La programmazione di Fuori Orario dal 24 al 30 ottobre

Su Fuori Orario da stanotte a sabato 30, cinema italiano fine anni ’30, inizio ’40 con Bragaglia e Bonnard. E poi il monumentale Material di Heise, Olmi, Ioseliani, Ferraro e Straub

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Domenica 24 ottobre dalle 2.15 alle 6.00

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Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Luciani Turigliatto

presenta

CINEMA SUL FONDO 2

da una idea di Ciro Giorgini ed enrico ghezzi (13)

a cura di Paolo Luciani

Sono centinaia i film italiani del periodo 1929/1945 considerati perduti, scomparsi, non ancora individuati. Le condizioni oggettive di deperibilità e difficoltà di conservazione di copie e negativi,  si sono unite alle  ventate di rimozione (culturale, critica, storica, politica…) che si alzarono impetuose ed immediate nei giorni della Liberazione. Ci sono voluti alcuni decenni prima che si risvegliasse una attenzione nei confronti di “quel cinema”; anche in questo caso, va attribuito alla nuova o giovane (…di allora…) critica italiana il merito di averlo considerato in maniera del tutto originale

Fin dalla sua nascita, la Rai ha rappresentato una delle possibilità maggiori di fruizione di questo cinema;  oltre ad avere la disponibilità di decine e decine di titoli, via via diversi anno dopo anno, secondo la logica dei diritti tv, si è spesso impegnata nella ricerca, restauro e promozione di titoli importanti del periodo 1929/1945, collaborando attivamente con studiosi e cineteche. In particolare, questa funzione è stata assolta da Fuori Orario; CINEMA SUL FONDO, nasce alcuni anni fa da questa esigenza e dalla passione di Ciro Giorgini con enrico ghezzi.

Al lavoro ci CINEMA SUL FONDO si deve   ad esempio il ritrovamento di un titolo considerato scomparso come LA STELLA DEL CINEMA, che volutamente abbiamo scelto per inaugurare questa ripresa del ciclo.

Riprendiamo quindi questo progetto con la speranza di poter contribuire a tenere alta l’attenzione su questo segmento importante della storia del nostro paese.

LA FORZA BRUTA             

(Italia,  1941,  b/n, dur., 79’)

Regia: Carlo Ludovico Bragaglia

Con: Juan De Landa, Rossano Brazzi, Germana Paolieri, Maria Mercader, Olinto Cristina, Pina Renzi, Sergio Tedesco, Cesare Polacco, Claudio Ermelli, Ugo Sasso, Ernesto Calindri, il cane Flick e il complesso artistico e tecnico del Gran Circo Jarz 

Bragaglia ambienta questa volta  il classico triangolo in un circo, vero, come da migliore tradizione  hollywoodiana e del realismo francese. Ecco, quindi,  anche tutti gli elementi del melodramma: un acrobata tanto temerario nelle sue evoluzioni senza rete quanto nelle sue vicende sentimentali, conteso tra due donne, una delle due decisa ad infrangere l’amore finalmente dichiarato di Bob a Neil…Un terribile incidente rimette tutto in discussione.

IO, SUO PADRE              

(Italia, 1939, b/n, dur., 80’)

Regia: Mario Bonnard

Con: Erminio Spalla, Augusto Tonelli, Evi Maltagliati, Mariella Lotti, Clara Calamai, Carlo Romano, Guido Notari, Lauro Gazzolo

Un promettente pugile è allenato dal padre, con sacrifici e lavoro, fino a che raggiunge l’agognato risultato: campione italiano dei pesi medi.  Da li in poi, improvvisamente dimentico dell’ambiente da cui proviene, si avvia a perdere tutto quello per cui si è battuto… Un’altra classica variazione della storia di caduta e rinascita, tipicamente hollywoodiana, anche grazie all’ambientazione sportivo- pugilistica, qui avvalorata e resa credibile non solo dallo sguardo acuto di Bonnard, ma anche e soprattutto dalla presenza forte di Erminio Spalla, pugile vero prestato al cinema.

