La pubblicità secondo David Lynch

Il regista americano da poco scomparso ha trovato nella pubblicità un’occasione unica per sperimentare con nuovi linguaggi visivi, piegando i meccanismi commerciali alle logiche dell’arte

-----------------------------------------------------------------
PRODUZIONE DEL DOCUMENTARIO corso online con Raffaele Brunetti, dall’11 febbraio

-----------------------------------------------------------------

BANDO CRITICA DIGITALE, partecipa entro il 20 febbraio!


Corso Trimestrale di Montaggio in presenza, da 19 marzo


David Lynch scomparso da poco, viene ricordato soprattutto per le sue atmosfere surreali e oniriche inimitabili, da Mulholland Drive a Strade Perdute, passando per serie televisive come Twin Peaks. Nonostante si possa pensare il contrario però, Lynch è noto anche per il suo approccio radicale anche nel campo della pubblicità.

Nel corso degli anni, infatti, il regista ha realizzato alcune pubblicità che, pur rispettando le esigenze commerciali, hanno offerto al pubblico un assaggio delle sue peculiarità stilistiche e visive, mostrando come anche nel mondo del marketing potesse emergere la sua arte unica.

La pubblicità come campo di sperimentazione

Il regista di ha diretto spot pubblicitari per marchi importanti come Barilla, Giorgio Armani, Yves Saint Laurent, Gucci, Dior e altri. Il suo approccio però è stato inusuale e perfettamente riconoscibile. Ogni pubblicità girata da Lynch è un piccolo video artistico che riesce a rivelare in pochi secondi il suo personalissimo tocco.

Lynch, che ha iniziato la sua carriera come artista visivo prima di diventare regista, ha trovato nella pubblicità un’occasione unica per sperimentare con nuovi linguaggi visivi. La collaborazione con Barilla, per esempio, può sembrare sorprendente, ma non è del tutto casuale. Negli anni ’80 e ’90, infatti, molti registi di fama internazionale si sono avvicinati al mondo della pubblicità, attratti dalla possibilità di esplorare nuovi linguaggi e nuove forme di espressione. Non a caso, anche registi come Wim Wenders e Federico Fellini hanno lavorato per il marchio italiano.

Le pubblicità sono spesso viste come una forma di comunicazione immediata e diretta, sono però molti i registi che hanno visto questo mondo non come una limitazione, ma come un laboratorio per applicare idee non convenzionali in contesti a volte rigidi e definiti.

Un ponte tra l’arte e il commercio

La capacità di Lynch di infondere un’atmosfera di mistero e inquietudine in situazioni quotidiane sono alcune delle sue caratteristiche che emergono anche nelle pubblicità. L’uso di inquadrature distorte, luci fredde e suoni sinistri, tutti elementi tipici delle sue opere, rende le sue pubblicità riconoscibili come creazioni artistiche a sé stanti, non semplici strumenti di marketing.

Il regista però sperimenta nel mondo della pubblicità soprattutto perché è un ambito che gli consente di superare i vincoli narrativi tradizionali. Nei suoi spot, l’attenzione si concentra esclusivamente sull’immagine e sul suono, elementi che Lynch manipola per creare atmosfere uniche. Questo approccio gli permette di esplorare nuove forme di espressione visiva e sonora e raggiungere una dimensione puramente sensoriale.

Questa fusione tra espressione creativa e marketing, ci porta a riflettere su come le pubblicità siano diventate un medium attraverso cui i registi possono esprimere la loro visione artistica. Registi come Lynch hanno contribuito a spostare i confini di ciò che è convenzionale nel mondo pubblicitario, creando spot che non solo promuovono un prodotto, ma che hanno una qualità artistica tale da poter essere apprezzati per le loro scelte stilistiche e visive.


Sentieriselvaggi21st n.19: cartacea o digitale


    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    ----------------------------
    Sostenete Sentieri selvaggi!


    ----------------------------