La programmazione di Fuori Orario dal 31 ottobre al 6 novembre
Su Fuori Orario da stanotte a sabato 6, cinema italiano anni ’40 con Bragaglia e Mastrocinque, prima tv di Malmkrog di Puiu e Sulla infinitezza di Roy Andersson.
Domenica 31 ottobre dalle 2.20 alle 6.00
Fuori Orario cose (mai) viste
di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Luciani Turigliatto
presenta
CINEMA SUL FONDO 2
da una idea di Ciro Giorgini ed enrico ghezzi (14)
a cura di Paolo Luciani
Sono centinaia i film italiani del periodo 1929/1945 considerati perduti, scomparsi, non ancora individuati. Le condizioni oggettive di deperibilità e difficoltà di conservazione di copie e negativi, si sono unite alle ventate di rimozione (culturale, critica, storica, politica…) che si alzarono impetuose ed immediate nei giorni della Liberazione. Ci sono voluti alcuni decenni prima che si risvegliasse una attenzione nei confronti di “quel cinema”; anche in questo caso, va attribuito alla nuova o giovane (…di allora…) critica italiana il merito di averlo considerato in maniera del tutto originale
Fin dalla sua nascita, la Rai ha rappresentato una delle possibilità maggiori di fruizione di questo cinema; oltre ad avere la disponibilità di decine e decine di titoli, via via diversi anno dopo anno, secondo la logica dei diritti tv, si è spesso impegnata nella ricerca, restauro e promozione di titoli importanti del periodo 1929/1945, collaborando attivamente con studiosi e cineteche. In particolare, questa funzione è stata assolta da Fuori Orario; CINEMA SUL FONDO, nasce alcuni anni fa da questa esigenza e dalla passione di Ciro Giorgini con enrico ghezzi.
Al lavoro ci CINEMA SUL FONDO si deve ad esempio il ritrovamento di un titolo considerato scomparso come LA STELLA DEL CINEMA, che volutamente abbiamo scelto per inaugurare questa ripresa del ciclo.
Riprendiamo quindi questo progetto con la speranza di poter contribuire a tenere alta l’attenzione su questo segmento importante della storia del nostro paese.
LA VITA È BELLA
(Italia, 1943, b/n, dur., 79’)
Regia: Carlo Ludovico Bragaglia
Con: Alberto Rabagliati, Maria Mercader, Anna Magnani, Carlo Campanini, Gualtiero Tumiati, Virgilio Riento, Gildo Bocci, Arturo Bragaglia, Armando Furlai
Un giovane nobile si ritrova sull’orlo della disperazione: ha perso ogni suo avere e decide di suicidarsi. Viene bloccato nel suo gesto da uno scienziato, che gli chiede di sottoporsi volontariamente ad una iniezione sperimentale, di cui vuole conoscere l’efficacia e che potrebbe invece aver anche effetti letali su di lui, ma solo allo scadere di dieci giorni… Il giovane accetta non solo la sperimentazione, ma anche di passare dieci giorni in una fattoria, come apprendista lavorante. La sua del tutto nuova condizione di vita , insieme all’affetto di una ragazza, lo fanno ricredere dal suo iniziale proposito…Ma come riuscirà ad evitare i letali effetti della iniezione …? In questo che è uno dei grandi successi di Bragaglia nella sua filmografia ‘30/’40, il regista strizza consapevolmente l’occhio ai modelli della commedia hollywoodiana.
VALIDITÀ GIORNI DIECI
(Italia, 1940, b/n, dur., 85′)
Regia: Camillo Mastrocinque
Con: Laura Solari, Antonio Centa, Sergio Tofano, Guglielmo Barnabò, Enzo Biliotti, Maria Romi Corona, Renato Chiantoni, Norma Marino, Gildo Bocci
Un giovane impiegato trova casualmente un biglietto ferroviario che gli permette di poter andare e tornare a Venezia, nell’arco temporale di dieci giorni. Decide di sfruttare l’inattesa occasione, prende alloggio in un piccolo albergo dove fa la conoscenza con una ragazza. Presto si convince che questa sia una ladra, scoprendo in un secondo momento come in realtà sia una agente di una compagnia di assicurazione alla ricerca di una preziosissima collana rubata…Svelate le loro identità, decidono di unirsi nella ricerca, che riserverà loro altre sorprese, momenti di avventura e li farà avvicinare sempre più.
Venerdì 5 novembre dalle 1.15 alle 6.00
EUROPA 2021
L’ETERNO RITORNO (3)
a cura di Fulvio Baglivi, Lorenzo Esposito, Roberto Turigliatto
MALMKROG PRIMA VISIONE TV
(Malmkrog, Ungheria-Francia-Russia-Germania, 2020, col., durata 201’, v. o sott. it.)
