La rassegna Manifesti per un cinema libero al Modernissimo di Napoli
Dal 18 marzo al 7 maggio, la rassegna curata da Armando Andria e Gina Annunziata esplorerà le cinematografie del Terzo Cinema, tramite il restauro di film dove militanza ed estetica sono interconnesse

Da martedì 18 marzo il Multicinema Modernissimo di Napoli ospiterà la rassegna Manifesti per un cinema libero – I dannati della terra, dedicata alle migliori opere in versione restaurata del cosiddetto Terzo Cinema.
L’evento è promosso e finanziato dal Comune di Napoli per il progetto Cohousing Cinema Napoli, organizzata da Italian International Cinema, in collaborazione con la Cineteca di Bologna e la Scuola di cinema dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Inoltre, vede la partecipazione dell’Università degli Studi di Napoli L’Orientale.
L’idea di Manifesti prende piede anzitutto dalla letteratura saggistica. E lo fa nel segno de I dannati della terra di Frantz Fanon, che rilegge la storia contemporanea e i processi di liberazione dal colonialismo nei paesi dell’Africa, del Medio Oriente e dell’America Latina.
La rassegna sarà curata da Armando Andria e Gina Annunziata e conterà su una programmazione estesa fino al 7 maggio, dove il comun denominatore sarà il pensiero decoloniale delle pellicole: testimonianze di un cinema che fonde la guerriglia politica con le virtù estetico-artistiche.
«Questi film storici – affermano i due curatori – che raccontano dei patimenti senza fine inflitti al popolo palestinese, del viaggio come utopia, dell’anomia insita nella condizione del migrante, di popoli oppressi che trovano la forza di sollevarsi, parlano in realtà fortemente al nostro presente, alle grandi questioni aperte nella contemporaneità e alle forme di relazione che stiamo scegliendo di assumere con l’Altro».
Con il chiaro intento di raccontare l’oppressione novecentesca per guardare all’oggi con sguardo lucido, Manifesti per un cinema libero verrà inaugurato martedì 18 marzo alle 21.15, dalla proiezione de Gli ingannati di Tewfik Saleh: un viaggio attraverso il deserto di tre rifugiati in Iraq introdotto da Cecilia Cenciarelli.
Poi, martedì 25 marzo alle ore 21.15 sarà la volta di Touki Bouki di Djibril Diop Mambéty con l’introduzione di Roberto Silvestri, firma storica del Manifesto oltreché critico e giornalista passato per Sentieri Selvaggi poco tempo fa a presentare la sua ultima monografia, Spettri di Clint.
Un altro nome di rilievo nella rassegna è quello di Cristina Piccino, penna autorevole anche lei de Il Manifesto. Il primo aprile alle 21.15 presenterà con Beatriz Amuchástegui L’ora dei forni – 1. Neocolonialismo e violenza di Octavio Getino, Fernando E. Solanas, autori anche de L’ora dei forni – 2. Atto a favore della liberazione 3. Violenza e Liberazione, proiettati l’8 aprile con l’introduzione di Martina Brancato e Salvatore Iervolino. La trilogia che nel giugno del 68′ aveva sconvolto e ammaliato il pubblico si compie in un film clandestino sugli umori della dittatura argentina targata Juan Carlos Onganía e gli anni del peronismo al potere.
Martedì 15 aprile, invece, Sara Borrillo e Rinaldo Censi – in collaborazione con Megamaps Mapping Emerging Gender Artivism in the Mediterranean – presenteranno al pubblico Gharibeh va meh dell’iraniano Bahram Beyzaie: storia di un villaggio sul mare la cui vita pacifica viene stravolta dallo sbarco di uno straniero stanco e ferito.
Martedì 29 aprile alle ore 21.15, sarà volta di Soleil Ô di Med Hondo; dramma sociale introdotto Leonardo De Franceschi prima della chiusura, il 6 maggio alle 21.15, con Agora del tunisino Ala Eddine Slim, presente in sala per un incontro aperto al pubblico.
La collaborazione tra il Modernissimo e la Cineteca di Bologna ha permesso il restauro di ben quattro film in programma, come Gli ingannati, Touki bouki, Gharibeh va meh e Soleil Ô. Inoltre, grazie al laboratorio de L’Immagine Ritrovata, la Cineteca è a lavoro da anni al World Cinema Project, creato da Martin Scorsese nel 2007 in seno a The Film Foundation. L’iniziativa ha permesso il restauro di molte opere del Terzo Cinema, contribuendo alla loro diffusione e (ri)osservazione nella contemporaneità.
Anche Ferdinando Tozzi, consigliere per l’audiovisivo del Sindaco di Napoli, si è espresso sulla rassegna «In coerenza con il progetto Cohousing Cinema Napoli, che promuove la cultura del cinema e dell’audiovisivo nelle sue diverse forme – dichiara – questa rassegna propone al pubblico un viaggio attraverso film ed espressioni artistiche indipendenti, talvolta sottoposti a censura, per scoprire le complessità del nostro tempo e i processi di integrazione tra culture differenti».