La sindrome di Antonio, di Claudio Rossi Massimi

Rossi Massimi esordisce alla regia con un racconto generazionale, che pecca di eccessivo idealismo e verbosità, che incatenano gli attori e le situazioni a un fardello anti-cinematografico

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La sindrome di Antonio ha una partenza classica, con la voce fuori campo di Gino (Remo Girone) che ripercorre la storia del suo amico Antonio (Biagio Iacovelli), un ventenne sessantottino che da Roma decide di andare ad Atene alla ricerca della mitologica caverna delle ombre di Platone. E prosegue in modo classico, con un road trip attraverso le più belle città greche che lo porterà a fare diversi incontri: quello con Lisca, una versione contemporanea della sfinge; quello con Efisio (Moni Ovadia), un ristoratore dalle vedute profonde; e quello con Klingsor (Giorgio Albertazzi qui alla sua ultima apparizione su grande schermo), un malinconico pittore che ha scelto il silenzio per preservare i ricordi di una vita. Ma, in fondo, si tratta di un viaggio verso la consapevolezza del proprio io, di quel sé ancora non definito che ha bisogno di risposte e (falsi) miti in cui credere.

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Dove sta allora la modernità, la capacità del cinema e non solo di parlare del presente guardando il passato? Forse bisogna cercarla con il lanternino, dissipando le ombre che si affastellano tra noi e la realtà. Perché La sindrome di Antonio, opera prima di Claudio Rossi Massimi, risente di un eccessivo idealismo e verbosità, che incatenano gli attori e le situazioni a un fardello anti-cinematografico. In altre parole, ciò che è scritto su carta – il romanzo omonimo da cui il film è tratto – non funziona sullo schermo: certi dialoghi, specialmente quelli tra i due protagonisti, appaiono pretenziosi e un po’ irreali. Allo stesso modo la Storia, il 68’ con le sue promesse e contraddizioni, rimane ai margini della storia e i due elementi che vorrebbero trovare una loro naturale continuità – la filosofia antica e gli echi della rivoluzione cubana – finiscono per essere separati, una proiezione mentale del protagonista, come del resto il titolo del film suggerisce.


Regia: Claudio Rossi Massimi

Interpreti: Biagio Iacovelli, Queralt Badalamenti, Moni Ovadia, Giorgio Albertazzi, Remo Girone, Antonio Catania
Distribuzione: Draka Distribution
Durata: 116’
Origine: Italia 2015

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