La programmazione di Fuori Orario dal 29 agosto al 4 settembre

Su Fuori Orario ancora protagonisti Bela Lugosi e Boris Karloff. Poi amarcord tra i festival di Venezia (Capri-Revolution, 11 minuti), Locarno (Cosmos) e Cannes (Bright Star)

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Domenica 29 agosto dalle 1.30 alle 6.00

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Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

presenta

TUTTI I COLORI DEL BUIO 2 – LUGOSI/ KARLOFF: IL CORPO SCOMPARSO DEL CINEMA (5) 

a cura di Paolo Luciani

Una proposta nella migliore tradizione cineclubbistica dei tempi che furono – non solo per la sua collocazione da “brividi estivi” –  quando l’attenzione al cinema di genere e alle sue declinazioni più estreme (basso budget, serializzazione, diffusione nei circuiti periferici e televisivi) unita alla disponibilità di titoli che il precipitare nel gorgo del pubblico dominio rendeva finalmente accessibili, portò ad una ri/nascita di interesse nei confronti di momenti e personalità del cinema fantastico che mai erano stati considerati, men che meno come meritevoli di approfondimento, se non a livello di passione individuale, spesso nascosta o non esplicitata. Nel caso degli appuntamenti che Fuori Orario propone, Bela Lugosi e Boris Karloff rappresentano la quintessenza del cinema come “morte al lavoro”; il loro stesso corpo/volto accompagna la storia del cinema   fantastico e del cinema stesso, con una  presenza importante già negli anni del muto, fino alla stagione classica dei capolavori horror giù giù alla decadenza umiliante e putrefatta di un cinema, di un genere, di una biografia  che non riescono a sopravvivere a loro stessi. Se solo  in parte, nelle  storie personali Lugosi e Karloff  sono accomunati da tutti quegli elementi avventurosi che sono propri di personalità forti che abbiano attraversato gli sconvolgimenti storici, sociali, culturali determinati dal  passaggio da un secolo all’altro, è invece proprio  nel segno che tutti e due hanno inciso nell’immaginario cinematografico e non, che le loro due vicende umane, di più i loro corpi cinematografici, quasi coincidono. E questo vale  sia per la ininterrotta   riscoperta del cinema che loro rappresentano, alto o basso che sia, comunque di nuovo punto di riferimento di moderni autori del fantastico, sia  nella  trasformazione in  icone pop “senza tempo e mai morti” (appunto), cui assistiamo da anni. Il cinema scomparso che rappresentano,  in realtà sembra   rigenerarsi nella capacità unica dei loro corpi cinematografici di essere ciclicamente detonatori di nuovo immaginario, fecondo od inquietante che sia.

GLI OCCHI NERI DI LONDRA/IL MOSTRO UMANO                         

(The Dark Eyes of London/The Human Monster, Usa, 1940, b/n, dur., 75’)

Regia: Walter Summers

Con: Bela Lugosi,  Hugh Williams, Greta Gynt, Edmon Ryan, Wilfred Walter

Lugosi interpreta un assicuratore che si procura un lucroso giro di affari, assassinando i suoi assistiti, dopo averli attirati in un ospizio per non vedenti gestito da un dottore folle, che altri non è se non lo stesso Lugosi, in un ennesimo travestimento… Ennesima variazione di un personaggio ricorrente per Bela, quello di un criminale dalla doppia personalità, divisa tra bene e male.

BEDLAM

(id., Usa, 1946, b/n, dur., 76′)

Regia: Mark Robson

Con: Boris Karloff, Anna Lee, Billy House, Richard Fraser, Glen Vernon,

Karloff è il sadico direttore del manicomio Bedlam, realmente esistito nella Londra settecentesca , illustrato da un ciclo di celebri dipinti di William Hogarth, che funge da soggetto ispiratore per la trama del film. A Bedlam, oltre al quotidiano orrore,  per l’innominabile gioia dei ricchi nobili, Karloff organizza degli spettacoli in cui i pazienti sono coinvolti in situazioni umilianti, Una giovane attrice, sconvolta da quello che vede, cerca di denunciare queste pratiche, finendo per essere rinchiusa lei stessa da Karloff nelle segrete del manicomio…

