La ribellione programmata della compagna Vanessa Hudgens
A un certo punto scopre che la sua immagine da Gabriella Montez carina e innamorata è cresciuta fin troppo bene. E invece di continuare a replicare consapevolmente il sogno dell'adolescenza, si vende anima e corpo alla ribellione programmata e senza pelo di Harmony Korine. Ma in realtà si cambia semplicemente fabbrica e padrone.
Icona, prima ancora che attrice, Vanessa Hudgens è chiamata a scontare la pena di un'immagine che corre più veloce di qualsiasi talento o tecnica, come un'ombra definitivamente staccata dal corpo. Eppure, all'inizio tutto sembrava prendere le mosse dalle abilità di una bimba preparata al canto e al ballo, già costruita e imbellettata per lo show.
Classe 1988, nata a Salinas in California, da padre di origine irlandese e madre filippina, la Hudgens studia già a otto anni fa le prime apparizioni in piccole produzioni locali. A dieci anni arriva la TV che la sceglie come protagonista di una pubblicità. È l'inizio definitivo. I genitori decidono di trasferirsi a Los Angeles per accompagnare la sicura e luminosa carriera della figlia, che a quattordici anni debutta nel mondo delle sitcom e serie TV (Still Standing, Robbery Homicid Division), e nel 2003 fa il suo esordio al cinema, in Thirteen di Catherine Hardwicke. La Hudgens è un personaggi secondario, al fianco di altre promesse come Evan Rachel Wood e Nikki Reed, ben presto uscite dal ruolo.
Vanessa scopre che la sua immagine da Gabriella Montez carina e innamorata è cresciuta fin troppo bene. E invece di continuare a replicare consapevolmente il sogno dell'adolescenza, facendolo slittare verso la sua naturale deriva malinconica, nell'esatto punto di confusione tra la spontaneità e l'artificio, si vende anima e corpo alla ribellione programmata e senza pelo di Harmony Korine, che con Spring Breakers ben pensa di svegliare le belle addormentare sacrificate all'altare dell'industria e del sogno americano. Al fianco di Selena Gomez e Ashley Benson, altre predestinate bambine prodigio, la Hudgens si affida al nume tutelare del "underground mainstream", James Franco, e concede la sua bellezza disneyana alla pornografia autocensurata di Korine, che spara alla plastica con una pistola giocattolo. Ma in realtà si cambia semplicemente fabbrica e padrone, ci si rivolge a un altro target, dai ragazzini osannanti ai lucidi intellettuali onanisti incatenati all'illusione della forma, delle forme. No, la compagna Hudgens, neanche travestendosi da ragazza incinta in Gimme Shelter di Ron Krauss, si è resa conto di appartenere alla working class. Il corpo sensuale è solo l'altra faccia della costruzione cyborg, l'ultima trovata della pianificazione quinquennale di un capitalismo mascherato. La tanto attesa espropriazione forzata è un altro bluff. Chissà, magari un giorno Vanessa scoprirà le rughe sotto lo strato di Neutrogena, riconoscerà la propria carne e il proprio sangue. Oppure continuerà a spaccare pietre, sotto il sole della California. Stones Breaking Forever.