La programmazione di Fuori Orario dall’11 al 17 dicembre

Cinema e varietà tra Risi e Paolella, Abel Ferrara/Willem Dafoe e Dino Buzzati.

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Domenica 11 dicembre dalle 2.30 alle 6.00

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Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Luciani Turigliatto

presenta

LUCI DEL CINEMA – Rivista, varietà, avanspettacolo tra cinema e televisione 

a cura di Paolo Luciani 

PRIMO AMORE

(Italia, 1978, col., dur. 116’)

Regia: Dino Risi

Con: Ugo Tognazzi, Ornella Muti, Mario Del Monaco, Caterina Boratto, Riccardo Billi, Enzo Maggio

Un anziano comico d’avanspettacolo, costretto a vivere temporaneamente in una casa di riposo per attori, si innamora della bellissima cameriera. Incassati i soldi della liquidazione, decide di tornare al suo antico mondo, costruendo occasioni per la sua giovanissima star. Rimarrà amaramente deluso, il teatro di rivista non esiste più, i suoi interpreti sono invecchiati o scomparsi, così  i legami e i codici di comportamento e di amicizia  di quel mondo; non più sostituiti o riutilizzati dal cinema o dalla tv, ma cancellati dalla volgarità di massa delle nascenti televisioni private.

GRAN VARIETA’                

(Italia, 1954, col., dur., 60’)

Regia: Domenico Paolella

Con: Maria Fiore, Carlo Croccolo, Vittorio De Sica, Delia Scala, Nico Pepe, Alberto Sordi, Renato Rascel, Lauretta Masiero

Diviso in cinque episodi,’ spazia in altrettante storie ritenute tipiche del mondo del café-chantant e  dell’avanspettacolo, così come poteva essere immaginato da un pubblico che vi si avvicinava anche grazie alla diffusione offerta dal cinema; nel film compaiono attori, sia principali che di contorno, ed autori,  attivi sia  nel varietà  negli anni della guerra e  che nel dopoguerra ancora lo praticavano nel suo momento di fiammeggiante declino.

 

Venerdì 16 dicembre dalle 1.40 alle 6.00

IO È UN ALTRO

ABEL FERRARA,  WILLLEM DAFOE

a cura di  Fulvio Baglivi e Roberto Turigliatto

SIBERIA           PRIMA VISIONE TV 

(Germania, Messico, Italia, 2020, col., versione italiana, dur., 90’)

Regia: Abel Ferrara

Con: Willem Dafoe, Dounia Sichov, Simon MsBurney, Crisitna Chiriac ,Anna Ferrara, Danil Giménez Cacho

Clint è un uomo distrutto che vive in solitudine in una tundra gelata. In questo isolamento non riesce però a trovare né l’evasione né la pace. La Siberia in cui è recluso e si reclude è un luogo della mente, un posto dove confrontarsi con gli spiriti del proprio passato, affrontare il trauma, il dolore del sogno e della memoria.  Una sera inizierà un viaggio cercando di attraversare il buio per raggiungere la luce.

“Ho scelto questo titolo per la sua capacità di evocazione letteraria. Siberia è il posto più lontano dove puoi andare. È la distanza, anzi l’esilio. È la storia di un uomo che si ritira dal mondo per guardare in faccia la sua vita interiore e dunque la sua solitudine (…)  Nel film le nostre memorie si intrecciano [di Ferrara e Dafoe]. C’è la nostra amicizia ma anche un dialogo continuo che è la mia idea di connessione con l’attore. Il personaggio di Clint l’abbiamo costruito insieme, con l’aiuto del nostro co-writer, Christ Zois, che è psichiatra. Willem ha fatto anche delle sedute con lui per entrare nella personalità di Clint ed estrarre ricordi che son più di un ricordo. La sua relazione col padre, per esempio. Direi che uno dei fili conduttori del film è il rapporto tra memoria e sogno (…) La parte magica della mia vita mentale è quella creativa. Questo ha molto a che fare con la mia idea di cinema e di recitazione. Credo che il cinema abbia una forte dimensione sacra e rituale. E alla fine di un film, come dopo un rito, stiamo meglio, siamo sollevati e arricchiti. Girando Siberia abbiamo preso i nostri ragionamenti, i nostri ricordi e i nostri sogni e li abbiamo messi sul tavolo”. (Abel Ferrara, da “La Repubblica”, 21 febbraio 2020)

TOMMASO                           

(Italia, USA, Grecia, 2019, col., dur., 113′, v.o. sott., it.)

