La vertigine della Prima Fiamma. Sulle dirette di Sabaku e Cydonia

Un’introduzione all’imponente progetto che si divide tra Twitch e Youtube, con cui i due streamer hanno sfidato le frontiere dell’intrattenimento sul web giocando insieme a Dark Souls III

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“Si chiama Lothric, dove le terre transitorie dei Signori della Cenere convergono. Nell’avventurarsi verso Nord, i pellegrini scoprono le verità delle antiche parole: “Il Fuoco svanisce e i Signori restano senza trono”. Quando il vincolo del fuoco è minacciato, le campane suonano, riportando alla luce i vecchi Signori della Cenere dalle loro tombe (…). Solo, in verità, i Signori abbandoneranno i loro troni e le Fiamme Sopite risorgeranno. Sconosciuti, non-morti maledetti, inadatti persino per essere cenere. E così è che la cenere anela la brace”

 

Dark Souls III, opening scene, 2016.

La convergenza che sta colpendo le terre del terzo capitolo della serie videoludica di Dark Souls non è solo fisica, con regioni distantissime dei precedenti giochi che si trovano innaturalmente vicine. È anche spirituale. Il Fuoco, la forza primordiale che ha dato vita a questo universo, si è affievolito tanto che quest’ultima volta sembra impossibile si possa ravvivarlo. Cosa deve fare una terra che già è in rovina, con un passato e un presente spaccati in mille e più pezzi? Gettarsi in un ultimo disperato sacrificio o sperare in un mondo nuovo? Vincolare un’ultima volta la fiamma o sradicarla dal suo ricettacolo?

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Nella ragnatela creata da From Software, il cui centro è Lothric, si impigliano numerose e contrastanti risposte. “Io mi prendo cura della fiamma e di te, Fiamma Sopita”, dice la Guardiana del Fuoco a F., il personaggio di Francesco Cilurzo in arte Cydonia. Siamo in un tempio circolare in rovina, al cui centro arde un piccolo falò su cui incombono 5 troni. “I Signori hanno abbandonato i loro troni e devono ritornarvi”, conclude la Guardiana. “Non guardarti attorno, che qua appena vedi qualcosa ti fai domande”, consiglia Michele Poggi, in arte Sabaku No Maiku, collegato su Twitch in diretta. Con un piccolo tocco si può cambiare il punto di vista da seguire, passando dalla partita “veterana” di Sabaku (quindi consigliata per chi conosce bene il gioco, la sua storia e la sua mitologia) alla blind run (ossia la primissima partita a un gioco) di Cydonia. Collegate, nei minuti conclusivi delle tre ore e cinquanta minuti di diretta, ci sono poco meno che 10.000 persone.

Se guarda André è la fine”, trattiene il respiro in chat un utente, temendo che, scorgendo un personaggio dietro l’angolo possa allungarsi ancor più una puntata particolarmente densa. Il veto è già stato posto, però, da Sabaku. Lui è l’esperto, il Virgilio, “il Maestro”, come lo chiama affettuosamente Cydonia, che ha accompagnato il suo “allievo” nei mondi creati da From Software. Attraverso momenti di esaltazione e frustrazione, hanno ricostruito la storia del gioco e ne hanno moltiplicato le narrazioni. Hanno condiviso fino a quel momento svariate ore di gioco (le serie sui capitoli precedenti contano più di trenta episodi ciascuno), sfidando draghi, giganti, Dei veri o autoproclamati, interrogandosi insieme su un mondo che difficilmente parla in maniera diretta col giocatore. E spesso non attraverso la bocca dei personaggi.

Dopo che Cydonia, vergine, ha raccolto le sfide di un gameplay strategico d’azione, insieme a Sabaku e agli spettatori ricollega i puntini della mitologia che anima il mondo di gioco, la sua lore, attraverso pochi dialoghi e tante descrizioni di oggetti. Queste, però, rimangono allusive, chiamando giocatori e spettatori a far sì che vuoti apparenti si trasformino in una rete di relazioni e idee. Scoperchiando, così, i segreti giochi di potere alla base del mondo (non è un caso che a costruire il mondo di Elden Ring, nuovo gioco From Software, sia stato chiamato George R. R. Martin).

