La programmazione di Fuori Orario dal 26 marzo al 1° aprile

Da stanotte, ping-pomg tra presente e passato, Oriente e Occidente: Lav Diaz., Jacques Tourneur, Hou Hsiao-hsien e Apichatpong Weerasethakul

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Domenica 26 marzo dalle 2.30 alle 6.00

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Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Luciani Turigliatto

presenta

OUT OF THE PAST. RITORNARE DOVE NON SI È MAI STATI (2)

a cura di Fulvio Baglivi

LO ZIO BOONME CHE RICORDA LE VITE PRECEDENTI          

(Loong Boonmee raleuk chat, Thailandia, Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, col., 2010, dur., 111′, v.o. sott. it.)

Regia: Apichatpong Weerasethakul

Con: Thanapat Saisaymar (Boonmee), Jenjira Pongpas (Jen), Sakda Kaewbuadee (Thong), Natthakarn Aphaiwong Huay (moglie di Boonmee), Jeerasak Kulhong (Boonsong, figlio di Boonmee)

Sorprendente e indimenticabile Palma d’oro al festival di Cannes, grazie alla giuria presieduta da Tim Burton, il film tratta il tema della reincarnazione nella cultura thai. Sesto lungometraggio del maestro tailandese (di cui Fuori Orario ha già trasmesso il precedente Tropical Malady e il cortometraggio Luminous People, episodio di Lo stato del mondo).

Lo zio Boonmee, un piccolo proprietario terriero thailandese malato di insufficienza renale, passa i suoi ultimi giorni in campagna con Jai, un immigrato laotiano suo dipendente che si prende cura di lui, e con la cognata Jen e il figlio di questa, Thong, che sono appena giunti in visita dalla città. Una sera, mentre cenano nella veranda della casa all’interno del suo podere dove crescono grandi alberi di tamarindo, appaiono alla loro tavola i fantasmi della moglie Huay morta diciannove anni prima e del figlio, scomparso da qualche anno, che ora ha assunto la forma di una grande scimmia semi-umana dagli occhi rossi e fosforescenti. Essi parlano con i viventi a testimonianza dell’ incessante ciclo della vita in cui esseri umani, animali e vegetali incessantemente si trasformano. Anche zio Boonme seguirà le due apparizioni attraverso un cammino notturno nella foresta che lo condurrà alla tappa finale della sua vita, morire per rinascere. La vita precedente di Boonme è evocata al centro del film dalla sequenza di una principessa che si accoppia con un pesce gatto: «di fronte alla giungla, alle colline e alle valli – dice Boonmee – le mie vite passate, come animale o altro essere, emergono davanti a me».

HO CAMMINATO CON UNO ZOMBIE            

(I Walked with a Zombie, USA, 1943, b/n, dur., 66′)

Regia: Jacques Tourneur

Con: Frances Dee, Tom Conway, James Ellison, Edith Barrett, James Bell, Christine Gordon, Theresa Harris

Pedro Costa ha sempre dichiarato la sua grande ammirazione per Jacques Tourneur, e Casa de lava, il suo secondo lungometraggio, si ispira direttamente a questo film, ma l’ombra di Tourneur continuerà a estendersi e prolungarsi in tutto il suo cinema.

Una giovane infermiera fresca di laurea viene assunta per occuparsi di una paziente malata di mente. La sede lavorativa è nelle Indie Occidentali, in una remota abitazione sull’isola di San Sebastian. Lì la donna malata vive insieme al marito e a Wesley, il fratellastro dell’uomo.

Tutti e due sono pazzamente innamorati della donna. Conway è convinto che sua moglie abbia ormai perso del tutto la lucidità, mentre gli abitanti del posto pensano che si sia “semplicemente” trasformata in uno zombie. L’infermiera, con l’aiuto di un dottore locale, proverà prima a risvegliare la donna dal suo stato di trance con tecniche di medicina “ufficiale”, poi si affiderà a dei rituali Voodoo, all’insaputa del marito. Le conseguenze delle sue azioni saranno sconvolgenti…

 

Venerdì 31 marzo dalle 1.40 alle 06.00

OUT OF THE PAST. RITORNARE DOVE NON SI È MAI STATI (3)

a cura di Fulvio Baglivi

THE ASSASSIN

(Ci ke Nie Yin Niang, Taiwan / Hong Kong, 2015, col., dur., 104’, v.o. sott. it.)