Regia: Christi Puiu
Con: Frédéric Schulz-Richard; Aghate Bosch, Marina Palii, Diana Sakalauskaité, Ugo Broussot
Presentato alla Berlinale nel 2020 nella sezione Encounters dove ha vinto il premio per la miglior regia, l’ultimo film del regista rumeno Puiu è tratto dall’opera Tre dialoghi (sulla guerra, il progresso e la fine della Storia) dello scrittore russo Vladimir Soloviev pubblicata nel 1899.
Puiu lascia intatta la forma dialogica dell’opera letteraria e costruisce il film sul confronto di cinque aristocratici dell’Europa ottocentesca che dialogano all’interno di una grande magione.
La guerra, la mutazione umana e la fine di un mondo sono al centro dei discorsi ma il film è concentrato su un’attenzione formale e un senso della messa in scena non comuni nel cinema contemporaneo con la macchina da presa che si muove e disegna geometrie seguendo i cambiamenti di visione e “posizione” (storica, politica, morale) dei dialoghi. Fino al punto di rottura.
Sabato 6 novembre dalle 2.00 alle 6.30
EUROPA 2021
L’ETERNO RITORNO (4)
a cura di Fulvio Baglivi, Lorenzo Esposito, Roberto Turigliatto
(Om Det Oandliga, 2019, Svezia-Germania-Norvegia, col., dur., 73’, v.o. sott. it.)
Regia: Roy Andersson
Con: Martin Serner, Tatiana Delaunay, Anders Hellstrom, Jan Eje Ferling
Presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia e vincitore del Leone d’argento per la miglior regia, Sulla Infinitezza è un film in puro stile Roy Andersson, una riflessione pregna di humor nero e cinismo sull’umanità contemporanea. Una serie di “quadri” ambientati in momenti storici diversi sono animati da personaggi vari: un prete, un padre e una figlia che si dirigono a una festa di compleanno, una donna innamorata di figure “forti” come Adolf Hitle e Ivan Il Terribile, soldati in marcia verso un campo di prigionia… A trionfare è sempre il non senso se non addirittura il peggio possibile, lasciandoci nella nostra miseria e la “finitezza” che caratterizza le nostre visioni.
“È stato il mito greco a ispirarmi a unire tutte queste scene, tutti questi temi in uno stesso film. Io voglio sottolineare la bellezza di essere vivi e umani, ma per dimostrarlo ci vuole un contrasto, bisogna rivelare anche il lato peggiore. Questo film è sull’infinità dei segni dell’esistenza.” [Roy Andersson]
ENCICLOPEDIA AUDIOVISIVA – KAFKA
(Italia-Francia-UK, 1992, col., durata 53’)
Regia: Zbigniew Rybczynski
Con: Birgit Bofarull, Peter Lucas
Girato per il progetto internazionale Enciclopedia Audiovisiva, con vari segmenti dedicati ad artisti di diverse discipline per altrettanti registi tra cui spicca anche il Gershwin di Resnais, Kafka è il film in cui Rybczynski sperimenta la tecnologia HDTV. Il cineasta polacco trova nel digitale la possibilità di movimenti di macchina impossibili con il 35mm, lavora sul colore e gli attori per raggiungere un’altra dimensione e una surrealtà straniata che incontra le opere di Kafka.
«Quando ho realizzato il mio ultimo film, Kafka, dieci anni fa, ho capito che era tempo per me di mettermi a studiare. E ho cominciato a lavorare alla programmazione dei computer. è il linguaggio del futuro, dalle implicazioni anche superiori a quelle della scrittura perché comprende un elemento affascinante, la capacità di costruire un’immagine e catturarla con un metodo scientifico. Non è difficile che in un futuro prossimo potremo sostituire alla lente ottica una «lente intellettuale», capace di una visione che attraversi il tempo e sia capace di vedere il passato e prevedere il futuro. Scopriremo che l’immagine contiene una sorta di mistero divino, che sarà testimoniato dall’ immagine multitemporale capace di penetrare in altre regioni dello spettro visivo, esattamente come oggi siamo capaci di vedere dentro ai corpi o attraverso i corpi grazie alle tecnologie specifiche». [Zbigniew Rybczynski da un incontro alla Milanesiana con enrico ghezzi e Umberto Eco nel 2003]
CAPITALI CULTURALI D’EUROPA: PRAGA CUORE AGITATO D’EUROPA – puntata 6
(Italia, 1983, col., 60’)
Regia: Vera Chitilovà
Prodotto dalla Rai per il ciclo Capitali culturali d’Europa, il film di Vera Chytilovà, esponente di punta della Novà Vlna (la Nouvelle Vague cecoslovacca degli anni Sessanta), è un ritratto della città attraverso la sua drammatica storia e, insieme, un caleidoscopio dalle molteplici prospettive sull’identità culturale praghese.