La vita bugiarda degli adulti, di Edoardo De Angelis

Dal romanzo omonimo di Elena Ferrante, riesce a riportare intatte le tematiche del romanzo con uno sguardo visionario e a tratti perturbante e si disunisce un po’ solo nella parte finale. Netflix

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L’educazione sentimentale a Napoli a metà degli anni ’90. La scrittrice Elena Ferrante nell’omonimo libro narra le vicende di una famiglia della media borghesia che tende a prendere le distanze dalle proprie origini proletarie.

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Giovanna (Giordana Marengo) è una sedicenne inquieta che vive al Vomero in una famiglia agiata, di sinistra progressista ma classista: il padre Andrea (Alessandro Preziosi) è un professore, la madre Nella (Pina Turco) un’insegnante. Il grande rimosso del passato sono le origini umili della famiglia incarnate dall’anarchia e dal turpiloquio (in napoletano stretto e sottotitolato) della zia Vittoria (Valeria Golino) sorella di Andrea.

Adattare un libro di Elena Ferrante significa confrontarsi indirettamente con le precedenti trasposizioni (L’amica geniale, L’amore molesto, I giorni dell’abbandono, La figlia oscura) e cercare di mantenere un difficile equilibrio tra l’impadronirsi del testo modificandolo secondo la propria sensibilità o rispettarlo fedelmente rendendo la propria regia invisibile.

Edoardo De Angelis (Indivisibili, Il vizio della speranza) riesce a rimanere originale nella messa in scena e nella scelta delle musiche (Massive Attack, Almamegretta, 99 Posse, Gianna Nannini, Edoardo Bennato, Rosa Balistreri, Peppino di Capri e Franco Califano) e rispetto al romanzo della Ferrante elimina un po’ di ferocia nella figura di Vittoria e minimizza l’importanza di alcuni personaggi (su tutti quello di Nella che qui appare più sbiadito). Rispetta il finale del testo e in sei episodi riesce a portare alla luce temi importanti come quello del contrasto tra il mondo degli adolescenti e quello degli adulti, il coming of age in una città complessa come Napoli, la ricerca di un identità personale al confronto con le ambivalenze di genitori immaturi, le contraddizioni di una sinistra democratica che va lentamente allontanandosi dalla triste realtà dei quartieri degradati.

Si può rimproverare a De Angelis di essere rimasto nel politicamente corretto epurando parti della coprolalia di Vittoria/Valeria Golino lambendo solo in parte la tematica del rapporto tra Giovanna e le sue due più care amiche Angela (la pettegola) e Ida (la scrittrice). A fronte di questi piccoli tradimenti, la serie sembra decollare proprio quando De Angelis se ne impadronisce, sovrapponendo emozioni e ricordi personali come nella scena del Centro Sociale con i 99 Posse che cantano S’addà appiccià (“Sant’Antonio nemico ro demonio”) o quando commenta la prima entrata in scena di Vittoria con Non, je ne regrette rien di Edith Piaf. Questo meccanismo “a rebours” è esplicitato anche in diverse scene al rallentatore riproposte all’indietro (ci è venuto in mente Peppermint Candy di Lee Chang Dong) e nell’utilizzo di una colonna sonora che Enzo Avitabile rende sincopata quasi a volere scandire le diverse successioni temporali. L’effetto è ancora più straniante quando Giovanna si immerge nell’inferno del Pascone (fotografato in maniera grigia e livida) o nei lunghi piano sequenza all’interno della casa che la seguono nel suo incessante movimento a ricerca della verità. Le bugie degli adulti hanno un effetto dirompente sulla ipersensibilità di Giovanna che comincerà a dubitare di tutti (persino della zia) e proverà un percorso personale sciolto da vincoli familiari o amorosi.

In questo romanzo di iniziazione così denso di dialoghi e accesi dibattiti (memorabile quello tra il teologo Roberto e l’atea Giovanna) sono da lodare le interpretazioni degli attori: su tutti la bravissima Giordana Marengo che fa evolvere il suo personaggio tra ribellione e androginia portando alla luce la sua natura selvaggia; il misurato Alessandro Preziosi che incarna perfettamente una borghesia arricchita con grandi conflitti interiori (non solo politici) e la sorprendente Valeria Golino che indossa le vesti di una donna furibonda, violentata dalla vita ma mai doma. Scritta dal regista con l’aiuto di Elena Ferrante, Laura Paolucci e Francesco Piccolo, fotografata su toni rosso pompeiani da Ferran Paredes Rubio, La vita bugiarda degli adulti riesce a riportare intatte le tematiche del romanzo con uno sguardo visionario e a tratti perturbante. Si disunisce un po’ nella parte finale seguendo il percorso accidentato di un bracciale che viaggia di generazione in generazione, riproponendo corsi e ricorsi storici. L’inferno siamo noi.

 

Regia: Edoardo De Angelis
Interpreti: Valeria Golino, Alessandro Preziosi, Pina Turco, Giordana Marengo, Rossella Gamba, Azzurra Mennella, Raffaella Rea, Biagio Forestieri, Susy Del Giudice, Giuseppe Brunetti, Maria Vera Ratti, Gianluca Spagnoli, Adriano Pantaleo, Giovanni Buselli
Distribuzione: Netflix
Durata: 6 episodi da 50′ circa l’uno
Origine: Italia, 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5
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Il voto dei lettori
3.07 (29 voti)
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