La WGA contro l’Intelligenza Artificiale
Tra le ultime richieste sindacali avanzate dagli sceneggiatori americani c’è la necessità di regolare l’utilizzo di prodotti realizzati con l’ausilio delle AI. Un’azione paradossalmente storica
Negli ultimi anni sono stati davvero pochi i fenomeni che hanno contribuito a mettere in discussione l’intera sopravvivenza dell’industria dell’audiovisivo come quello dell’intelligenza artificiale. Dall’avvento di dispositivi come ChatGpt all’evoluzione tecnologica dei sistemi di automazione, l’AI sta prendendo sempre più piede nei discorsi relativi alla protezione delle proprietà intellettuali, soprattutto negli Stati Uniti. Non sorprende, perciò, che la stessa associazione degli sceneggiatori americani, la Writers Guild of America, abbia indicato tra le ultime richieste sindacali proprio la necessità di tutelare la loro categoria dalle azioni “invasive” e “poco ortodosse” dell’intelligenza artificiale.
Nel corso delle negoziazioni con l’associazione dei produttori televisivi – che inizieranno ufficialmente il 20 marzo – gli sceneggiatori della WGA hanno chiesto infatti di “regolare l’uso di materiali prodotti grazie all’ausilio delle intelligenze artificiali o di tecnologie simili”. Almeno in apparenza la richiesta potrebbe risultare ambigua – se non propriamente assurda. Ma è pur vero che negli ultimi mesi si sta assistendo ad un aumento esponenziale di lavori, articoli, testi – sia in forma scritta che audiovisiva – prodotti proprio attraverso i sistemi di automazione algoritmica. Al punto che alcuni artisti – come nel caso del filmmaker Skyler Hartle e della sua serie Nothing, Forever – stanno dando vita a veri e propri fenomeni mediatici, con opere generate interamente dalle AI. E che per questo motivo rischiano (almeno secondo gli sceneggiatori del sindacato) di compromettere la credibilità – e forse, la sostenibilità – del loro stesso settore.
“In quanto appartenenti ad un sindacato” ha dichiarato il co-sceneggiatore di Arrow, Marc Guggenheim “noi scrittori siamo abituati a rimediare ai danni commessi dagli altri. E seppur l’intelligenza artificiale non rappresenti una minaccia per gli scrittori di oggi o di domani, dobbiamo prendere delle precauzioni immediate […] per proteggere quei futuri sceneggiatori il cui lavoro sarà sostituito dalle AI”. In questo senso un’iniziativa che la WGA potrebbe già mettere in atto per tutelarsi dall’uso sistemico di questi servizi potrebbe essere rappresentata, secondo lo sceneggiatore americano, dall’obbligatorietà di commissionare i lavori solamente ai firmatari dell’imminente accordo, che tra le tante cose dovrebbe portare importanti benefici alla categoria, come la standardizzazione (e l’aumento) del compenso minimo, oltre alla tutela dei diritti d’autore anche in fase di pre e post-produzione dei prodotti. Insomma negli uffici di Hollywood i robot sono sempre stati di moda. L’importante è che non entrino in conflitto con il lavoro di chi li rappresenta al cinema da più di 100 anni.