La WGA apre all’uso dell’Intelligenza Artificiale

Il sindacato degli sceneggiatori americani ha avanzato una proposta tanto controversa quanto radicale: consentire agli autori di utilizzare le AI a patto che mantengano i diritti sulle sceneggiature

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La notizia era nell’aria. Dopo settimane di fuoco, in cui il sindacato degli sceneggiatori americani (WGA), nel corso delle contrattazioni per il rinnovo del contratto di categoria, ha cercato di contenere, canalizzare – o quanto meno, di definire giuridicamente – il ruolo dell’intelligenza artificiale nelle writers’ room di Hollywood, ecco che ieri è arrivata una prima proposta importante. Un’azione probabilmente controversa, forse anche centrale nel ricodificare le future metodologie di lavoro degli scrittori statunitensi, ma comunque essenziale per iniziare a convivere (e a lavorare) con “quell’elefante nella stanza” chiamato AI.

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In questo senso, l’ipotesi avanzata dalla WGA di consentire l’uso degli strumenti di automazione artificiale – come ChatGPT 4 – per la stesura delle sceneggiature, a patto che gli sceneggiatori mantengano il “credit” – cioè il “diritto” d’autore sullo script – ha dell’incredibile, soprattutto se relazionato agli isterismi in cui si è profuso il sindacato americano nelle ultime settimane. Adesso, però, il pericolo sembra rientrato, se non addirittura sdoganato. Gli sceneggiatori, grazie a questa radicale presa di posizione, non rischiano più di veder corrotto o “inquinato” il loro lavoro: al contrario, potrebbero anche arrivare ad utilizzare le AI per coprire tutte le fasi di stesura delle sceneggiature – dagli scenari, ai dialoghi, fino alla definizione delle storie – senza incorrere in problematiche giuridiche, né in decurtazioni improvvise dei compensi. Al tempo stesso anche gli executives degli studios potrebbero proporre agli autori di riscrivere o revisionare sceneggiature già ideate, concepite e redatte dalle intelligenze artificiali, assegnando direttamente il credit al primo sceneggiatore “umano” che mette mano su quello specifico progetto.

Ma a questo punto è lecito porsi un dubbio. L’idea avanzata ieri dalla WGA è fattibile? O meglio, è definita ad un livello tale da coprire tutti i possibili vuoti di forma o giuridici? Se ci pensiamo bene, con questa proposta l’intelligenza artificiale verrebbe trattata alla pari di uno strumento – come un qualsiasi programma di scrittura già in uso – piuttosto che nelle vesti di un “autore” vero e proprio. Ma è pur vero, come ricorda oggi Gene Maddaus su Variety, che nella richiesta della WGA non si fa alcun cenno a quel caso specifico in cui sia una AI a scrivere interamente una sceneggiatura, senza la collaborazione di un essere umano.

Insomma per gli sceneggiatori americani della WGA, almeno da quel che è trapelato dalle ultime riunioni del sindacato, la questione centrale sembrerebbe essere la conservazione del credit, sia del cosiddetto “written by” – che garantisce all’autore il 100% dei diritti sullo script – sia della nomea “screenplay by” – che gli assegna solamente i tre quarti. Ora non sappiamo se la proposta verrà accolta o meno dall’associazione dei produttori. Eppure una cosa è chiara: il tempo degli allarmismi, come nel caso delle anacronistiche dichiarazioni sulla serie generata dalla AI Nothing, Forever, sembra ormai giunto al termine. Adesso è il momento di riportare la macchina al servizio (o al soldo?) dell’uomo.

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