SPETTRI ALL’ARREMBAGGIO

(Spooks Run Wild, Usa, 1941,  b/n, dur., 62′)

Regia: Phil Rosen

Con: Bela Lugosi, Leo Gorcey, Bobby Jordan, Hunthe Hall, Ernest Morrison, Dorothy Short, Dave O’ Brien, David Gorcey

Una “casa maledetta”, in un piccolo paese di campagna. Gli East Side Kids (ora presenti in produzioni minori dopo il grande successo ottenuto alcuni anni prima a fianco di Bogart in STRADA SBARRATA di Wyler) decidono di indagare, sfidando terrori radicati nella popolazione , costretti a superare tutte le loro paure per liberare l’amico Peewee dal malvagio Lugosi…

 

Venerdì 3 settembre dalle 00.45 alle 06.00

VENEZIA  2001 – 2021

11 settembre, venti anni dopo (1) 

a cura di Fulvio Baglivi, Lorenzo Esposito, Simona Fina, Roberto Turigliatto

11 MINUTI                        PRIMA TV

(11 Minut, Polonia-Irlanda  2015, col.,  dur., 81’, v. o. sott., it.,)

Regia: Jerzy Skolimowski

Con: Richard Dormer, Paulina Chapko, Agata Buzek, Jan Nowicki, David Ogrodnik, Wojciek Mecwaldowski

In prima visione tv su Fuori Orario  quello che ad oggi resta l’ultimo film diretto dal grande maestro polacco Jerzy Skolimowski  racconta e moltiplica con un montaggio apocalittico e cubista gli stessi undici minuti vissuti da personaggi differenti in parallelo. Un film dai tratti profetici che già allora Skolimowski spiegava così: “Camminiamo verso il bordo dell’abisso tra ordine e caos. Dietro ogni angolo si nasconde l’imprevisto, l’inimmaginabile. Niente è certo – il prossimo giorno, la prossima ora, o anche il prossimo minuto. Tutto potrebbe finire all’improvviso, nel modo meno atteso”.

Un reticolo di vita urbana, con tanti personaggi che vivono in un mondo instabile, dove tutto può succedere in ogni momento. Un’inaspettata concatenazione di eventi  – a effetto domino – può segnare tanti destini in appena undici minuti. È stato uno scherzo matematico, o potrei dire che c’è stata una certa precisione nel coordinare gli episodi. Una volta che ho deciso che avrei raccontato una storia che si svolgeva in un arco di tempo molo limitato, 11 minuti, sapevo che alcune di queste storie si potevano interconnettere facendo così capire al pubblico che succedono simultaneamente. (…) Nel film do alcuni segnali che qualcosa di terribile sta per accadere, ma credo di essere riuscito a guidare il pubblico a muoversi istintivamente. Non dovevano sapere quello che sarebbe successo esattamente, ma in un certo senso avere la sensazioni quasi di un thriller”. (Jerzy Skolimowski)

COSMOS

(id.,Francia-Portogallo, 2015, col., dur. 98′ v. o. sott., it.,)

Regia: Andrzej Zulawski

Con: Jean-François Balmer, Sabine Azéma, Jonathan Genet, Johan Libéreau, Victoria Guerra, Clémentine Pons

Ultimo film del grande regista polacco, Cosmos è stato presentato in Concorso al Locarno Film Festival dove ha vinto il Premio per la Miglior Regia. Tratto dal capolavoro omonimo di Witold Gombrowicz, Cosmos segue le ‘avventure’ di due giovanotti che partono per la campagna per una breve vacanza e, una volta trovata una piccola pensioncina familiare, vengono assediati da segni misteriosi che sembrano sorgere dai tratti più ovvii del quotidiano: un passero impiccato, un legnetto appeso a un muro… La pensione è abitata da personaggi inquietanti (la padrona, il marito, la figlia) che vanno a intricare l’enigma attorno a una trama cosmico-poliziesca che corre inesorabile verso la catastrofe finale. Se per Zulawski Cosmos, il film, considera Gombrowicz uno scrittore “non spasmodico, ma rapido, breve, estremamente ritmico, in una parola caustico” (Mubi, Interview with Zulawski), per Gombrowicz, come annotò nel suo Diario, Cosmos è “un romanzo sulla formazione della realtà”.

