L’altra luna, di Carlo Chiaramonte

Una storia d’amore condotta in modo classico, il film non scende mai in profondità nell’analizzare il confronto tra diverse etnie e religioni a causa anche di una sceneggiatura schematica.

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Una storia d’amore lesbico tra Sarajevo e Milano. Carlo Chiaramonte, al suo primo lungometraggio, racconta l’incontro della studentessa Luna (Luna Mijovic), in procinto di sposarsi con il coetaneo Haris (Armin Omerovic), con l’indipendente milanese Martina (Tania Bambaci) e il conseguente colpo di fulmine che mette sottosopra le fondamenta di una comunità molto chiusa.

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Dopo aver dedicato a Sarajevo nel 2007 il documentario Il centro del mondo, il regista aquilano (classe 1965) stabilisce un forte legame tra una città in perenne tumulto (definita la Gerusalemme d’Europa) e il conflitto che dal livello sentimentale di due giovani donne innamorate si estende a livello socio culturale fomentando intolleranze e razzismi.

Pur partendo da una idea di base interessante L’altra luna non sembra mai volere scendere in profondità nell’analizzare il confronto tra diverse etnie e religioni all’interno della capitale bosniaca. La storia tra Luna e Martina è condotta secondo uno schema classico seguendo la scia di molti luoghi comuni:  l’incontro in un bar/discoteca, le chiacchiere degli amici, la tappa nella casa degli avi e i conflitti con i relativi partner e familiari. Luna rilegge nel Macbeth (“cose senza rimedio sono senza alcun interesse, quel che fatto è fatto”) l’ineluttabilità di un amore che sta per travolgerla e resiste solo in parte ai primi assalti di Martina (il bacio rubato). Qualche accenno razzista solo nei comportamenti dei genitori di Luna e nel pestaggio di uno zingaro.

Nonostante la bellezza del paesaggio innevato e le stupende immagini dall’alto del ponte di Sarajevo, il problema del film è in una sceneggiatura molto lineare con dialoghi poco interessanti strutturati in uno schema domanda/risposta da sceneggiato televisivo. Se Luna Mijovic riesce a dare un minimo di spessore al suo personaggio, il resto del cast non sembra essere a suo agio e soprattutto nelle scene drammatiche viene mostrato più di un imbarazzo (i momenti di sesso, il litigio tra Luna e Haris nel finale). Apprezzabile invece la scelta di fare sfumare parte delle scene con una dissolvenza in nero, lasciando spazio alla immaginazione dello spettatore. Fotografato da Beppe Gallo con una particolare cura nel fare risaltare il bianco della neve (A White Winter è il titolo internazionale del film), distribuito dalla Hurricane Studios, L’altra luna è un tentativo poco riuscito di trasformare una storia d’amore omosessuale in un discorso più ampio sui limiti di tolleranza e civiltà di una comunità chiusa.  E l’interrogativo sulla reazione dei singoli individui di fronte alla scelta di Luna e Martina non si tramuta quasi mai in immagine cinematografica ma rimane solo sulla pagina della sceneggiatura.

Regia: Carlo Chiaramonte
Interpreti: Luna Mijović, Tania Bambaci, Matteo Silvestri, Armin Omerović, Maja Jurić, Senad Bašić
Distribuzione: Hurricane e Stemo Production
Durata: 100′
Origine: Italia, Bosnia-Erzegovina 2020

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.2
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Il voto dei lettori
3.75 (4 voti)
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