La programmazione di Fuori Orario dal 7 al 13 maggio

Il teatro/cinema di Deflorian-Tagliarini, Fabrizio Ferraro, ricerche, sperimentazioni relazioni intorno a Gli ultimi giorni dell’umanità e la versione restaurata di Ginger e Fred.

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Domenica 7 maggio dalle 2.30 alle 6.00

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Fuori Orario cose (mai) viste 2022/2023

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Luciani Turigliatto

presenta

IL CINEMA IN AGGUATO. IL TEATRO DI DEFLORIAN/TAGLIARINI (2)

a cura di Fulvio Baglivi 

AVREMO ANCORA L’OCCASIONE DI BALLARE INSIEME      PRIMA VISIONE TV

(Italia, 2021, col., dur., 91’ circa)

Un progetto di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini liberamente ispirato a Ginger e Fred di F. Fellini

Interpretazione e co-creazione: Francesco Alberici, Martina Badilucci, Daria Deflorian, Monica Demuru, Antonio Tagliarini, Emanuele Valenti

Liberamente ispirato a Gineger e Fred di Federico Fellini, così come Sovrimpressioni che precede di poco Avremo ancora l’occasione di ballare insieme è l’ultimo spettacolo di Deflorian/Tagliarini che si confrontano con l’anziana coppia di ballerini interpretati nel film da Giulietta Masina e Marcello Mastroianni.

“Il titolo viene dal ribaltamento di una frase che Amelia dice alla fine del film a Pippo: “Non credo che avremo ancora l’occasione di ballare insieme”. L’anno di preparazione di questo lavoro è stato il secondo in cui, per via della pandemia, il mondo della cultura dal vivo non ha potuto di fatto svolgere il suo ruolo. Quando abbiamo riascoltato questo saluto malinconico che la Masina (già ammalata allora di quel male che se la portò via qualche anno dopo) fa allo sbandato Mastroianni non abbiamo potuto evitare di pensare anche a tutti noi. E a rilanciare un’occasione di incontro. La nostra è infatti prima di tutto una ballata dedicata agli artisti, al loro desiderio di essere un altro, alla loro determinazione a giocare per tutta la vita, a cadere ad ogni ciak, a mettere nei dettagli insensati la loro biografia più segreta, al loro smascherarsi “intenzionalmente senza intenzione” come ha detto Fellini parlando del lavoro dell’attore. È quindi è un progetto su Marcello Mastroianni. Su Giulietta Masina. È’ un progetto su Fred Astaire e Ginger Rogers. È’ un progetto su di noi. Un lavoro sulla coppia e un lavoro sul dialogo. Il dialogo come possibilità di procedere insieme, di generare azioni, anche immaginarie”. [Deflorian/Tagliarini] 

GINGER E FRED        versione restaurata

(Italia, 1985, col., dur., 124’)

Regia: Federico Fellini

Con: Giulietta Masina, Marcello Mastroianni, Franco Fabrizi

Amelia Bonetti e Pippo Botticella in arte Ginger e Fred sono due attempati ballerini di tip-tap, romantici e un po’ squinternati. Ginger e Fred vengono coinvolti da una tv privata in una sorta di “operazione nostalgia”, ma si capisce subito che al centro della scena stanno in realtà la figura del presentatore e la pubblicità. Quando i due vengono chiamati sul palco si verifica un blackout che interrompe il loro numero. Fred-Mastroianni confabulando con Ginger-Masina sull’insensatezza della loro presenza al programma, la convince ad andarsene dal palco insieme a lui prima della ripresa del programma. Mentre sono in uscita e Pippo sta rivolgendo un gestaccio ai “teledipendenti”, la luce torna e i due riprendono tristemente il loro numero di ballo, terminandolo con grande affanno e ricevendo un applauso pietoso.

“Tutti i film sono autobiografici. Siamo sempre autobiografici, anche chi pretende di essere il più obiettivo, il più distaccato in fondo non fa che dar la testimonianza del suo distacco, della sua presunta obiettività. In Ginger e Fred di autobiografico ci posso mettere – sempre scherzosamente – certi malumori, certi risentimenti in quanto ritengo, non dico responsabile, ma certo fatalmente la televisione ha creato un rapporto diverso tra lo spettatore e l’immagine. Non è più quel rapporto così intimidito, suggestionato, fiducioso, esaltato che il grande schermo, che chiamava a raccolta come in una chiesa il pubblico, poi si spegneva la luce e si illuminava questo grande lenzuolo, gli attori erano enormi con questi gran faccioni, labbroni… tutto l’aspetto esotico, l’aspetto del femminile… Tutto questo la televisione lo ha irrimediabilmente distrutto, cancellato. È un’immagine completamente diversa, un’immagine schizofrenica, psichedelica, nevrotica, “coriandolizzata”, frantumata… È una specie di caleidoscopio, di solletico all’occhio che a lungo andare ha creato un tipo di spettatore impaziente, superficiale, che pretende di far lui il film cambiando continuamente da un’immagine di un programma all’altro… Quindi certamente io che sono un cineasta, vedo che devo tener conto di un pubblico che non conosco ed esprimere i miei le mie fantasie i miei pochi pensieri sul mondo con un linguaggio che tenga conto delle esigenze da insetti di questo nuovo pubblico frenetico e impaziente”. (Intervista di Gedeon Bachman a Federico Fellini sul set di Ginger e Fred)

