"La scelta di Barbara", di Christian Petzold
In una Ddr cromaticamente accattivante, il controllo inflessibile e il sospetto incondizionato trovano albergo – silenzioso e inquieto – negli occhi grandi e pieni di Nina Hoss, volto e corpo del cinema di Christian Petzold, la sua Barbara si muove come una mosca in un bicchiere arioso ma ininterrottamente scrutato. Orso d'Argento a Berlino 2012
In una Ddr cromaticamente accattivante, vivida di dettagli climatici e paesaggistici, il controllo inflessibile e il sospetto incondizionato trovano albergo – silenzioso e inquieto – negli occhi grandi e pieni di Nina Hoss. Volto e corpo del cinema di Christian Petzold, la sua Barbara si muove come una mosca in un bicchiere eccezionalmente arioso ma ininterrottamente scrutato. Quando si posa sugli oggetti – il sellino della bicicletta, il letto bianco di un hotel, il sedile dell’auto che le offre un passaggio a casa – avverti la transitorietà del suo stare, l’istinto della diffidenza. E se i piedi scattano al minimo rumore di pneumatici sull’acciottolato, lo sguardo è un lago che riflette contrazioni e scioglimenti acquosi come di ghiacciai. Occhi liquidi, termometro di quella paura che s’introduce nel nuovo, mesto appartamento non senza bussare – e il campanello che annuncia la perquisizione corporale, lasciata sempre fuori campo, è un gracchiare disturbante, una violenza uditiva e fisica sullo spettatore. Non c’è genere cinematografico che possa contenere questa corda tesa – mai allo spasimo -, e Petzold gira un thriller psicologico che innesca riflessioni sulla Storia recente scavando solchi nelle tue persecuzioni personali, intime. Cuce dissertazioni sugli inganni dell’arte nel tessuto sistematicamente menzognero della prossimità.
Perché quando la distanza tra uomini/maschere si assottiglia, l’ansia del tradimento si condensa. Il regista la inocula in un dipinto di Rembrandt come in un cesto di ortaggi. Lavora di fino sui particolari senza negare mai il primo piano all’essenziale. Così cogliendo ogni battito di ciglia della Hoss, le pupille concentrate sull’esattezza dei gesti più che sulla suggestione dei racconti. Imperturbabile, schiva eppure affezionata ai suoi giovani pazienti, tanto da sacrificare la sua liberazione per una ragazza madre che deve fuggire. Che la prigione di Barbara possa aprirsi a nuovi aliti di libertà è scritto anche nella canzone sui titoli di coda. At Least, I Am Free.
Titolo originale: Barbara
Regia: Christian Petzold
Interpreti: Nina Hoss, Ronald Zehrfeld, Rainer Bock, Jasna Fritzi Bauer, Kirsten Block
Origine: Germania, 2012
Distribuzione: Bim
Durata: 105'