Laggiù qualcuno mi ama, il documentario di Mario Martone omaggio a Massimo Troisi, verrà presentato al 73° Festival Internazionale del Cinema di Berlino nella sezione Berlinale Special e uscirà nelle sale italiane il 23 febbraio.

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Se mai c’è mai stato un artista italiano sottovalutato come attore e, soprattutto, come regista questo è Massimo Troisi. Morto giovane a soli quarantuno anni il 4 giugno 1994, dopo aver interpretato il ruolo principale ne Il postino, è stato un brillante attore di teatro prima di diventare un sorprendente regista. La sua comprensione della commedia, il suo carattere fragile e malinconico e le sue acute osservazioni sui rapporti intimi e politici tra uomini e donne sono stati fonte di ispirazione per un’intera generazione. Nel suo lavoro Troisi ha sviluppato un cinema divertente ma di rara sensibilità, realizzando con Anna Pavignano una sorta di piccolo ‘catalogo’ dei sentimenti, per usare le parole di Federico Chiacchiari e Demetrio Salvi nel profetico volume del 1991 Massimo Troisi, il comico dei sentimenti.

Laggiù qualcuno mi ama è il viaggio personale di Mario Martone nel cinema di Massimo Troisi. Montando le scene dei suoi film l’autore vuole mettere in luce le sue qualità di grande regista del nostro cinema prima ancora che di attore comico, e per farlo delinea la sua parabola artistica dagli inizi alla fine, inquadrandolo nella temperie degli anni in cui si è formato e nella città comune ai due registi, Napoli. Col montaggio dei film si intersecano alcune conversazioni, non con persone che frequentavano Troisi, ma con artisti che lo hanno amato e ne sono stati influenzati, come Francesco Piccolo, Paolo Sorrentino, Ficarra e Picone, critici che lo hanno studiato, come Goffredo Fofi e la rivista Sentieri Selvaggi, e due tra gli artefici della sua opera postuma, Il postino, Michael Radford e Roberto Perpignani. Fa eccezione Anna Pavignano, coautrice del documentario, che con Troisi ha scritto i suoi film fin da Ricomincio da tre e che Martone vuole incontrare per indagare i processi creativi da cui essi scaturivano. L’autore ascolta ogni testimonianza e trova inaspettati punti di contatto con la Nouvelle Vague francese e, per la prima volta, analizza straordinari documenti inediti che svelano il laboratorio segreto di Troisi, il luogo dove sono nate le sue idee, le sue battute e la sua scrittura poetica.

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“Con Massimo era nata un’amicizia fondata su una grande stima reciproca – ha dichiarato il regista Mario Martone – adoravo il suo cinema, vagheggiavamo di lavorare insieme. La possibilità che mi viene offerta di fare un film documentario in cui il pubblico lo possa ritrovare oggi sul grande schermo è quindi qualcosa di speciale per me, posso tornare a dialogare con lui, ascoltarlo e portarlo agli spettatori di ieri e a quelli di oggi, che sono tantissimi. Massimo è sempre rimasto vivo nell’immaginario collettivo, perché era una grande anima e un grande artista. E molto speciale è per me lavorare alla sceneggiatura con Anna Pavignano, che di Massimo ha scritto tutti i film e la cui presenza al suo fianco indicava molto bene quanto Massimo fosse aperto, dialettico, avanti nella sua visione delle cose. Quanto possa parlarci ancora adesso. Facciamo questo film per riascoltarlo, rivederlo, stare con lui.”

Laggiù qualcuno mi ama sarà presentato in anteprima mondiale alla Berlinale il 17 febbraio e uscirà nelle sale italiane il 23 febbraio.

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