La repetition, di Catherine Corsini

Un dramma psicologico e amoroso con due attrici celebri e amate nelle rispettive patrie (la Béart in Francia e la Bussières in Canada), che la regista non sa però sfruttare al meglio.

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Un’amicizia morbosa che si nutre di ammirazione, dipendenza, invidia e attrazione sessuale. Questo il filo conduttore de “La Répétition”, titolo che allude sia alle prove degli attori teatrali, sia all’ineluttabilità di uno svolgimento sempre uguale quando i personaggi in scena restano gli stessi. Nathalie e Louise sono due donne che si ritrovano dopo una lunga amicizia interrotta bruscamente, a cui seguono dieci anni di separazione: una è diventata un’attrice di successo, l’altra ha abbandonato la recitazione e si è sposata. La prima sembra felice ma si scopre fragile, la seconda parte da una chiara insoddisfazione e arriva lentamente a un debole ruolo di dominio. Quando l’una si rifugia nell’altra per alleviare il proprio squilibrio, l’amicizia oscilla tra la passione amorosa e bisogno di possesso.
Il film parte bene, con la scena colorata di un giradischi che intona una vecchia canzone e due bambine che ballano abbracciate. Ma subito la fotografia si impallidisce e acquista quella trascuratezza che porterà fino alla fine (tranne forse che nelle scene sul palcoscenico, le sole visivamente ricercate), accompagnando sbiadita la maturazione fisica e psicologica delle due protagoniste, sempre descrittiva e mai profonda. Con a disposizione due prime attrici celebri, prolifiche e amate nelle rispettive patrie (la Béart in Francia e la Bussières in Canada), la regista poteva costruire un film dallo spessore ben più alto. Soprattutto Emanuelle Béart sembra risentirne, forse perché portata da Rivette (La Bella Scontrosa) e soprattutto da Sautet (autore a cui è impossibile non associarla) ad un incantevole stato di grazia molto difficile da mantenere. Oltretutto “La répétition” richiama esplicitamente i due film in cui quest’ultimo celebra la bella interprete: “Un cuore in inverno” nel creare la figura dell’artista di successo gelosamente “custodita” da un’altra donna, e “Nelly e Monsieur Arnaud” nel riprenderla di profilo, mentre dorme, avvolta da un lenzuolo bianco, come nella celebre scena in cui Nelly è osservata in silenzio da Michel Serrault. Tuttavia l’equilibrio algido e pieno di sfumature che Sautet aveva saputo ottenere sfocia qui in una performance confusa, a tratti sopra le righe a tratti “distratta”, colpa forse di un profilo psicologico sfilacciato. Similmente, appare sbiadita la carica erotica che dovrebbe dominare l’intreccio, e la tensione tra le due protagoniste, sempre citata, non è mai palpabile.
Manca il raccordo tra una scena e l’altra, manca quel collante emotivo e emozionale che ci faccia capire cosa veramente leghi le due donne. Il risultato è che le scene madri (la lunga sequenza di Nathalie che chiede in vano aiuto a Louise, il primo bacio, il primo litigio) sono male inserite e tanto la dimensione sentimentale del film quanto quella sessuale paiono poco credibili. Alla staticità morbosa del personaggio di Louise (P. Bussières), si oppongono le reazioni ambigue di Nathalie (E. Béart), che dichiara, concede e ritrae il proprio amore con troppa disinvoltura per un film dalle chiare ambizioni introspettive.
“La répétition” rimane così in bilico tra un duetto d’attrici con dialoghi deboli e un film psicologico dalle improvvise impennate drammatiche, che nulla aggiunge al tema dell’amicizia femminile e delle sue derive erotiche. Alla fine tutto viene azzerato, ma non equilibrato, da un finale “aperto” e malinconico che lascia la storia in sospeso, in una Parigi notturna e piovosa che sa anch’essa di cliché.
Regia: Catherine Corsini
Sceneggiatura: Catherine Corsini, Marc Syrigas, Pascale Breton, Pierre Erwan Guillome
Fotografia: Agnes Godard
Montaggio: Sabine Mamou
Musiche: Pierre Bondu, Fabrice Dumont
Costumi: Martine Rapin
Interpreti: Emanuelle Béart (Nathalie), Pascale Bussières (Louise), Sami Bouajila (Nicolas), Janne Pierre Kalfon (Walter Amar), Dani Lévi (Matthias), Marilu Marini (Mathilde), Clément Hervieu-Léger (Sacha), Marc Ponette (Alain)
Produzione: Les Films Pélléas, Studiocanal, Cinemaginaire
Distribuzione: Sharada
Durata: 95’
Origine: Francia, 2001

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