’assassino del loro gatto non è che un pretesto per frugare negli appartamenti dell’immobile. Scoprono così che dietro ogni porta si cela qualcosa di illegale. Utilizzando queste informazioni, fanno querele e denunce che aiutano a liberare tutti  gli appartamenti, ma scoprono anche dei delitti basati su complicità politiche, ecc. Attraverso tutto il film serpeggia una idea molto semplice (forse non evidente come pensavo): i due riescono a scoprire molte cose ignorate dalla polizia. La Magistratura e tutti quelli che devono far luce temporeggiano. I proprietari scoprono un sacco di cose, anche se sono meschini, hanno la volontà di scoprirle”. (Lorenzo Codelli – Entretien avec R. Sonego – Positif, 1979, in Il cinema di R. Sonego, a cura di Tatti Sanguineti, 2000)

Sceneggiatura tormentata, lo stesso Sonego lo ricorderà  in più occasioni: il copione venduto a De Laurentiis viene da questi venduto a Sergio Leone, che pensa a Comencini come possibile regista… quest’ultimo fa intervenire, non accreditati, Benvenuti e De Bernardi…Intanto il copione era  arrivato anche nelle mani dell’aiuto di Coppola, in Sicilia per le riprese de IL PADRINO II…e per vie imperscrutabili finì anche nelle mani di Robert Altman che produrrà per la regia di Robert Benton L’OCCHIO PRIVATO, dove un acciaccatissimo detective privato, interpretato da Art Carney, viene incaricato della ricerca di un gatto smarrito, ricerca che in realtà farà emergere via via ben altre trame criminali… Mentre Sonego, di fatto, disconoscerà il finale del film diretto da Comencini, il riconoscimento da parte di Altman riguardo alla sua originaria ispirazione per il film di Benton, farà nascere una grande amicizia tra di loro. 

AMORI DI MEZZO SECOLO

(Italia, 1954, col.,  durata dei due episodi 27′)

Sceneggiatura: Vinicio Marinucci, Oreste Biancoli, Carlo Infascelli, Alessandro Continenza, Roberto Rossellini, Giuseppa Mangione con la collaborazione di Antonio Pietrangeli, Vincenzo Talarico, Rodolfo Sonego, Ettore Scola

episodio 1 L’AMORE ROMANTICO

Regia: Glauco Pellegrini; Con: Franco Interlenghi, Eleonora Ruffo, Paola Borboni, Carlo Ninchi, Luigi Tosi

episodio 5 GIRANDOLA 1910

Regia: Antonio Pietrangeli; Con: Andrea Checchi, Lea Padovani, Carlo Campanini, Umberto Melnati, Franco Scandurra, Lilly Granado

AMORI DI MEZZO SECOLO è composto da cinque episodi diretti, nell’ordine, rispettivamente da Glauco Pellegrini, Pietro Germi, Mario Chiari, Roberto Rossellini, Antonio Pietrangeli. “In quel periodo i film ad episodi cominciano a conquistare una fetta importante del mercato cinematografico, anche perché le storie si risolvono in pochi minuti, offrendo allo spettatore una varietà di racconti caleidoscopici. Sonego partecipa a L’AMORE ROMANTICO di Pellegrini e GIRANDOLA 1920 di Pietrangeli. In L’AMORE ROMANTICO, per la prima volta solo, sviluppa un soggetto di Vinicio Marinucci e Antonio Pietrangeli dove Elena (Ruffo) ragazza di buona famiglia, ama il pianista Paolo (Interlenghi), ma il padre vuole che sposi un pretendente nobile e ricco e mediante un inganno la zia induce la fanciulla a consentire alle non gradite nozze. In GIRANDOLA 1910 soggetto e sceneggiatura sono di Sonego, Marinucci, Pietrangeli, Biancoli, Infascelli. Nel periodo che precede la Prima Guerra Mondiale, un medico, con i suoi consulti, favorisce gli amori e gli adulteri dei suoi clienti, ma un giorno scoperte casualmente anche  le infedeltà della propria moglie, desiste da questa pratica. La partecipazione di Sonego ai due episodi è tangibile: un velo di ironia, per quanto sottile ed impalpabile, si stende sulla recitazione degli attori, che trovano nell’impulso sessuale il  leitmotiv di entrambe le storie, il principio su cui costruire i personaggi, giocando sull’ambiguità dei comportamenti derivati dalle debolezze morali dei protagonisti”. (Mirco Melanco dal suo volume, L’ANTICONFORMISMO INTELLIGENTE DI RODOLFO SONEGO, Edizioni Ente dello Spettacolo, 2010)

“Lo humor di Infascelli permetteva a questi film di mantenere le distanze dal sentimentalismo eccessivo e da un certo dannunzianesimo che avrebbe potuto rovinarli”. (R. Sonego in, IL CINEMA SECONDO SONEGO, a cura di Tatti Sanguineti, 2000)

 

Venerdì 28 ottobre dalle 1.15 alle 6.00

LA TERRA VISTA DAL CIELO

Semi di cinema (italiano)

1.

a  cura di Lorenzo Esposito

SEMINA IL VENTO             

(Italia, col, 2020, durata 90′)

Regia: Danilo Caputo

Con: Yle Vianello, Caterina Valente (II), Espedito Chionna, Feliciana Sibilano

Presentato al Festival Internazionale del film di Berlino nella sezione ‘Panorama’.

