La programmazione di Fuori Orario dal 7 al 13 novembre

Su Fuori Orario da stanotte a sabato 13, tre Confini d’Europa di Corso Salani, Europa ’51, P’tit Quinquin e Je suis Simone. La condition ouvrière

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Domenica 7 novembre dalle 2.15 alle 6.00

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Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Luciani Turigliatto

presenta 

EUROPA 2021

L’ETERNO RITORNO (5) 

a cura di Fulvio Baglivi, Lorenzo Esposito, Roberto Turigliatto

CONFINI D’EUROPA / 1: CEUTA E GIBILTERRA

(Italia, 2006, col., dur.,53’)

Regia: Corso Salani

Con: Ana Sanchez Gomez

Con la serie di sei film “Confini d’Europa”, Corso Salani intraprende un viaggio alla scoperta di realtà incerte, dimenticate, per dar voce a luoghi e contesti particolari, a situazioni controverse, affascinanti per il loro essere “limite”, passaggio e ponte tra mondi e culture diverse. Ad accompagnare il regista nella sua ricerca c’è sempre una guida femminile coinvolta con i pretesti più disparati; una donna diversa per ogni episodio, il cui volto, i cui occhi, il cui sorriso sono indagati da uno sguardo che senza nessun pudore, millimetro dopo millimetro, si fa sempre più ravvicinato.

C’è un luogo, all’estremità dell’Europa occidentale, dove in pochi chilometri quadrati convivono problemi politici irrisolvibili, rivendicazioni territoriali, inflessibilità doganali, ritorsioni economiche e perfino minacce di guerra. Si potrebbe pensare a un normale contesto geopolitico, se questi territori non fossero parte di nazioni europee come la Gran Bretagna e la Spagna. Il Regno Unito possiede Gibilterra – un minuto possedimento circondato dalla Spagna, che lo ha rivendicato sin dall’inizio. Oltre lo Stretto, nel continente africano, la Spagna possiede la città di Ceuta, interamente circondata dal Marocco. In CEUTA E GIBILTERRA una giovane attrice madrilena scopre come si vive in luoghi così particolari. Sarà suo compito radunare quanti più spunti e suggestioni per costruire il personaggio di un ipotetico film da realizzare in quel confine d’Europa. 

CONFINI D’EUROPA / 2: RIO DE ONOR

(Italia, 2006, col., dur.,56’)

Regia: Corso Salani

Con: Anette Dujisin

Il Portogallo è un paese pieno di contraddizioni, nel quale convivono e coesistono enormi squilibri. Oscilla tra la ricchezza dell’Occidente e una povertà dalla quale non sembra riuscire ad emergere. Nella parte settentrionale del paese ci sono valli nascoste tra le montagne, isolate e dimenticate, che conservano una bellezza antica e sorprendente. Il villaggio di Rio de Onor, tagliato in due dal confine con la Spagna, appare come una traccia di medioevo rimasta fuori dalla modernità. I tetti grigi delle case in pietra, il silenzio dei campi abbandonati, il misterioso suono del mirandese, l’antica lingua parlata dai pochi abitanti, il senso soffocante di solitudine e isolamento… Il primo desiderio che inevitabilmente si prova arrivando a Rio De Onor è quello di fuggire il più in fretta possibile. Eppure le immagini di questo strano posto ritornano alla mente come flash violenti e portano con sé un senso di disarmante nostalgia. Anette, l’aiuto regista portoghese, ci guida nel cammino alla scoperta di questa microscopica e sorprendente fetta di mondo. 

CONFINI D’EUROPA / 3: IMATRA     

(Italia, 2007, col., dur., 77’)

Regia: Corso Salani

Con: Paloma Calle e Corso Salani

Imatra è una cittadina finlandese al confine con la Russia. La notizia più interessante riportata dalla guida turistica su questa amena località a pochi chilometri dal circolo polare artico è di avere dato i natali all’inventore di un rivoluzionario arnese per estrarre le interiora delle aringhe. Ma Imatra è anche «la capitale mondiale del tetrapak» e la sede di una delle più grandi acciaierie del mondo. Una terra di nessuno sospesa tra la ricchezza sonnolenta dei paesi scandinavi e gli stenti e le contraddizioni sociali di quel che resta dell’Unione Sovietica. In questo non-luogo, che sembra davvero fuori dal mondo, si è rifugiata Blanca, una giovane insegnante di spagnolo, nel disperato tentativo di sfuggire alla complicata fine della sua storia d’amore con il regista. Ma è proprio qui che Corso la raggiunge, col pretesto di un improbabile documentario su questo sperduto avamposto della civiltà. Tra maestosi panorami, laghi ghiacciati e grotteschi monumenti eretti alla fiorente economia locale, si snoda un dialogo intimo, delicato, ironico e commovente, dove commedia sentimentale e documentario si intrecciano in un trascinante pastiche, mentre la geografia degli spazi si confonde con quella interiore. Del film, vincitore del Premio speciale della Giuria al Festival del Cinema di Locarno 2007, nel 2008 Salani ha realizzato una versione lunga, che si arricchisce del prologo tragicomico Frammenti di un amore