Regia: Abel Ferrara

Con: Willem Dafoe, Cristina Chiriac, Anna Ferrara, Stella Mastrantonio, Alessandro Prato

“Fuori Orario” presenta uno dei film più personali di Abel Ferrara. In prima mondiale al 72esimo Festival di Cannes nella sezione “Special Screenings”, Tommaso si è imposto come tassello fondamentale nella filmografia del regista americano.

Girato low budget a Roma e interpretato da un ispiratissimo Willem Defoe, il film segue i giorni e le notti di Tommaso, ormai sobrio da sei anni, che ha abbandonato la sua carriera di regista negli Stati Uniti e si è stabilito in Italia con la moglie Nikki (Christina Chiriac) e la piccola Deedee (Anna Ferrara). Tommaso prende lezioni d’italiano, pensa a una nuova sceneggiatura, partecipa a terapie di gruppo e a laboratori di teatro sperimentale. Eppure questa routine mostra delle crepe, dei segni di squilibrio che coinvolgono le strade vuote della città ed evocano l’arrivo di una nuova tempesta.

Molto si è detto sull’origine autobiografica di questo film. Si è parlato di autofiction. Willem Defoe è l’alter ego di Ferrara? La moglie e la figlia di Tommaso sono la moglie e la figlia del regista nella realtà, e il film è girato nella casa e nella città dove Ferrara realmente vive. Ma è anche vero che Tommaso, nel radicare la qualità fantastica della realtà nella finzione, si collega a un discorso che Abel Ferrara ha cominciato in 4:44 Last Day on Earth (sempre Defoe protagonista), e la narrazione autoriflessiva sembra piuttosto avere un’eco felliniana (nel film Tommaso ricorda il tentativo fallito di girare un sequel de La dolce vita a Miami).

Abel Ferrara lo spiega così: “Io mi perdo in Tommaso. Willem [Dafoe] è seduto proprio accanto a me, io conosco Willem, ma non importa. È seduto proprio lì, ma io mi ci perdo dentro. E poi comincio a portare me stesso nel film, cosa che credo sia un po’ folle qui visto che inizia da elementi di vita davvero miei, ma in realtà Tommaso diventa un personaggio per me. Lui non è me. Lui è un personaggio, come tutti i personaggi che creiamo”.

 

Sabato 17 dicembre dalle 1.35 alle 7.00

CRONACHE FANTASTICHE. OMAGGIO A DINO BUZZATI (2)

a cura di Roberto Turigliatto

In collaborazione con il Festival I Mille Occhi di Trieste

Una seconda notte di Fuori Orario dedicata a Dino Buzzati, a cinquant’anni dalla morte, in collaborazione con il Festival I Mille Occhi, che nella sua XXI edizione, dal 12 al 17 dicembre presenta una rassegna di tutti i film tratti da opere dello scrittore, col titolo IL CINEMA DI / DA DINO BUZZATI.. Fuori Orario ha già presentata nella precedente puntata oltre al film buzzatiano più recente (il film d’animazione del 2019 di Lorenzo Mattotti), oltre a  due rare opere televisive tratte da Buzzati e realizzate dalla RAI tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta, e mai più trasmesse: Un caso clinico e La giacca stregata di Massimo Franciosa e Povero bambino! di Nuzzi. Inoltre interviste e testimonianze sullo scrittore, tra cui l’Incontro con Dino Buzzati a cura di Luca di Schiena. Nella seconda notte si presentano altre due opere televisive dello stesso periodo, mai più trasmesse dalla RAI, il film di Olmi sulla Galleria di Milano con commento di Buzzati e la tavola rotonda del Festival I Mille Occhi dedicate alle opere non realizzate dello scrittore.

