La settima onda, di Massimo Bonetti

Sempre in tonalità blu, Bonetti racconta l’incontro tra due persone che si muovono con il mare, seguono la luna e rischiano di affondare, ma trovano la salvezza l’uno nell’altro

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Le storie, come le maree, vanno e vengono. Nella dimensione del reale, nel Cinema, nei racconti ancestrali e nel modo contemporaneo di narrare. Come se fossero parte di un oceano, u ‘immaginario organico che segue il ciclo lunare e continua a tornare, lasciando tracce per poi sparire, acquistando nuove forme e tessuti senza mai perdere la materia di cui sono fatte. Nel suo secondo lavoro come regista, La settima onda – dopo Quando si diventa grande (2010) – l’attore Massimo Bonetti racconta un’altra volta l’incontro tra due uomini, tra vecchiaia e gioventù, tra sospensione e resilienza, seguendo la scia di Il Vecchio e il mare di Hemingway, Il Postino – e, di conseguenza, il suo incontro storico con Massimo Troisi sul set di Le vie del Signore sono finite – oppure di qualsiasi narrazione che galleggi seguendo la luna e trovando sempre una via di ritorno al racconto collettivo.

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L’incontro tra i protagonisti di La settima onda – Tanino (Francesco Montanari), giovane pescatore, innamorato perso di sua moglie (Valeria Solarino) che fa fatica a trovare lavoro ed è sempre tentato dall’illegalità e Saverio, ex regista (Alessandro Haber), ricco, solitario e taciturno, che porta sulle spalle la colpa di una tragedia famigliare – capita in forma naturale ma anche disperata, come seguendo la luce di un faro, tra due corpi persi nelle onde che non trovano un pezzo di legno, un’ancora per poter fermarsi sulla terra. Questo incontro prende anche la forma di un’anima divisa in due, che rappresenta allo stesso tempo il furore del disincanto iniziale e la rassegnazione di quello finale. Lo specchiarsi in un altro come modo di ritrovarsi è una dinamica che funziona, che da combustione al cinema e alle storie infinite che anche se viste mille volte, trovano sempre un modo di cambiare il vento, di rinfrescarsi.

Più che seguire la direzione del vento, i personaggi di La settima onda guardano la Luna,

sempre piena, come se fosse una garanzia silente di un percorso giusto. Seguendo questa traccia analogica, la storia prende la forza della voluta malinconia con cui Bonetti costruisce il suo racconto, tutto in tonalità blu, attraverso una atmosfera senza tempo, assenza di tracce del contemporaneo – cellulari, computer, sms – e una lettera scritta a mano come atto rivoluzionario e definitivo. Poi, la scoperta, che è anche lo spunto reale che – racconta Bonetti – avrebbe ispirato la storia: Tanino, il pescatore, è un uomo fatto di Cinema. Che da bambino trascorreva le giornate nascosto nell’unico cinema del paese, che ha sopra il letto una locandina di The Shining, che nel suo quotidiano fa riferimenti alle scene di Stromboli (Terra di Dio), un amante di Bergman che conosce a memoria le battute di Il Settimo Sigillo. Ma perché ti intendi così tanto di Cinema? Gli chiede a un certo punto il personaggio di Haber, con genuina curiosità.“Eh…io volevo far l’attore. Ma ho sempre vissuto qua”, risponde Tonino. Lui è in essenza un viaggiatore, che trova nel cinema, nelle storie dall’altro lato dello schermo e dell’oceano, una via di uscita alle proprie mancanze, alla precarietà del lavoro, alla fatica di farsi una vita reale. Sapendo che non importa quanto il mare ti finisca dentro e quante onde riesce a trapassare, la marea finirà sempre per riportarlo alla stessa riva.

Allora, dove si trova la sua essenza il viaggio di Bonetti, oppure il suo rischio di naufragio? Quando perde di vista la potenza dell’incontro iniziale, la volontà di mantenere a galla la narrazione classica, e si inonda di musica melliflua, sguardi verso l’orizzonte, primi piani ed emozioni sottolineate, dove a un certo punto non si fa altro che aspettare l’arrivo imminente del lieto fine. Quando – seguendo una analogia che fa lo stesso Tanino – prova ad essere come un salmone ed andare contro la sua stessa corrente, allontanandosi dalla fonte, dalla purezza del classico, dalla fluidità della marea.

 

Regia: Massimo Bonetti
Interpreti: Francesco Montanari, Alessandro Haber, Valeria Solarino, Toni Sperandeo, Imma Piro.
Durata: 90′
Distribuzione: Ipnotica distribuzioni

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