Con dei “segnalibri temporali”, prima creati dagli utenti nei commenti dei ricaricamenti su Youtube delle live e poi adottati dagli stessi streamer, diventa un po’ più facile districarsi nelle più di 130 ore di questa partita co-operativa. Un mare nel quale è facile perdersi, ma che offre comunque notevoli e solidi punti di riferimento, tanto numerosi da impedirne una trattazione esaustiva. Eppure, abbandonandosi alla corrente di questa densa opera fiume, si può avvertire una linea di forza che la abbraccia nella sua totalità: la sinergia con gli spettatori. Non solo con le chat, ma anche con il multiplayer con cui chiunque può entrare nella partita dei due streamer, se non abbattendo il muro che storicamente separa l’intrattenitore dall’intrattenuto dandogli una martellata.

Se il senso di comunità è la spina dorsale di tutto il progetto, è comunque importante avere presente alcuni sentieri. Lasciamo di seguito, allora, una serie di tappe per orientarsi sul cammino verso la Prima Fiamma, che sia per vincolarcisi o per spegnerla.

 

The beginning of the end – Dal minuto 2:55 della Co-Op Veteran Run #1

Su un epico accompagnamento di cori e archi cominciano sia il gioco che il primo video della serie. Cydonia e Sabaku raccontano emozioni, aspettative e trascorsi dei giochi precedenti, rinfrescandone i passaggi che si auspicano verranno sciolti. Passeranno un’ora e quaranta minuti prima di far fare il primo passo al personaggio, creando una sorta di talk show all’interno di una partita, svelando sin da subito la complessa stratificazione dell’opera.

 

F. – Dal minuto 2:25 della Co-Op Blind Run #3

Accanto all’immagine di un cavaliere in armatura seduto davanti a un falò, scorre un conto alla rovescia. L’atmosfera rilassante delle note di Camilla D’Onofrio è rotta dalle parole pronunciate da Cydonia, anche se a parlare non è lui. È F., il personaggio che giocherà e interpreterà sempre prima della sigla animata all’inizio di ogni episodio. Cydonia e Sabaku non porteranno avanti il role play (introdotto nella puntata #1 al minuto 1:37:00) sempre con la stessa intensità, ma le introduzioni recitate saranno una costante della serie.

Creare e distruggere – Dal minuto 2:50:45 della Co-Op Blind Run #14

Siamo nelle catacombe di Carthus, un luogo pieno di segreti, lore e, soprattutto, trappole. Difficilmente, però, Sabaku e Cydonia potevano immaginarsi che la più terribile fosse quella tesa dall’utente burrofuso69 che coglie l’attimo perfetto per tendere ai due un letale agguato. Questo esilarante momento è uno dei tanti esempi di partecipazione degli spettatori alla diretta, in questo caso nella sua declinazione di sfida.

 

Anor Godo, dal minuto 2:45:10 della Co-Op Veteran Run #17 

Nei discorsi contemporanei si sente spesso parlare di interattività, ma poche volte si è visto come in questo caso un esempio lampante del suo contrario, l’interpassività. Attraverso lo sguardo vergine di Cydonia e i suoi versi di goduria nello scoprire una vecchia conoscenza del mondo di gioco, si ha l’opportunità di rivivere la sorpresa, la meraviglia di quella scoperta, come fosse la prima volta.

Nuove frontiere, dal minuto 38:55 di DSIII #22

Il “Maestro” lo aveva avvisato, Sorella Friede è uno dei boss più difficili di tutto il gioco. Cydonia, infatti, passerà più di due ore tra frustrazioni e vittorie sfiorate. Un climax estremo, che un tentativo dopo l’altro costruisce la sensazione di star combattendo al fianco del protagonista, con lo spettatore sfidato a sottoporsi a una durata estenuante prima dell’esultanza liberatoria.

Per chi lo ha giocato, per chi lo giocherà… dal minuto 1:44:00 di DSIII #26

Concludiamo con una domanda che potrà sembrare stupida giunti a questo punto, eppure fondamentale: qual è il contenuto cardine di queste serie, il gioco, la partita, l’esperienza degli streamer o del pubblico? Ci viene in soccorso un momento vertiginoso di questa diretta, in cui una rivelazione di trama fondamentale viene vissuta attraverso dei video passati di Sabaku (tra l’altro tratti dal rimontaggio di un fan), che Cydonia vede per la prima volta. È naturale, allora, tornare all’inizio dell’introduzione a questo lavoro mastodontico e complesso: questa partita cooperativa non è altro che una convergenza.

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