L’abbaglio, di Roberto Andò
Fratello, dove sei? all’italiana, incespica tra disequilibri di tono e timore autoriale. Solo i disertori siciliani interpretati da Ficarra e Picone strappano qualche risata.

Reduce dal grande successo de La stranezza, Roberto Andò torna dietro la macchina da presa, firmando la regia de L’abbaglio, scritto con Ugo Chiti e Massimo Gaudioso. Se del precedente lungometraggio, resta la medesima squadra – si ripete, in circostanze differenti, lo squilibrato gioco a tre condotto da Ficarra, Picone e Toni Servillo – a venir meno è la sua riuscita. Laddove infatti, l’instabile bizzarria di tono de La stranezza, riusciva a creare, a suo modo un universo Pirandelliano, sempre in bilico tra dramma e commedia, generato dallo sguardo e dai movimenti inquieti di Toni Servillo, iqui invece crollano i registri precedentemente affinati. Il gioco a tre si disperde tra bombardamenti, fughe e perdizioni.
Non più teatranti, bensì disertori, Ficarra e Picone, vestono i panni logori e malmessi di Domenico Tricò e Rosario Spitale, due siciliani partiti dal Veneto, che nel corso della storica Spedizione dei Mille, scelgono di voltare le spalle a Garibaldi, preferendo alla battaglia e forse perfino alla morte, la fuga e il vagabondaggio. La libertà dei due, o almeno di Domenico, sembrerebbe far riferimento alla bellezza nostalgica e commovente del ritorno alla famiglia. La stessa che forse ha già dimenticato, voltando loro le spalle, proprio come i due hanno fatto con la guerra. Cosa resta? Perdersi nella terra e ricostruirsi ancora, reinventandosi, pur tenendo fede al proprio desiderio di rivalsa e inevitabilmente di beffa.
A metà strada tra road movie – Fratello, dove sei? è soltanto uno dei moltissimi richiami che il film di Andò si diverte a generare – cinema bellico e ancora una volta tragicommedia, L’abbaglio risulta essere in più di un momento, un film indeciso sui panni da vestire e le estetiche alle quali aderire, preferendo il nulla, o ancor peggio, l’opaco. Infatti, nel disperato tentativo di soprassedere rispetto alla bislacca riuscita dell’effettistica – Il viaggio per mare, così come la sparatoria nella boscaglia sono in questo senso eccellenti – non resta che considerare lo squilibrio di tono, generato dall’incontro/scontro tra la coppia comica e il divo dal volto eternamente turbato. La risata è sempre dietro l’angolo, eppure Andò – così come Chiti e Gaudioso – temendone forse la portata, la mette a tacere con il dramma. Quello più fragile, inconcludente e per questo, destinato a perdersi.
La guerra qui ha giocato un brutto scherzo al cinema di Andò, ad eccezione delle carte. Quelle svelano tutto, sempre. Appunto, l’illusione di qualcosa che poteva essere e che di fatto non è stato. La beffa e che beffa!
Regia: Roberto Andò
Interpreti: Toni Servillo, Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Tommaso Ragno, Giulia Andò, Pascal Greggory, Leonardo Maltese, Andrea Gherpelli, Daniele Gonciaruk, Giulia Lazzarini, Vincenzo Pirrotta, Filippo Luna, Clara Ponsot, Aurora Quattrocchi, Rosario Lisma, Giovanni Anzaldo, Claudio Collovà, Federico Pasquali, Matteo Bianchi, David Meden
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 131′
Origine: Italia, 2024