FUORI ORARIO: PAROLA SU UNA DATA

(1: JERZY SKOLIMOWSKI, JACQUES DERRIDA)

(Italia, 2002-2006, col., dur., 67’ca)

di: enrico ghezzi

A vent’anni esatti dal tragico 11 settembre 2001, Fuori Orario ripropone PAROLA SU UNA DATA,  di Enrico Ghezzi , una serie di conversazioni filmate  sulle immagini dell’attentato alle Torri Gemelle  di  Ciprì e Maresco, Jacques Derrida, Amos Gitai, Abbas Kiarostami,   Amir Naderi, Ermanno Olmi,  Luca Ronconi,  Jerzy Skolimowski,  Susan Sontag, Bela Tarr, Tsai Ming-liang,  Slavoj Žižek ,

 

Sabato 4 settembre dalle 2.35 alle 6.30

VENEZIA  2001 – 2021

11 settembre, venti anni dopo (2) 

a cura di Fulvio Baglivi, Lorenzo Esposito, Simona Fina, Roberto Turigliatto

CAPRI-REVOLUTION

(Italia, 2018, col., dur., 119’)

Regia: Mario Martone,

Con: Marianna Fontana, Antonio Fiolletto, Reinout Scholten van Aschat, Jenna Thiam, Donatella Finocchiaro, Eduardo Scarpetta, Lola Klamroth, Ludovico Girardello,Gianluca Di Gennaro, Maximilian Dirr

Siamo nel 1914, l’Italia sta per entrare in guerra. Una comune di giovani nordeuropei trova sull’isola di Capri il luogo ideale per la propria ricerca nella vita e nell’arte. Ma l’isola ha una propria, forte identità, che si incarna in una ragazza, una capraia di nome Lucia. Il film narra l’incontro tra la comune guidata da Seybu, la ragazza e il giovane medico del paese. E narra di un’isola unica al mondo, la montagna dolomitica precipitata nel Mediterraneo, che all’inizio del Novecento ha attratto come un magnete chiunque sentisse la spinta dell’utopia e coltivasse ideali di libertà, come i russi che, esuli a Capri, si preparavano alla Rivoluzione

“Il film prende spunto dalla comune che il pittore Karl Diefenbach creò a Capri all’inizio del Novecento. Nel film tutto viene rielaborato con la più totale libertà: l’azione si sposta più avanti, alla vigilia della prima guerra mondiale, e il protagonista lascia la vecchia pelle del pittore spiritualista Diefenbach per tramutarsi in un giovane artista performativo, la cui filosofia deriva dai concetti che verranno elaborati molti decenni più avanti da Joseph Beuys. Di Diefenbach era interessante soprattutto la scelta di praticare l’arte dentro una radicale rivoluzione umana, in cui il rapporto con la natura diventa centrale. Le scelte compiute in anni lontanissimi dalla comune di Capri, come da quella di Monte Verità in Svizzera, parlano direttamente al nostro tempo, in cui la questione di che senso dare al progresso e al rapporto tra uomo e natura è centrale per la sopravvivenza stessa degli esseri umani.” (Mario Martone)

BRIGHT STAR

(id, Gran Bretagna, Australia, Francia, 2009, col., 115′)

Regia: Jane Campion

Con: Ben Whishaw, Abbie Cornish, Paul Schneider, Kerry Fox, Thomas Sangster

1818, ad Hamstead, nella campagna intorno a Londra. . Il ventitreenne John Keats  fa la conoscenza della sua vicina di casa,  Fanny Brawne, lettrice attenta delle sue poesie. Tra il poeta romantico e la sua musa nasce una storia d’amore  che dirompe vertiginosamente tra i rigidi rituali quotidiani dell’ordinata  vita di campagna inglese. Lettere appassionate vengono scambiate tra i due amanti.  Poverissimo e minato dalla tubercolosi   si vede costretto a partire per l’Italia, dove il clima è migliore e dove troverà la morte, a venticinque anni, nel febbraio del 1821.
Alla notizia della morte  Fanny si confeziona un vestito da vedova, tutto nero, e  vaga per i boschi dove che aveva  passeggiato col poeta.

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