“La seconda natura”, di Marcello Sannino


Gerardo Marotta è un moderno mecenate napoletano che ha dedicato la vita a un ideale, e La seconda natura si propone come suo ritratto privo di fronzoli. Lo spettatore, vedendo parlare Marotta con passione e stanchezza, con quell’«ottimismo della volontà» non oscurato dal «pessimismo della ragione», ha l’impressione di ascoltare un anziano familiare davanti al fuoco

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«Un ritratto», ci tiene a definirlo il regista Marcello Sannino dopo un “pedinamento” durato otto anni: perché La seconda natura mira non tanto a raccontare la storia dell’avvocato Gerardo Marotta, quanto a celebrarne la personalità, rara nella disincantata società attuale. Moderno mecenate napoletano e presidente dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, ha dedicato la vita a un ideale: diffondere la cultura affinché si affermi la giustizia sociale e si torni a un Meridione illuminato, a una Napoli capitale della filosofia e delle scienze. Da qui il bel titolo del documentario: La seconda natura, quella cui l’uomo deve tendere attraverso domande continue che non necessariamente richiedono risposte. Per dirla con le parole di Hans Georg Gadamer nello stralcio di lezione riportato dal regista, «la filosofia è il cercare ripetutamente di avvicinarsi alle cose». Nel dopoguerra, ricorda Marotta, si profilavano vie molteplici per ricostruire il paese. E oggi viene da chiedersi: «Qual è invece stata la strada sbagliata per cui ci troviamo adesso nel disastro?».

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Attraverso le interviste a diversi intellettuali (spiccano quelle a Marc Fumaroli e Edgar Morin) e le immagini di repertorio dell’Istituto Luce, dell’AAMOD e delle Teche Rai, La seconda natura rievoca con sguardo il più possibile asciutto e oggettivo, seppure intimamente commosso, gli anni della formazione di Marotta. La fibrillazione che si respirava durante le lezioni di Benedetto Croce, intorno ai circoli hegeliani di Napoli, quando si sperava di piantare le fondamenta per uno Stato che non è mai nato, osteggiato dai partitucoli di «affaristi e scalatori». Non si capiva che «la rivoluzione si fa studiando». Le inquadrature che il regista compone con più affetto ritraggono Marotta mentre passeggia, con andatura affaticata ma fiera, su e giù per Monte di Dio a Napoli. E lo spettatore, vedendolo parlare con passione e stanchezza, con quell’«ottimismo della volontà» non oscurato dal «pessimismo della ragione», ha l’impressione di ascoltare un anziano familiare davanti al fuoco, come si faceva una volta. La seconda natura restituisce prima di tutto questo: il ritratto di un uomo che ha mescolato la sua grinta da avvocato e l’arte affabulatoria da attore d’altri tempi per inseguire un sogno che continua ad alimentare. Ancora oggi, a ottantasei anni, Marotta si batte infatti per quei trecentomila volumi raccolti negli anni, che l’avevano costretto ad affittare case e a sacrificare il suo patrimonio familiare. Affinché trovino una degna collocazione e siano la fiammella che faccia di nuovo splendere Napoli e accendere i suoi abitanti.

Regia: Marcello Sannino
Interpreti: Gerardo Marotta, Marc Fumaroli, Edgar Morin, Antonio Gargano, Irvin Lavin, Hans Georg Gadamer
Origine: Italia, 2012
Durata: 58’

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