Nica, una giovane studentessa di agronomia, torna a casa dei genitori nel Sud Italia dopo una lunga assenza. È profondamente legata alla terra, ai suoi ulivi secolari, che non danno frutti da tre anni. Sono infestati da insetti che nessun pesticida è finora riuscito a sradicare. Nica è decisa a trovare una soluzione. Ma il tempo stringe perché i suoi genitori sono in difficoltà economiche e vogliono abbattere gli alberi. Nica è pronta a tutto e per raggiungere il suo scopo arriverà allo scontro finale col padre.

Il film è un’ode visiva e politica, un ritratto atmosferico che trae dalla tristezza della terra in cui è stato iniettato un veleno sconosciuto, la forza per una rinascita individuale e collettiva.

LA TERRA VISTA DAL CIELO: CONVERSAZIONE CON DANILO CAPUTO

(Italia, col, dur., 30’ca.)

Danilo Caputo ripercorre le strade che lo hanno portato al cinema, il legame profondo col territorio,  la rabbia per la natura depredata e il desiderio di ribellione in cerca di un altro mondo possibile.

IL PIANETA AZZURRO         

(Italia 1982, col, durata 83′)

Regia, fotografia, montaggio: Franco Piavoli

Presentato alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia nel 1982. Girato in 35mm in totale libertà nel corso di due anni, il film, come spiega Piavoli stesso, “è la terra vista dal cielo”, segue il ciclo delle stagioni dal risveglio della vita dopo le gelate invernali alle fioriture della primavera, il calore estivo nel lavoro dei campi e il crepuscolo dell’autunno.  L’uomo vive la natura e ne è avvolto, scandito nei momenti essenziali della sua esistenza:

Così ne parlava Andrej Tarkovsky: “Il pianeta azzurro: poema, viaggio, concerto sulla natura, l’universo, la vita. Un’immagine diversa da quella sempre vista. Vero e proprio anti-Disney”.

 

Sabato 29 ottobre dalle 1.50 alle 7.00 (370’ ripristino ora solare) 

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Luciani Turigliatto

presenta

RICORDI DEL FUTURO. Il cinema di Pierfrancesco Bargellini (1)

a cura di Fulvio Baglivi 

Grazie alla disponibilità di Rebecca Bargellini rimandiamo in onda i film di suo padre Pierfrancesco già programmati da Fuori Orario tra il 2007 e il 2011 dopo la retrospettiva dedicata al cineasta aretino dal Torino Film Festival nel 2006. Nell’anniversario della morte avvenuta il 10 luglio del 1982 ci sembra necessario riproporre il cinema di Bargellini, forte della sua bellezza e della ricerca continua sia tecnica che estetica, pieno di libertà quanto di riferimenti precisi (Rossellini, Godard, Wharol su tutti). Cinema tout court non etichettabile né richiudibile nei canoni del cinema familiare quanto dell’Underground italiano di cui è storicamente parte.

CITTADINO DELLO SPAZIO – ADRIANO APRA’ PRESENTA PIERO BARGELLINI

(Italia, 2022, col. dur., 20’)

A cura di: Fulvio Baglivi

Prendiamo in prestito lo splendido titolo dell’articolo di Enzo Ungari per la rivista Gong (numero 6-7, 1978) per presentare questa introduzione di Adriano Aprà al cinema di Pierfrancesco, Piero per i suoi amici, Bargellini.

Aprà è stato amico di Bargellini dalla fine degli anni ’60, oltre ad essere parte fondamentale dell’Underground italiano e direttore per anni, proprio con Enzo Ungari, del club cinema Il Filmstudio, che fu la casa e il tempio del cinema indipendente e fuori norma degli anni Settanta. 