 

Venerdì 12 novembre dalle 1.15 alle 6.00

EUROPA 2021

L’ETERNO RITORNO (6)

a cura di Fulvio Baglivi, Lorenzo Esposito, Roberto Turigliatto

EUROPA ’51     VERSIONE RESTAURATA

(Italia, 1952, b/n, 110’)

Regia: Roberto Rossellini

Con: Ingrid Bergman, Alexander Knox, Ettore Giannini, Giulietta Masina, Teresa Pellati, Alfred Browne, Antonio Pietrangeli, Marcella Rovena

Fuori Orario ripropone uno dei film che più contrassegna la storia e l’identità del programma, non meno di L’Atalante di Jean Vigo, programmato di recente. .

Irene Girard, moglie di un diplomatico straniero, vive felice a fianco del marito. Il suo tenore di vita è del tutto normale e corrisponde alle abitudini delle donne della sua classe; ma, improvvisamente, un tragico avvenimento viene a sconvolgere la sua esistenza. Il suo unico figliolo dodicenne muore in seguito ad un tentativo di suicidio: risulta che il piccolo si credeva trascurato dai genitori. Questo dramma doloroso provoca nell’animo d’Irene una violenta crisi: essa si sente colpevole e il suo dolore la rende più sensibile al dolore altrui. Un cugino marista, Andrea, le fa da guida nel visitare le case dei poverissimi. Irene porta loro dapprima soccorsi materiali e si consacra poi con assoluta dedizione all’assistenza dei malati e dei sofferenti. Ella conforta con le sue cure gli ultimi giorni di una prostituta; per indurre un giovane delinquente al pentimento lo fa fuggire e viene arrestata per favoreggiamento. Per soffocare lo scandalo, il marito la fa ricoverare in una clinica psichiatrica. Determinata a praticare, secondo i propri intendimenti, la dottrina evangelica dell’amore, Irene rifiuta ogni compromesso e viene rinchiusa per sempre nella casa di salute.

JE SUIS SIMONE – LA CONDITION OUVRIÈRE                             

(Italia, 2009, b/n, 82’, v.o. sott. it. )

Regia: Fabrizio Ferraro

Con: Giovanna Giuliani

Il film è programmato anche in occasione dell retrospettiva che il Festival di Vienna dedicata a Fabrizio Ferraro.

Dal 4 dicembre 1934 al mese di agosto del 1935 Simone Weil lavorò come operaia alla Renault dell’Ile Seguin, nei sobborghi parigini. Da quell’esperienza lacerante nacquero alcune note raccolte postume con il titolo La Condition Ouvrière. Oggi l’Ile Seguin sta per diventare un quartiere residenziale della scienza e dell’arte, ma il grido di dolore di quella giovane operaia è ancora scolpito nel nostro presente. “Questo genere di film cerca di rompere la gabbia del cinema, e rifiuta ogni tipo di riferimento esterno nei confronti dell’immagine. Cerco di tornare a rendere materiale l’immagine, adottando un approccio fisico al lavoro e staccandomi dall’idea della recitazione. Solo in questo modo si potrà tornare a respirare materia e restituire all’immagine il suo vero valore” (F. Ferraro).

 

Sabato 13 novembre dalle 2.00 alle 6.30

EUROPA 2021

L’ETERNO RITORNO (7)

a cura di Fulvio Baglivi, Lorenzo Esposito, Roberto Turigliatto

P’TIT QUINQUIN

(Francia, 2014, col., dur., 205’, v.o.sott.it.)

Regia: Bruno Dumont

Con: Alane Delhaye, Lucy Caron, Bernard Pruvost, Philippe Jore, Philippe Peuvion, Cindy Louguet

Stupefacente serie in 4 puntate (che può anche venire presentata come film lungo). Una detection poliziesca nella campagna francese per scoprire chi ha smembrato una giovane donna: con due maldestri e scaltri poliziotti, il comandante Van der Weyden e Rudy Carpentier, che si muovono come in una comica burlesque sotto gli occhi di un bambino…  Il sorpendente cambio di registro di Bruno Dumont, secondo il quale “la commedia ha lo stesso potere esplosivo del dramma, la capacità di arrivare dritti al cuore delle cose, ed è sempre una possibilità e un rischio”.

 

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