LA GIACCA STREGATA    

(Italia, 1969, produzione RAI, b/n, dur., 88′)

Regia: Massimo Franciosa

Autore: Dino Buzzati

Con: Alberto Lionello, Raffaella Carrà, Elsa Merlini, Walrnr Bentivegna, Franco Sportelli

Trasmesso il 26 settembre 1969Tratto dal racconto omonimo, contenuto nella raccolta La boutique del mistero (1968).  Dino, un giovane fallito sotto le dipendenze della vecchia zia incontra Roberto un vecchio compagno militare partito in guerra al posto suo. Roberto gli da’ l’ indirizzo di un sarto per farsi fare un nuovo abito. Dino si fa fare un abito da un inquietante sarto che non gli chiede soldi in cambio. Dino si accorgerà presto che la giacca ha qualcosa di strano….

POVERO BAMBINO! 

(Italia, 1973, produzione RAI, col.,  dur., 35′)

Regia: Paolo Nuzi

Autore: Dino Buzzati

Con: Angela Godwin, Sergio Luci

Trasmesso il 4 gennaio 1973, fa parte della serie RACCONTI ITALIANI DEL NOVECENTO: Il racconto dello stesso titolo fa parte della raccolta  Il colombre (1963) . Un bambino viene maltrattato dai suoi compagni: lo costringono a fare il soldato semplice quando gli altri sono capitani. Lo stanno per attaccare dalla cima di una collinetta e lui finisce per sbucciarsi il ginocchio. Il bambino, piangendo, va dalla madre a cercare conforto senza molto successo. Alla fine del racconto si scoprirà chi sarà diventato  questo bambino da adulto.

DINO BUZZATI E I PROGETTI NON REALIZZATI

(Italia, 2022, col., dur., 70’ca)

Conferenza del Festival I Mille Occhi, con la partecipazione di Marina Silvestri (Il progetto di Anna Gruber da Il deserto dei tartari, Olaf Möller, Alessandro Mezzena Lona (Il progetto di Buzzati per Il viaggio di G. Mastorna di Federico Fellini)

LA GALLERIA, CUORE E MEMORIA DI MILANO

(Italia, 1967, b/n, dur., 43′)

Regia: Ermanno Olmi

Sceneggiatura: Dino Buzzati

Musiche: Gino Negri

Animazione: Bruno Bozzetto

Con la partecipazione di Cesare Zavattini

Di questo film di Olmi si erano perse le tracce dopo la messa in onda sul Primo Canale RAI  il 15 settembre 1967 come “Speciale del telegiornale”. Ritrovato dalle Teche RAI nel 2015, è stato presentato a Milano in una serata organizzata da Feltrinelli per la fine dei lavori della ristrutturazione della Galleria (8 aprile 2015).

Realizzato per festeggiare il centenario della Galleria, il film ne  ripercorre la storia dal progetto di Giuseppe Mengoni con le sue meraviglie architettoniche e luministiche (le fiamme a gas) fino alla distruzione bellica e alla sua ricostruzione nel dopoguerra. Olmi si sofferma soprattutto sulla Galleria nel momento in cui il film viene realizzato, la folla che l’abita, i passanti,  i perdigiorno, i capannelli  di anonime figure gesticolanti, i clienti di bar e  locali, il popolo notturno che  vi appare al calare della sera, i netturbini, gli operai e gli immigrati alla ricerca di lavoro che l’attraversano all’alba. In tutte le ore della giornata la Galleria diventa “il cuore della città, la gente vi si affolla e si riversa nei suoi sbocchi, aorta del  grande organismo. Tutte le pulsazioni della vita cittadina si ripercuotono qui”  (dal commento di Dino Buzzati). E Zavattini nel finale commenta: “La Galleria era il luogo nel quale ci sentivamo sicuri, perché ci riparava da tutti gli smarrimenti e le esitazioni che specialmente in un artista sono più frequenti di quanto non si creda”

INCONTRO CON…DINO BUZZATI

(Italia, 1962, b/n, dur., dur., 59′)

Conversazione realizzata per la RAI, a cura di Luca Di Schiena, con la regia di Ettore Della Giovanna.

Intervista a Buzzati sul suo lavoro di scrittore, giornalista e pittore. Della Giovanna apre la trasmissione, dedicata all’attività artistica di Buzzati, elencando alcuni dei suoi libri più famosi, ne descrive alcuni dipinti e lo introduce. L’intervista si basa sulla descrizione del dipinto ” La ragazza che precipita”. Della Giovanna presenta Valli, Mezio e Delfini e li invita a porre domande a Buzzati.

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