ANTOLOGIA PIERO BARGELLINI

(Italia, 1965-1978, Italia, 1965-1978)

Di: Piero Bargellini 

CON I FILM

FRACTIONS OF TEMPORARY PERIODS                                        

(Italia,1965-1969, b/n, dur., 47’)

Di: Piero Bargellini

Per me affacciarsi alla finestra e osservare fuori è come vedere un film. Filmare è un modo per prolungare la condizione di spettatore ed estraniarla. Ho fatto questo film molto istintivamente, naturalmente. Ora sto cominciando a imparare a vedere. L’idea stessa di qualcosa che si muove, come un uccello che vola… il movimento. La sensazione di un oggetto nello spazio, come la luce su uno schermo… lo spazio. La velocità del sole… il tempo… l’inverso dell’immagine oppure la sua a(e)ssenza. Un consiglio: andate a vedere un bel film hollywoodiano: una storia melodrammatica, sentimentale.” (P. Bargellini)

MORTE ALL’ORECCHIO DI VAN GOGH                             

(Italia, 1968, col., dur., 60’)

Di: Piero Bargellini

Con: Marco Melani, Sandra Venere, Lidia Barbagli

Un viaggio, il mio viaggio nel cromaottofilmico attraverso strutture sensibili nel simultaneo emulsione-supporto per stimoli reattivi di cadenza luce, tra fuoco-assorbimenti-diaframma rapporti tra retina-focale, stroboscopica visione per variazioni variate di otturazioni e il colore si espande e si accende. Il selettivo, filtro meraviglioso di quantità-qualità ora densità ora velatura ora spessore, la cromomania! Rivela un altro senso O sdoppiamento di immagine-retina zone erogene erotizzate per mediazione del RealePresente nel presente è l’inevitabile inevitato in ogni rapporto.

(P. Bargellini)

UN OTTOFILM DI PIERFRANCESCO BARGELLINI 

(Italia,1969, col., dur., 30’)

Di: Piero Bargellini

Con: Piero Bargellini

Ciò che segue è una dichiarazione filmschedasonora. Morte all’orecchio di Van Gogh è lo show di Bargellini impasto fra sé macchina da presa materiale filmato un impatto represso-sublimato. Un ottofilm di Pierfrancesco Bargellini è costruito con cinemateria (made by B.) del Van Gogh rimasta crisalide per il periodo lo spazio il tempo percorso per rinascere nato definisco monto quelle sequenze il risultato si può proiettare uccide l’Orecchio liberlibrandosi di sé nello spazio.” (Piero Bargellini) 

TEMPO-TEMPIO RITRATTO

 (Italia, 1968, col., dur., 4’41’’)

MACROZOOM

(Italia, 1968, col., dur., 3’41’)

BARACCONE

(Italia, 1968, col., dur., 3’30’’)

WATER-CLOSET ATTESA PER UNA DEFECAZIONE

(Italia, 1968, col., dur., 2’11’’)

NELDA

(Italia,1969, col., dur., 4’)

ZUKIE

(Italia, 1970, col., dur., 21’)

GASOLINE

(Italia, 1970, col., dur., 14’)

STRICNINA

(Italia, 1969-1973, col., dur.,7’)

Dopo il 1968 Bargellini passa al 16mm continuando a fare cinema “con coscienza scientifica responsabile, cioè sperimentale”, come scrive lui stesso. Si trasferisce a Roma, entra nella Cooperativa Cinema Indipendente legandosi storicamente al movimento Underground italiano. 

*ERINNERUNG AN DIE ZUKUNFT (RICORDI DEL FUTURO) – RUSHES*

(Italia, 1970, col., & b/n, dur., 87’)

In definitiva il mio lavoro si svolge e lo si può visualizzare nello spazio di una spirale che inventa il cerchio che la contiene e la circonferenza è Ricordi del futuro”. Il film che Bargellini non ha mai terminato di cui rimangono una prima parte già montata e rushes della seconda. I materiali sono stati montati seguendo gli appunti e gli scritti di Bargellini, tutto è stato lasciato nella suo stato originale, senza audio

DUE SILENZI E UN’ARMONICA

(Italia, 1971, col., dur., 28’)

DOVE INCOMINCIANO LE GAMBE

(Italia, 1974, col., dur., 24’)

Gli ultimi due film completati da Bargellini, che torna all’8mm e riprende la perlustrazione del proprio inconscio iniziata con Un ottofilm ma con diversa attenzione al sonoro. “Materializzazione di immagini”, “suoni interiori”, “prime riflessioni sull’immagine latente” dirà in seguito il regista. 

IL TESCHIO

(Italia, 1965, b/n, dur., 12’)

LA FIERA DEI SOGNI

(Italia, 1965, b/n, dur., 5’)

L’INCOMPIUTA

(Italia, 1965, col., dur., 14’)

CLUB 3P BATTIFOLLE

(Italia, 1965, b/n, dur., 14’)

ANNO 2000

(Italia, 1965, col., dur., 12’)

LA STRISCIA

(Italia, 1966, col., dur., 10’)

…VI PREGO DI ACCETTARE QUESTO SEMPLICE BOUQUET DI PARENTESI APPENA SBOCCIATE ((()))

(Italia, 1966, col., dur., 14’)

I primi film di Bargellini, girati in 8mm a metà degli anni ’60. Sono già presenti i temi sviluppati nelle opere successive: cinefilia, erotismo, indagine della realtà, fantascienza che si legano all’apprendimento e elaborazione della tecnica all’interno del circolo FEDIC di San Giovanni Valdarno con Marco Melani e altri.

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