La terra delle donne, di Marisa Vallone

Nel ritratto di un’altra epoca il film racconta la storia di una donna predestinata a diventare una strega. Artificioso, con l’estasi depotenziata di un simbolismo soltanto accennato.

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Una leggenda sarda diceva che la settima figlia di una prole di sole donne fosse la Coga, la strega. L’incipit della storia è in queste parole che sono il destino e la maledizione della protagonista Fidela, interpretata da Paola Sini, isolana doc che, oltre al ruolo principale, firma la sceneggiatura insieme alla regista Marisa Vallone. Fidela è una curatrice, destinataria di un sapere ancestrale fatto di rituali magici e talismani. Dono scomodo, di privazioni, prima fra tutte la rinuncia a generare figli propri. Una vita ai margini, da reietta, eppure figura centrale una comunità ancora fortemente condizionata dalla superstizione, in cui il profano si confonde con il sacro quando un prete (Alessandro Haber) la prende sotto tutela. Siamo nell’Italia degli anni Trenta, in un luogo rurale, dove lo status della donna non andava oltre il ruolo di massaia e le sue ambizioni erano tutte rivolte al matrimonio, un clima ignorante, chiuso, cattivo con il diverso, pieno di gente rozza. Poi succede qualcosa. A mischiare le carte concorrono due elementi scatenanti, l’affidamento di una bambina, Bastiana che ancora ha dei sogni, ed il ritorno di una sorella, Marianna (Valentina Lodovini) dopo un soggiorno in Belgio e l’adozione di usi e costumi scandalosi per una donna dell’epoca, che vuole essere emancipata ma è soltanto delusa ed insoddisfatta.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Il messaggio che si nasconde tra le righe della trama è un’oscillazione. Liberarsi dalla condanna delle aspettative e rompere le catene comporta dei rischi, rende vulnerabili alle critiche, tocca legami profondi, provoca incertezza. Il film si muove in questa faglia delle coscienze, nel desiderio del ripudio accompagnato dal timore. È un limbo, il cambiamento da lì a venire resta un processo indiziario, nei segnali di ribellione, nelle piccole concessioni, anche se poi ad onor del vero l’unico governo delle cose umane sembra essere la fatalità. Nei movimenti più o meno marcati dei personaggi restano i fili di un’entità esterna, che in fondo non è che un radicato condizionamento ambientale. Purtroppo la somma delle equazioni è un artificio ed il risultato quasi grottesco e le scene hanno l’estasi depotenziata di un simbolismo soltanto accennato. L’anima divisa del presente non riesce a trasmettere il disagio o l’ atmosfera inquietante. Si ferma alle premesse e senza approfondire volge lo sguardo altrove. Di positivo resta aver individuato le contraddizioni di un mondo giunto al capolinea, credulone e ipocrita, prossimo a scomparire molto lentamente, con nel cuore i germogli di un passato impossibile da cancellare.

Titolo originale: La terra delle donne
Regia: Marisa Vallone
Interpreti: Paola Sini, Valentina Lodovini, Syama Rayner, Alessandro Haber, Jan Bijvoet, Hal Yamanouchi, Freddie Fox
Distribuzione: Adler Entertainment
Durata: 104′
Origine: Italia, 2023

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2
Sending
Il voto dei lettori
3.66 (59 voti)
--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array