Regia: Hou Hsiao-Hsien

Con: Shu Qi, Chang Chen, Zhou Yun, Satoshi Tsumabuki.

Presentato in Concorso al Festival di Cannes 2015, è l’unica incursione nel genere Wǔxiá pan (cappa e spada) e, ad oggi, l’ultimo film di Hou Hsiao Hsien, il grande maestro taiwanese. L’interpretazione che Hou Hsiao Hsien fa del genere è spiazzante: i combattimenti in volo e i colpi di spada vanno di pari passo a un discorso visivo in cui la rabbia politica e il romanticismo si dipanano attorno all’abisso indecifrabile di visibile e invisibile. Il difficile compito assegnato alla spadaccina Nie Yinniang, di uccidere il governatore suo cugino cui un tempo fu promessa sposa e poi negata, diventa invece sprofondamento in una geometria di veli, dove la bellezza sta nell’ipnotico sguardo che indaga ciò che si disperde nella visione, alla ricerca continua di un equilibrio tra furia amorosa e etica della responsabilità.

LE CATENE DELLA COLPA                                   

(Out of the Past, USA, 1947, b/n, dur., 93′)

Regia: Jacques Tourneur

Con: Robert Mitchum, Jane Greer, Kirk Douglas, Richard Webb, Rhonda Fleming

Un detective privato (Robert Mitchum) che si è ritirato in un paesino di provincia, scopre di non poter sfuggire al proprio passato quando un ex datore di lavoro (Kirk Douglas) e la sua ex-amante (Jane Greer)… moglie di costui, lo irretiscono in una trappola fatale. Questo grande classico del film noir viene presentato, nella   versione   originale integrale, integrato   delle   scene   tagliate   nella   versione   italiana (laboriosamente restaurata da Piero Tortolina).

Sabato 1 aprile dalle 1.20 alle 7.00

OUT OF THE PAST. RITORNARE DOVE NON SI È MAI STATI (4)

a cura di Fulvio Baglivi

GLI ANNI                                                

(Id., Italia/Francia, colore e b/n, 2018, dur., 23′)

Di: Sara Fgaier

Realizzato da Dugong Film nell’ambito del progetto Re-Framing Home Movies, sostenuto dalla Cineteca Sarda, Gli anni mescola immagini di una Sardegna fuori dal tempo: filmati di famiglia, frammenti di vita e luoghi riemergono mutati e mutanti sotto una nuova luce. Fuori campo la voce di una donna (Sara Fgaier stessa) riprende pezzi dell’omonimo libro della scrittrice Annie Ernaux dando vita a uno scambio tra archivio e parola, immagini e scrittura che diventano scoperta di sé.

THE WOMAN WHO LEFT – LA DONNA CHE SE NE È ANDATA

(Angbabaenghumayo, Filippine, 2016, b/n, dur., 222′, v.o. sott. italiano)

Regia: Lav Diaz

Con: Charo Santos-Concho, John Lloyd Cruz, Michael De Mesa, Nonie Buencamino

Ispirato al racconto di Tolstoj “Dio vede quasi tutto, ma aspetta”, il film ha vinto il Leone d’oro alla Mostra di Venezia nel 2016, facendo seguito ai premi di Locarno e Berlino dei suoi film precedenti.

Il cineasta filippino mette al centro del racconto una donna (in Tolstoj al contrario è un uomo) e sposta l’ambientazione nel contesto urbano contemporaneo delle Filippine. Mentre Horacia ritorna in città dopo essere stata ingiustamente detenuta per trent’anni emergono le storie di violenza e ingiustizia delle Filippine degli ultimi quarant’anni.

Lav Diaz l’ha definita “una storia di morte e di perdono. Un racconto spirituale che non riguarda Dio ma una persona che soffre ed è spinta a fare qualcosa di buono per tutta l’umanità”.

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IL N.14 DELLA RIVISTA DI SENTIERI SELVAGGI

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