 

Venerdì 29 ottobre dalle 1.15 alle 6.00

EUROPA 2021

L’ETERNO RITORNO (1) 

a cura di Fulvio Baglivi, Lorenzo Esposito, Roberto Turigliatto

MATERIALE          PRIMA VISIONE TV

(Material, Germania, 2009, b/n e col., durata  164′, v. o sott. it.)

Regia: Thomas Heise

Presentato alla Berlinale nel 2009 e poi in diversi festival internazionali (ha vinto, tra l’altro, il primo premio del Fidmarseille), il film di Thomas Heise è inedito in Italia . Fuori Orario riproporrà a breve anche il film più recente di Heise, Heimat è uno spazio nel tempo, già trasmesso l’anno scorso.

Il film costruisce un montaggio di materiale filmico non utilizzato di diverso formato (8mm., 16 mm., 35 mm., VHS, Beta SP) girato  nel corso di venti anni,  prima e dopo la caduta del muro di Berlino. Queste immagini inedite, che costituiscono la materia stessa del film, sono state realizzate per altri film o girate nell’urgenza degli avvenimenti. La domanda di Heise, attraverso il montaggio di questi materiali,  non è solo come documentare un paese in  piena  mutazione ma  cosa fare di queste immagini “residuali”. La domanda è anche: che cosa resta della Germania Est del “prima” del 1989, che cosa resta delle speranze del “dopo”?  Questo è in realtà il vero grande film sul passaggio dalla Germania della RDT alla caduta del muro e alla successiva riunificazione.

Il film inizia con il riso di bambini che giocano in un paesaggio di rovine dei primi anni Novanta, e quindi sotto il segno dell’infanzia, del paesaggio e della perdita.  Seguono altri momenti: “Germania Tod in Berlin”, il lavoro di preparazione per la messa in scena del dramma di Heiner Müller sotto la direzione di Fritz Marquandt nel 1998; lo sgombero delle case occupate della Mainzer Strasse; le manifestazioni di massa di oltre un milione di persone raccolte sull’Alexanderplatz alla fine del 1989. I resti disparati di una storia tedesca. Secondo Heise  “la forma risulta dal materiale”, non gli viene sovrapposta.

Material è così non solo una potente e ineguagliata riflessione personale sulla storia della Germania ma anche un’interrogazione sulle forme della propria stessa scrittura filmica. Heise (nato a Berlino Est nel 1955) prosegue un lavoro cominciato negli anni Ottanta nella RDT, durante i quali è stato non solo documentarista ma anche regista teatrale (discepolo, tra l’altro, di Heiner Müller): un lavoro che è stato oggetto costante della censura da parte delle autorità e che solo in anni più recenti si è potuto scoprire: un lavoro che ne fa uno dei maggiori cineasti tedeschi degli ultimi decenni.

“‘Material è uno dei film più belli visti in questi giorni berlinesi. Commovente, appassionato, scommette sull’intelligenza del dubbio contro l’autoritarismo. È una riflessione importante sull’immagine e sul suo valore oggi, cosa e quanto ci dice, e in che modo vi entra il sentimento personale, la partecipazione di un’esperienza. Filmare per Heise è un gesto di resistenza ma anche, o forse soprattutto, di una prima persona del ‘frammento’, che vuole ancora mettersi in gioco.” (Cristina Piccino, Il Manifesto, 13 febbraio 2009)

CHECKPOINT BERLIN                

(Italia, 2019, col., e b/n, dur., 66’, v. o. sott., it.)

Regia: Fabrizio Ferraro

Con: Alessandro Carlini, Marcello Fagiani, Fabio Fusco, Marta Reggio

Un regista si trova a Berlino per la proiezione di un suo film. Camminando per la città riflette sul Muro e sull’esperienza leggendaria di un suo parente, uno zio mai più ritrovato, dissennato per amore e divenuto da quel momento passeur tra le due zone della Germania divisa.