Venerdì 12 maggio dalle 1.40 alle 6.00

LET’S FOG!

a cura di Fulvio Baglivi

RICHERCHE, SPERIMENTAZIONI E RELAZIONI INTORNO A Gli ultimi giorni dell’umanità

(Italia, 2023, b/n & col., dur., 240’ circa)

Di: Alessandro Gagliardo e enrico ghezzi

Un montaggio di sequenze, schegge, materiali dell’anarchivio composto appositamente per questa notte di Fuori Orario da enrico ghezzi e Alessandro Gagliardo. Le immagini di questo lavoro sono l’eccedenza dell’eccedenza, pezzi che non sono rientrati nella versione presentata a Venezia de Gli ultimi giorni dell’umanità: ci sono sequenze tenute per intero, esperimenti, bozze e montaggi più definiti. Il naufragio raccontato nel film che la Cineteca di Bologna distribuisce in queste settimane (non) visto da altre prospettive, frantumato nel suo specchio sempre rovesciato. Annebiamoci! e che il naufragar sia dolce…

Sabato 13 maggio dalle 1.40 alle 7.00

FILM DI UNO STRANIERO. PREMIO “CASA ROSSA” A FABRIZIO FERRARO

a cura di Fulvio Baglivi e Roberto Turigliatto

QUATTRO NOTTI DI UNO STRANIERO

(Italia-Francia, 2013; b/n, dur., 90’)

Di: Fabrizio Ferraro

Con: Marco Teti, Caterina Gueli Rojo

Un altro uomo, un’altra donna, la stessa città: Parigi. I due si incontrano, si inseguono, si sfuggono. Ispirato dalle “Notti bianche” di Dostoevskij, il film si svolge in quattro movimenti. Quattro notti in cui i due incerti amanti si accompagnano e si specchiano in una Parigi illuminata da un bianco cittadino abbagliante e senza tempo.

Fabrizio Ferrato è al tempo stesso uno dei registi italiani emergenti più appartati e più sorprendenti. Scrittore, cineasta, filosofo, giunge qui alla sua sesta prova registica, che lui stesso spiega così: “Stessa spiaggia, stesso mare suonava così una famosa canzone italiana degli anni ‘60 sull’orlo, più che urlo euforico, di un precipizio tenuto distante, ma mai così facile da raggiungere. Strade sempre più larghe, velocità abissali, carreggiate a più corsie. È come dire che la storia è sempre la stessa: un uomo, una donna, un mondo che si autolimita, autopunisce, che rinuncia alle sue potenziali insostenibili bellezze. Questo vale per la nostra vita consumata come anche per il cinema, con le sue immagini sempre più definite, ma in cui c’è sempre meno da guardare, tanto da non riuscire più a proiettare visioni fuori dallo schermo.

Dopo Penultimo Paesaggio ecco il secondo film di quello che mi viene da definire come una sorta di dittico sul e nel contatto non ancora avvenuto, da avverarsi”.

COLOSSALE SENTIMENTO

(Italia, 2016, b/n, dur., 82’’)

Regia: Fabrizio Ferraro

Roma, 1630-40: lo scultore barocco Francesco Mochi realizza il Battesimo di Cristo per la chiesa di San Giovanni Battista de’ Fiorentini di Roma. L’opera, rifiutata dal committente, inizia una peregrinazione di luogo in luogo che durerà quasi quattrocento anni. Roma, gennaio 2016: un gruppo di visionari decide di riportare la scultura nel luogo dov’era stata concepita. Improvvisamente, Cristo rompe il silenzio di quattrocento anni e si rivolge a Giovanni Battista.

LA VEDUTA LUMINOSA                                     

(Italia/Spagna, 2021, col., dur., 90’, v.o. sott., it.)

Regia: Fabrizio Ferraro

Con: Alessandro Carlini, Catarina Wallenstein, Freddy Paul Grunert

Secondo film del progetto sugli “indesiderati” di Fabrizio Ferraro che Fuori Orario in collaborazione con Rai Cinema e Boudu ha presentato in contemporanea alla prima mondiale del Forum 2021 della Berlinale e che ora torna in onda in questo ciclo dedicato alla poesia e alle visioni di e con poeti e scrittori.

“Uno stanco autore, il sig. Emmer, e Catarina, l’assistente di un produttore assente, intraprendono un viaggio alla ricerca dei luoghi di Hölderlin, per un progetto impossibile sul poeta tedesco.

Durante il viaggio le ispirazioni si rivelano però lontane, ostacolo per la realizzazione di qualsiasi opera. Un canto d’amore per la Natura indifferente.

“Se io delirassi, mi strapperei le bende e allora scorrerebbe il mio sangue là dove deve, dentro questa terra di dolore. Questa terra di dolore! e nuda! che io volevo rivestire con i boschi sacri…” [Dalla scheda film del Berlinale Forum 2021]

 

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