“Anche in Checkpoint Berlin c’è una persona che decide, per svariati motivi, di non prendere posizione, di non scegliere tra due sistemi di potere, Est/ovest, ma di essere parte attiva, “vivente”, di una ferita storica. Il protagonista del film sceglie consapevolmente  di “farsi muro”, di affacciarsi simultaneamente sulle parti in lotta, di essere allo stesso tempo interno ed esterno, per non cadere nelle trappole del proprio tempo, nei suoi crimini, sempre giustificati dalla verità ufficiali”. (Fabrizio Ferraro, da un’intervista di Valerio Carando)

 

Sabato 30 ottobre dalle 2.00 alle 6.30

EUROPA 2021

L’ETERNO RITORNO (2) 

a cura di Fulvio Baglivi, Lorenzo Esposito, Roberto Turigliatto 

LA FRANCE CONTRE LES ROBOTS                     

(Svizzera, col., dur., 10′, v.o. sott. it.)

Regia: Jean-Marie Straub

Con: Christophe Clavert

Il film più recente di Straub. All’inizio del film dedica scritta a mano dall’autore: a Jean-Luc.

“Al crepuscolo un uomo cammina da solo sulla riva di un lago e la macchina da presa (di Renato Berta) lo segue.  Poi esce dal silenzio e inizia un monologo, il testo è il primo capitolo di La France contre les robots di Georges Bernanos (scritto in Brasile nel 1944), la diagnosi che fin dal 1944 Georges Bernanos aveva fatto del mondo attuale e del “sistema” che lo regge.  La macchina da presa, leggermente indietro rispetto al camminatore, finirà per raggiungerlo e oltrepassarlo per farci vedere il suo volto?”.

TORNERANNO I PRATI            

(Italia, 2014, col., dur., 73’)

Regia: Ermanno Olmi

Con: Alessandro Sperduti, Claudio Santamaria, Francesco Formichetti, Andrea Di Maria.

Il film si svolge durante delle notti sul fronte Nord-Est, dopo gli ultimi sanguinosi scontri del 1917 ed è ambientato nelle trincee degli altipiani innevati. La vita dei soldati alterna lunghe ed interminabili attese, che accentuano la paura, ad improvvisi accadimenti imprevedibili…

“Normalmente pensare a un film è come quando ci si innamora: Prima arriva un pre-pensiero, un pre-sentimento, che poi diventa una storia. In questo caso non è andata così perché è stato un film su proposta. Immediatamente il pensiero è andato a mio padre che mi raccontava la vita da soldato nella guerra. Ho riscoperto adesso, tornando nell’argomento, cosa significavano quelle storie e mi è stato chiaro il senso di tradimento nei confronti milioni di persone morte in quella guerra. Non abbiamo spiegato loro perché sono morti. Nell’anno del centenario spero che questo nodo d’ipocrisia e di vigliaccheria venga sciolto per sempre. Non possiamo più rimanere neutrali. Mi auguro che in questa celebrazione si trovi il motivo per chiedere scusa. Io ho in mente l’ammonimento di Albert Camus: Se vuoi che un pensiero cambi il mondo, prima devi cambiare te stesso.” (Ermanno Olmi)

CHANT D’HIVER                         

(Francia-Georgia, 2015, col., dur., 117’, v.o. sott. it.)

Regia: Otar Iosselliani

Con: Amiran Amiranashvili, Pierre Etaix, Mathias Jung, Mathieu Amalric, enrico ghezzi.

In Concorso al Festival di Locarno del 2015.

Opera ultima, leggera e beffarda, della commedia umana messa in scena dal grande maestro georgiano, cineasta di cui Fuori Orario ha trasmesso tutta la filmografia e che il Festival di Locarno ha premiato nel 2013 con il Pardo alla carriera..  Un’umanità persa tranquillamente nel caos che la circonda, dove passato, presente e futuro si intrecciano e si fondono in uno scorrere baldanzoso di furberia e crudeltà, guerra, nobiltà, miseria e speranza. Tra gli interpreti vanno segnalati enrico ghezzi nel ruolo di un barone decaduto e Pierre Etaix.

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